Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Entropia nella disperazione 2010 Febbraio Rivoli sanguinolenti cadono piano da resti di coscienza che si perdono in questo torpore di anni, privandomi di positivi sentimenti elementari. Accasciarsi nell’ombra coperto da un gelido sole, riscaldato soltanto da me! Vivo nel giorno lo stento di un sogno sfumato, che torna per darmi la caccia, ancora e ogni volta ed ogni volta mi trova! Sanguinate torno nel buio, in una cella di plastica mentale, che uccide lentamente con efficacia specifica, sapendo di essere solo in spazi, dove la vita e reale e la morte un calmante, per anime tristi. Accucciandomi nel mio angolo, mi fermo del tutto, per ricadere domani in un inevitabile giorno monotono, distrutto dal sole che nasce. Non riuscendo a capire la vita, sacrifico pian piano, ogni giorno, una parte di me. Claudio Moraldi