Fulvia1953

Pensieri sulla giornata della Memoria


 L'anno scorso mi ricordo  andai ad una conferenza. Eravamo poche persone, ma ho notato che c'erano degli studenti e questo mi aveva allietato il cuore.  La presentazione da parte delle autorità mi lascia sempre indifferente se non annoiata, ma poi ha preso la parola un giovane studioso, parlava con animazione, pienamente coinvolto ed aveva diverse diapositive a conferma delle sue parole.  Quello che voleva dimostrare era come certe idee, che ognuno di noi rifiuta a priori perchè sono contro l'umanità, possano iniziare quasi per scherzo e talmente in sordina che nessuno penserebbe mai che muovano un'onda gigantesca di odio come quella che poi ha devastato l'umanità. I principi nazisti comprese le leggi razziali sono nati intorno ad un tavolino da bar dove erano seduti alcuni giovani di scarsa cultura ed intelligenza che passavano in chiacchiere il loro pomeriggio, degli sfaccendati senza talento, tra cui c'era Adolf Hitler, che, per non annoiarsi avevano cominciato a mettere su carta le regole di un immaginario partito. Idee assurde, ma che lentamente hanno cominciato ad attecchire incontrando via via, interessi e rancori personali finchè è diventato, nel giro di pochi anni, quel bubbone che conosciamo.                                                Questa cosa mi ha sconcertato,  mi ha inorridito e mi sono chiesta, cos'è l'uomo?Quest'anno il 27 gennaio, giorno della memoria, ho ascoltato  i racconti degli ultimi testimoni, sopravissuti ai campi di concentramento. Parlavano direttamente da Auschwitz e con loro ho visto i forni crematori, le baracche e quelle distese enormi di filo spinato che li stringeva tutti in una morsa di morte. Ho visto i tavolacci di legno, i loro letti, quei numeri marchiati sulle braccia, ascoltavo le angherie di ogni genere, fatte solo per pura crudeltà e quei momenti ed anche quelle decisioni che, nel giro di un attimo, possono decidere la tua salvezza o la tua morte.  Non riesco a togliermi dagli occhi la vista di montagne di corpi umani, accatastati senza rispetto nè pietà fuori all'aperto, mentre dentro alcune baracche c'erano altrettante montagne di scarpe e vestiti e capelli e dentiere, ma queste era ben tenute perchè avevano la  loro utilità.  Quello che mi ha agghiacciato è stata l'intervista ad alcuni tedeschi responsabili di esecuzioni di massa di ebrei. Li osservavo in volto mentre raccontavano, erano senza emozione, assolutamente estranei, freddi e duri come se stessero parlando dell'elimanazione di oggetti senza importanza. e di fatto, l'ultimo intervistato ha confessato tranquillamente il suo odio per gli ebrei perchè erano la causa della distruzione dell'economia tedesca e di tante famiglie contadine, come la sua: " Quelli uccisi erano solo degli ebrei e  l'unica cosa che ho pensato mentre sparavo, era di prendere bene la mira e non risparmiare nessuno".  Ancora mi chiedo, cos'è l'uomo?Queste testimonianze, questi pensieri, la voce tremante di chi aveva subìto e di contrasto quei volti impassibili con quel lampo di odio non ancora sopito degli aguzzini, tutto questo oggi l'ho avvertito con maggiore angoscia e mi accorgo che tutto è così precario, e quest'odio che è pura raffinatezza dell'uomo, dove ci porterà?