Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°283 pubblicato il 18 Novembre 2010 da claudiomoraldi
TRISTEZZA STANCA
Semini la discordia, ner mezzo de la sera, quanno, che la tristezza, te vie’ pe fa paura!
So, Soli oscurati ar giorno, l’occhi tui: poveri, tristi, umidi e rancorosi.
In cerca de ‘n responsabile, che te cormi, ‘st’incertezza dentro, e, te liberi da st’oppressione, de la paura de ‘n antro mattino fresco! ‘n cominciante cor nervosismo.
Piandose le corpe, d’ un triste malanno strano,
E che te levi, la rabbia, pe pochi e gioiosi attimi, de tempo ‘ncommensurabile, che poi, torneranno forti, rimanenno vivi pe tutto er giorno!
Li sogni dell’incoscienza, se ‘nfrangono ne la verità de ora.
E dove quarc’uno Vede er la gioia e er bello, tu te lanci ‘n un pianto, silenzioso e solo.
Strilli, schiamazzi e urli, la furia te da er coraggio, d’avecce st’insicurezza che quasi t’ammazza dentro, e insieme…. m’ ammazza a me…!
E ce fa più tristi a tutti E tanto più incazzati, de quanto, nun eravamo prima!
Claudio MORALDI |