Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°251 pubblicato il 01 Luglio 2010 da claudiomoraldi
Nell’attesa di un cenno
Trovarsi in tratti forti di futuro scheggiato dal tempo, cariato negli anni che si deve buttar via come un dente marcio e aggrapparcisi sopra per non morire o per sopravvivere…ancora. Mentre il bello imperversa, da schiere di televisori al plasma a poco prezzo, in città fatiscenti. Brutte e malate di nostalgia e smemorate di un tempo che non ci amava, di un tempo che sempre uguale negli anni, disprezzava la gente e rideva di noi. Ma c’era una scelta! Ora il futuro e il passato di domani, e le decisioni non spettano a noi, che siamo soltanto uomini e donne, gente che coglie un fiore dal fango e piange divenendo vecchia, nell’attesa di un cenno.
Claudio MORALDI
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