Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°310 pubblicato il 28 Novembre 2011 da claudiomoraldi
Un oblio di giornI
mi aggiro per strade deserte, con un’anima viola infettata di malinconia e di sale e di tristi notizie.
Intrisa di mille domande che capovolgono, un giorno che muore, rimpiazzato dall’altro che già sofferente, vagisce il suo urlo vitale al traguardo e aspetta la fine, per spengersi al sole, rosso di un giorno di rabbia.
Dividendo la gioie e il dolore, come un piatto caldo o di pane del pasto di un giorno di festa.
Chi vive in questo tempo, è a suo modo grato di esistere, di essere vivo, e triste insieme di essere nato in un momento così scuro.
In un oblio di giorni in cui non sappiamo che fare, rimaniamo immobili davanti alla fine di un’era. Che tristemente conclude il suo corso.
La vita rinasce da piccole cose, ed il sole ritorna, rischiarando le nuvole, ma noi non ci siamo, preoccupasi e inutile e dannoso.
Claudio MORALDI
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