Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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IL COMMISSARIO E L’ANARCHICO
Post n°246 pubblicato il 17 Marzo 2010 da claudiomoraldi
IL COMMISSARIO E L’ANARCHICO
Assassini di inchiostro, verdetti di carta, rendono inutili prove!
Danneggiando eventuali processi, la vera giuria, è un giornale, e saccenti sicuri di tutto! Che spazzano velocemente una vita! smentite a distanze abissali, dicendo: “mi spiace, erano anni spiacevoli”.
E una patina lenta di stretto riserbo, cadendo s’infrange sulla strada, come un sasso scagliato, un colpo di pistola, una fiondata che ferma il tempo e li, si muore! tranquillizzando tutti i veri perdenti.
Mentre l’anarchico è stato seppellito, il commissario sta per morire, per volere degli stessi, intellettuali aguzzini!
Ora però loro ultimi, manifestano per la pace, si dicono scandalizzati di tanta follia passata.
Involontariamente sfugge, un senso di vuoto, un silenzioso stupore nel profondo rumore, di un mondo che vive, per ricordare la storia.
E questa si acciglia, per andare a vomitare lontano.
Ma la pace e una linea sottile, fatta di tanti pianti, sapienza e studio dei fatti, tra gente che lacrima, si vede un serissimo, vecchio stanco vestito di nero. che muto si rassegna ad uno stato troppo piccolo, in un giorno così feroce per la scomparsa, di servitori instancabili e cittadini inermi.
Persone degne di un rispetto, di stima! Al di la della vita.
Vittime, del tempo che furono.
Claudio MORALDI |