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Mario Domina, La questione maschile


La questione maschile By mdA metà tra il divertito e il seriamente preoccupato per le reazioni a dir poco irritate (e in qualche caso francamente ridicole) di alcuni maschietti al mio precedente post sull’argomento, rilancio con la proposizione di un video che da tempo circola in rete, e che sicuramente molte e (spero) molti hanno già visto. Il corpo delle donne (visibile per intero all’interno del blog omonimo) è un sonoro schiaffone dato simultaneamente agli uomini e alle donne. Ad entrambi i generi in quanto colpevoli, seppure in diversa misura, correi e complici, anche con il silenzio. Va da sè che quando parlo di “uomini” e “donne” sto designando categorie che, data la loro generalità, rischiano di non voler dire nulla. Ma il punto è proprio questo: il rapporto tra categorie, tra la loro produzione storica e i singoli (cui magari, nonostante ne siano il prodotto, quelle categorie stanno strette).Ma restringiamo il campo (anche se la televisione è uno degli enti condizionatori di massa più incisivi e invasivi della nostra epoca). Il documentario in questione (che è fatto da una donna, Lorella Zanardo, e da un uomo, Marco Malfi Chindemi), in poco più di venti minuti riesce a dar conto in modo esaustivo  della rappresentazione televisiva ed essenzialmente pornografica della donna, sottolineando in particolare i seguenti aspetti:1. L’introiezione del modello maschile penetrato fin dentro l’immaginario femminile: le donne guardano ormai se stesse e le altre donne con gli occhi (stereotipici) del maschio;2. La pressione generalizzata del canone e della tipizzazione, molto ben denunciata a suo tempo anche dalla sociologa Fatima Mernissi ne L’Harem e l’occidente: taglia 42, eterna adolescenza, ecc.3. L’aut-aut posto dal sistema: se vuoi essere dentro devi omologarti, altrimenti non conti un cazzo!4. La telecamera, che veicola lo sguardo e il desiderio, penetra in maniera pornografica nei corpi delle donne, ridotti spesso a curve, culi, tette e orifizi – in una sorta di stupro simbolico continuato (nel video non si fa riferimento alla precoce sessualizzazione dei corpi delle bambine, che è un altro orrendo capitolo della telepornografia diffusa);5. Il discorso più interessante del video, che viene affrontato per alcuni minuti nella parte centrale, riguarda il volto (e non può non correre il pensiero a Levinas) – il volto e la sua unicità, l’espressione essenziale della singolarità, la faccia come ciò che faccio, che mi è proprio e che mi appartiene più esclusivamente. E, in secondo luogo, il volto come espressione massima di vulnerabilità (ed insieme di esposizione all’altro). Oggi tale volto, insieme singolare e plurale, viene ricoperto dalla maschera, tipizzato, omologato, levigato e scolpito dall’estetica del lifting e dell’eterna adolescenza, e distrutto proprio nella sua unicità (Pasolini, di cui andrebbero rilette le pagine dedicate alla televisione e alla massificazione, fu in proposito un veggente).La Zanardo si chiede al termine del video, mostrando un’agghiacciante sequenza nella quale il corpo di una donna appare esposto e appeso come se si trattasse di un quarto di bue, fino a quando le donne potranno sopportare una tale umiliazione.Io con lei mi chiedo quando gli uomini insieme alle donne di buona volontà, cominceranno seriamente a disarticolare e a ribaltare tutto ciò. Accennavo nel mio post precedente ad una mutazione antropologica da percorrere fino in fondo e di cui farsi carico, partendo da sé, dai propri vissuti, dalle strutture e dai linguaggi inconsciamente assorbiti e che devono essere radicalmente sottoposti a revisione critica. Mentre, però, attendiamo che tali processi di lungo corso inesorabilmente (e sperabilmente) accadano, cominciamo magari con lo spegnere la TV! Anche perché i bambini la (e ci) guardano…