Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Nel sentiero dei vetri
Correre per strade di grigio fumo impostore,
in ricordi sbiaditi di colori confusi.
In questo verde che tende sempre più al viola,
con sfumature di rosso sangue e nero corvino.
Nelle strade un malumore diffuso,
di gente insoddisfatta,
da colori oramai stinti,
confusi nel tempo,
che scorre col il suo passo pesante.
Serafici destabilizzazioni,
in un giorno in cui si odia davvero,
il dovere e diritto di un uomo,
per una regola assurda,
per obsoleti saccenti,
che fanno di un resto di tutto,
la fine della dignità,
di un uomo che lotta,
per non cambiare nulla!
E in gironi sapienti di inferni impazziti,
si trova il coraggio,
per dire la nostra.
E nessuno ci ascolta!
Ed essere in un violento sentiero
di vetri appuntiti,
che squarciandoti piano,
i piedi ed il volto con lentezza accurata,
e persuasione sottile,
in un giorno di svendita totale,
di piccoli loculi,
che si riempiono piano,
di persone che DEVONO votare,
invece senza voce,
in un Italia che grida,
la sua indifferenza,
il suo menefreghismo,
per una parte di regione zittita,
da una carta bollata da pochi spicci.
Chiunque vinca a perso comunque!
E qui vi assicuro,
non centra nulla un colore!
Il sapore che ho in bocca
e uno sgradevole rancido,
per colori ed Italia,
che si abbassa ora troppo,
correndo il rischi di cadere,
per non rialzarsi mai più.
Claudio MORALDI