AllePorteDel Sole
Bisogna chiamare Mistero soltanto ciò che fa ritenere che qualcuno mantenga qualcosa allo stato di segreto, − rifiuto di dire, di spiegare, di rivelare −. Ma non bisogna designare con questo nome quel che è nascosto soltanto perché manchiamo dei mezzi per conoscerlo o concepirlo − la luce, e quel che essa mostra, non è un mistero per il nato cieco.
PERLE DI SAGGEZZA
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È passato ormai più di un mese dall’inizio dell’attività dei vulcanelli di fango a Fiumicino. Il primo sorse il 23 agosto, mentre il secondo è spuntato il 9 settembre. A distanza di circa un mese continuano giorno e notte a ribollire, mentre il traffico veicolare intorno continua a scorrere. I vulcanelli si trovano infatti al centro di una ampia rotonda nella periferia nord di Fiumicino, fra via Coccia di Morto e via del lago di Traiano (dove si trova l’antico porto di Ostia Antica, di forma esagonale), a poche decine di metri dalla recinzione dell’aeroporto di Fiumicino. Tutta l’area è stata transennata per impedire ai curiosi di avvicinarsi troppo, e sono stati apposti dei cartelli che avvisano della pericolosità dei fumi che si sprigionano dai vulcanetti.
Le emissioni sono essenzialmente formate da acqua, proveniente da una falda in pressione situata in profondità, fango portato in superficie dalla pressione dell’acqua, e gas. Gli studi dell’INGV hanno verificato che si tratta soprattutto di CO2.
Il motivo della fuoriuscita di acqua e gas in questo punto è stato fatto risalire a dei lavori di perforazione del sottosuolo, che si sono spinti troppo in profondità. L’area di Roma sorge fra due enormi complessi vulcanici, quello dei Colli Albani a sud, e quello dei Sabatini a nord. Vulcani attivi fino a poche decine di migliaia di anni fa (ben poco in termini di tempi geologici), hanno depositato grandissimi quantità di depositi vulcanici su cui oggi sorge Roma e i centri limitrofi. Oltre ad aver depositato ingenti quantità di materiale, il vulcanismo laziale continua a manifestarsi con una serie di fenomeni detti di vulcanismo tardivo, o secondario, fra cui
oni di gas, sorgenti sulfuree, eccetera. L’area di Roma ne è piena. Normalmente queste fuoriuscite avvengono localmente in corispondenza di spaccature del sottosuolo, o fessure. Nel caso di Fiumicino i gas presenti a decine di metri sotto il suolo sono stati richiamati da interventi antropici, in particolar modo perforazioni, che hanno messo in comunicazione i gas profondi con una falda in pressione, che perciò esce in superficie portando con se anche materiali fini dell’acquifero (sabbie, limi).
Intanto fra pochi giorni i vulcanetti di Fiumicino verranno tappati, con un sistema che li sigillerà impedendo ulteriori fuoriuscite. Sono quindi gli ultimi giorni in cui si può godere del fenomeno. Ecco un video dell’attività dei vulcanelli registrato nella giornata di ieri, 26 settembre 2013. Intanto è di oggi la notizia della nascita di un nuovo punto di emissione, stavolta situato sul fondale marino al largo di Fiumicino.
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