Il mio medico è una brava persona ,simpatico, disponibile...
Certo in tutti questi anni non ricordo una diagnosi azzeccata, ma lui sa che me la cavo bene da sola, dopotutto sono un’infermiera professionale, lavoro in ospedale, e allora, qual è il problema? Quando mi sono fatta la diagnosi di fibromialgia (molto prima di riceverne una “ufficiale” da un reumatologo), gliel’ho semplicemente comunicato per telefono. Certo, rimasi un po’ perplessa quando mi chiese con la più grande leggerezza : “A quale muscolo?”.
Ma… come “a quale muscolo”?!! Lo sanno tutti , anche quelli che in medicina hanno dato un solo esame, che la fibromialgia interessa TUTTI i muscoli del corpo.
Comunque, ripeto, è una brava persona. Gli piace molto parlare. Forse un po’ troppo… Chi va nel suo ambulatorio deve necessariamente chiedere un giorno di ferie, portarsi dietro il pranzo e la cena, e avvisare i familiari perché non lo diano per disperso, ma, semplicemente, sta facendo la fila nell’ambulatorio del dott. Serra.
Detesto quei medici che ti fanno quelle visite frettolose di pochi minuti, senza neanche guardarti negli occhi! Lui no, affatto…quando entri nel suo studio, si crea una bella atmosfera salottiera, si parla per almeno un’oretta di argomenti vari (molto poco di medicina), mentre fuori, nella sala d’attesa, una folla di persone, sempre più folta, si stringe come può…i più fortunati rimangono appiattiti sui muri come gechi. Almeno loro hanno un punto di appoggio…
Oggi mi serviva una prescrizione per dei farmaci, ma il freddo intenso collabora attivamente all’intensificazione dei dolori alle gambe, non me la sentivo proprio di affrontare una full immersion nel suo ambulatorio. Perciò l’ho chiamato per chiedergli se potesse prepararmi in anticipo l’impegnativa, in modo da poterla ritirare al volo. Un piccolo favore, insomma.
“Ma ceerto!” mi risponde, “Nessun problema!! Ma sa che la stavo cercando? Le dovrei chiedere anch’io un favore, un GRANDE FAVORE…”
“Mi dica dottore, se posso…volentieri…”
“Tra poco ci saranno le elezioni comunali, e sa…mio figlio sarebbe candidato…”
Rimango allibita.
“Aspetti dottore, prima che prosegua…lei sa che sono una assolutamente e tenacemente di sinistra, non potrei mai votare per un partito di destra…”
“Ma non importa! Quando le farò conoscere mio figlio ne sarà entusiasta. Bene, allora passiamo a casa sua uno di questi giorni… A presto!!”
“Ma…”
Click.
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