Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
« Le persone e la MORTE | ALBERI AL SOLE » |
ER CANCELLONE
Zio Michele, sette versioni,
cinquanta cinte e ‘n capello solo!
Un cancellone a coprì tutto come ‘n tappo.
Un misto de curiosità e d’orore,
pe’ na rigazzina, che nun c’ha più voce!
Ma avrà gridato fino in fonno,
‘n un lamento sordo,
sicuramente atroce.
Fatto de sconcerto,
fatto de spietatezza,
che nemmeno pe ‘na bestia…
E sopra quel’apparenza,
de persona rispettata,
Se nasconne un vecchio,
sotto a ‘n cappello verde,
De ‘na famia stragnera
che s’apella sur fatto,
de confonne la questura,
e de suscita,
un sentimento de confusione,
(e nun rancore,)
scandito, ora pe’ ora
sui vorti,
de la gente ingara.
Che se ’mpiccia,
si, ma pe sua natura!
Dar tronde, l’omo e omo,
da quanno io nun c’ero!
Ma la curiosità oramai,
sconfina nell’orore
dun sapere tutto,
sempre e subito,
eppure il nun
‘ndispensabile,
e superfluamente,
s’aspetta un giudizio
oramai, sicuramente,
duro!
Pegli erori, responsabili
de st’omicidio, 'nfame.
Claudio MORALDI