Creato da lemke il 03/11/2005
Si, ho ceduto anch'io...tanto questo blog non lo legge nessuno, quindi tanto vale riempirlo di cose che non hanno importanza se non per me... Se vi piacciono, bene, se non vi piacciono, francamente, potete anche andare a farvi fottere. Fammi un'altra domanda.

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PARTE 2: INTRODUZIONE

Post n°18 pubblicato il 19 Aprile 2006 da lemke
 

Le persone fra i 30 ed i 40 anni sono i membri una generazione scellerata: la prima generazione educata più dalla televisione che dai genitori.

Chiedete a qualcuno che appartiene a questa fascia d’età se si ricorda di DJ Television.

Al 99,9% ammetterà che i suoi gusti musicali si sono formati sulle scelte di Claudio Cecchetto (e di questo Cecchetto, prima o poi dovrà pagarne lo scotto di fronte alla storia), in compenso dubito che si ricordi della data di nascita della propria bisnonna o dell’anniversario di matrimonio dei nonni.

Il fatto è questo: possiamo fare finta di niente, ma quando eravamo bambini, abbiamo voluto più bene a Capitan Harlock o a Candy Candy che non alla maggioranza delle persone “vere” che ci circondava ed in modo più o meno inconscio, continuiamo ad avere una condotta simile: siamo capacissimi di piantare in asso la donna che diciamo di amare per andare a vedere al bar con gli amici la partita della Juve (o del Milan o di chi volete voi)….

Nel migliore dei casi facciamo lavori provvisori che ci piacciono, ma che non ci danno alcuna certezza per il futuro, o facciamo lavori dipendenti lontanissimi da quelli che erano i nostri sogni da ragazzi.

E per compensare spendiamo.

Spendiamo per quello che possiamo, ovviamente, e spesso anche per ciò che non possiamo: chi può si compera l’automobile nuova (48 comode rate di 111 euro e maxirata finale di 9000 euro…) o le scarpe ultima moda o si “regala” una weekend in giro per il mondo, chi può meno, si compera la playstation ma in entrambi i casi siamo sempre pronti ad ingozzare il nostro ego di inutili autogratificazioni.

Il fatto è questo: molti di noi non si sono mai svincolati del tutto dall’adolescenza e, in un modo o nell’altro, continuiamo a masturbarci.

Solo che (almeno nella maggioranza dei casi) abbiamo sostituito l’autoerotismo e con altre forme di gratificazione, altrettanto fini a sé stesse, solo un po’ più costose e un po’ meno appiccicaticce…

In altre parole, siamo cresciuti davanti alla televisione, ci hanno riempito la testa che se non siamo delle rockstar o degli attori non contiamo nulla, che se la nostra donna non è bella come una modella, siamo degli sfigati.

E se siamo donne, se non abbiamo la taglia 40 (al massimo 42) siamo dei cessi.

Poi ci hanno detto che era tutto sbagliato…E’ arrivata la moda della New Age…dell’AMA TE STESSO, del canto delle balene, dello yoga e del massaggio Shatsu…il tutto, ovviamente, pubblicizzato, commercializzato, pre-digerito e pagabile in 12 comode rate con interessi zero.

Abbiamo genitori che hanno speso il tempo che avrebbero dovuto dedicarci in compagnia di avvocati per redigere atti di separazione, genitori che quando erano ragazzi predicavano l’amore libero ed usavano l’LSD, ma che si sono incazzati come bestie quando ci hanno trovato in tasca una stecchetta di cannabis, che ci hanno detto:”non vorrei che tu facessi i miei stessi errori” salvo poi a 50 anni prendere e scappare con la segretaria, lasciandoci con madri depresse e ossessionate dalla cellulite....

Siamo una generazione di figli unici (o, al massimo, con un fratello/sorella), viziati, coccolati e destabilizzati e quando abbiamo trovato un compagno/a chi abbiamo trovato?

Un altro figlio/a unico viziato coccolato e destabilizzato, che vuole avere sempre ragione, anche quando in realtà sappiamo benissimo che abbiamo sempre ragione noi…

Un compagno/a con cui il massimo dell’interazione consiste nel comperare in edicola le ristampe delle videocassette di Franco e Ciccio o di Totò…che fanno tanto intellettuale illuminato…

Nel migliore dei casi abbiamo trovato qualcuno insicuro che ci ha dato sempre ragione, salvo poi iniziare ad annoiarci, anche se poi, magari la comodità della situazione ci ha fatto anche pensare alla convivenza (ma sotto-sotto pensiamo di meritare di meglio e che prima o poi…quel “di meglio” arriverà).

Nel peggiore abbiamo trovato qualcuno che ci ha usato fin quando gli è stato utile e comodo, salvo poi trovare il “vero amore” con cui ha deciso nel giro di tre mesi di andare a vivere assieme e nel giro di sei, di iniziare a fare figli…anzi figlio - visto che viviamo in un paese di figli unici - mentre in tre anni di “fidanzamento”, nonostante le nostre insistenze, non “si sentivano pronti” nemmeno per organizzare assieme una vacanza di più di una settimana...

Il punto è questo: siamo una generazione di bastardi, non nel senso “morale”, ma nel senso letterale del termine: abbiamo dei genitori ai quali vogliamo bene, ma in realtà la TV è la nostra “maestra di vita”, ci ha mostrato il mondo, ci ha insegnato cosa sono i sentimenti, ci ha fatto mille promesse, pur sapendo che nessuna poteva essere mantenuta, ci ha fatto sentire inadeguati quando i capelli si sono diradati o quando i fianchi si sono ispessiti, per poi darci una risposta facile, sicura ed alla portata delle nostre tasche, e poco male se per comperare le alghe di Wanna Marchi ed i parrucchini di Cesare Ragazzi abbiamo acceso un mutuo.

Siamo un generazione di boccaloni, fagocitata da un sistema economico-sociale che ci dice che se non abbiamo l’impianto dolby-digital-surround etc. siamo degli sfigati, che ci fa credere che ognuno di noi sia speciale ed unico, sempre che si possieda il taglio di capelli “giusto” o “il gioiellino” in acciaio della Breil, che ammette, anzi è contentissimo se ci ribelliamo a questo andazzo: tanto rientriamo sempre in un target codificato e più è delimitato il target a cui apparteniamo, più è semplice indirizzarci messaggi specifici e mirati.

E così la Mondadori pubblica i libri di Michael Moore e nei suoi megastore vende quelli di Naomi Klein, la Sony e le tutte le maggiori corporation del pianeta compensano i mancati profitti dovuti alla condivisione dei file su internet, con un aumento di profitti dovuto alle loro partecipazioni alle aziende di telecomunicazioni che vendono connessioni ultra-veloci e producendo i supporti per duplicare la musica o i film “illegalmente” ottenuti.

Noi non siamo più esseri umani, ma consumatori e facciamo fatica a vedere ciò che ci circonda con uno sguardo diverso dall’assioma “lo voglio-lo compero” quando conosciamo delle ragazze le squadriamo da capo a piedi per vedere se hanno le tette abbastanza grosse o il culo abbastanza piccolo, discorriamo amabilmente per capire se sono simpatiche spiritose, divertenti, se sono abbastanza “intelligenti” per piacerci, o (a seconda del carattere) se sono abbastanza stupide da non essere una minaccia per il nostro ego…Insomma, cerchiamo di valutare se sono il “nostro target” o se noi siamo il loro (e poco male se usiamo l’eufemismo “il mio tipo” perché nella sostanza nulla cambia).

E se siamo donne, ammettiamolo, ci comportiamo allo stesso modo, solo guardando cose diverse.

E cerchiamo la felicità, come se la felicità fosse qualcosa che ci viene recapitata in contrassegno, pagabile in 48 piccole rate, più maxirata finale.

Auguri.

 
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