Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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QUELLO CHE SI AGITA
Post n°277 pubblicato il 28 Ottobre 2010 da claudiomoraldi
QUELLO CHE SI AGITA
Preferisco la disinvoltura delle parole semplici.
La schiettezza di un volto, rivelatore, di realtà devastanti.
Corvi volano neri, in questi tempi scuri, freddi di carta da zucchero.
Nelle vie sbilenche e fra le fronde degli alberi storti.
Si posa, insieme furente e tiepida, una forte sonnolenza, negli occhi, dei gufi di strada e dei gatti, che muoiono al sole, silenziosi.
Ghiacciato da lastre nere, come suole di bare, spandendosi e avanzando, con punte viola.
Che portano, lenta la morte, nel vento la sera.
Claudio MORALDI |