Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°274 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da claudiomoraldi
Queste case, angoli bui
Angoli bui, nell’ombra di un vetro sporco e scuro, vedo volti di gente che muovendosi infruttuosa, stanca e disperata della sua condizione, protrattasi fino all’estremo.
Schegge di rosso, si apro da armadi vecchi, insieme a un puzzo stantio di anni migliori, riscaldano il viso e inumidiscono gli occhi.
Il futuro non esce di casa, sta solo, solo come un paio di scarpe vecchie, un cane abbandonato o un anziano in un ospizio. Sperando….
Si impazzisce in queste case, dove tutto e silenzio in superficie e il temporale, può arrivare dall’oggi al domani.
Si muovono lente e striscianti, idee che non sono distinte, da far male al volto un volto dolente, che cerca di non dolersi mai più!
E continua a rigirati un coltello nel cervello, con l’ansia di fare la cosa sbagliata o di non far nulla!
e un viso indistinto di parole imperanti, che cercano di mantenere il controllo, di tutte le paure recondite, e dei modi che eri, rimane il ricordo.
Catturata da una finzione, che ne crea altre, portandoti a una brusca deviazione di rotta.
L’amore, si muove tra questi argini scuri, tra queste strade ammuffite non facendosi capire, ma essendoci comunque, trasformato nel suo io profondo é deformato anch’esso in paura di perdita.
Claudio MORALDI |