Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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La domenica, ….non si giocò a pallone. Poi la domenica dopo torno tutto come prima!
Post n°317 pubblicato il 16 Aprile 2012 da claudiomoraldi
La domenica, ….non si giocò a pallone. Poi la domenica dopo torno tutto come prima!
Fermo, ora il tempo semina come nel vento piccoli ricordi di ciò che sei stato, di quello che fosti, tracce di ragazzo, raccontate di fretta e malamente in piccoli ritratti vuoti, di un giorno dispari, di questa rimanenza di tempo fermo, di persone disorientate e zittite dal silenzio improvviso. In questo, saturo arrancare di momenti, scopriamo, di essere migliori perfino nella banalità, della vita che fluisce comunque, inarrestabile come contrasto, ad un di uggioso e internamente tagliente di vetri scoperti, che arrivano in superficie all’unisono tutti, schiantandosi contro un muro di dura, satirica e critica realtà.
Ambire al podio ed essere, uno dei tanti che si confrontano, soltanto con paesi non differenti dal nostro. Si vive, gioca, lavora e muore perfino nel modo sbagliato, sperando che tutto si aggiusti da solo, nella vana speranza, di aver toccato il fondo e ricominciare da capo.
Non si ha una memoria di quello che fummo, di ciò che siamo, di quello che potremmo divenire. Siamo un grande paese senza storia, ne tempo, non abbiamo cento cinquanta anni, ma sempre uno! e la colpa e sempre degli altri. Siamo tutti innocenti, tutti eroi, nessun colpevole, tanti... vittime delle circostanze.
Non potendo controllare gli eventi, li rendiamo complici della situazione che si verrà delineando, vorrei per una volta un colpevole, che qualcuno dicesse la colpa è stata mia!
No, non facciamo neanche questo, siamo bravi però ad elogiare il defunto. Cosa scontata, non serve a nulla, non da sollievo, non trova cause, non punisce nessuno.
Claudio MORALDI |