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I Diritti e i Doveri, il Progresso, Dio e la Libertà nel saggio di Giuseppe Mazzini "I Doveri dell'uomo"

Post n°190 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da gabriellatiganisava
 

 

I diritti e i doveri, il progresso, Dio e la libertà


nel saggio


Dei doveri dell'uomo


di Giuseppe Mazzini

 

Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani un saggio scritto da Giuseppe Mazzini, Dei doveri dell’uomo, che ho iniziato a leggere e trovato molto interessante ed attualissimo, nonostante l’autore l’abbia pubblicato alla vigilia dell’Unità d’Italia, nel 1860. La critica avanzata dal fondatore della Giovine Italia e della Giovine Europa, è focalizzata sulla teoria dei diritti (francese e americana) cui Mazzini contrappone quella dei doveri, accompagnando la sua polemica con profonde riflessioni morali e politiche.

Vediamo qualche passo significativo :

 Perché vi parlo dei vostri doveri (Mazzini dedica il saggio ai fratelli operai, ndr) prima di parlarvi dei vostri diritti? Perché in una società dove tutti, volontariamente ed involontariamente, v’opprimono, dove l’esercizio di tutti i diritti che appartengono all’uomo vi è costantemente rapito, dove tutte le infelicità sono per voi… io vi parlo di sacrificio, e non di conquiste, di virtù, di miglioramento morale, d’educazione, e non di ben essere materiale…” (-) “Certo, esistono diritti; ma dove i diritti d’un individuo vengono a contrasto con quelli d’un altro, come sperare di conciliarli, di metterli in armonia, senza ricorrere a qualcosa di superiore a tutti i diritti?” (-) “E questo principio è il Dovere. Bisogna convincere gli uomini ch’essi, che ognuno d’essi, deve vivere non per sé ma per gli altri – che lo scopo della loro vita non è quello d’essere più o meno felici, ma di rendere se stessi e gli altri migliori”.

 

Le dottrine materialistiche, le teorie dei diritti (noto il giudizio severo sulla Rivoluzione Francese), hanno portato – scrive il Mazzini – alla guerra di tutti contro tutti, all’anarchia, all’egoismo e all’esasperato individualismo. Soltanto l’osservanza di un principio superiore, qual è quello dei doveri, può consentire lo sviluppo, il reale progresso materiale e morale delle società umane. Tali doveri, prosegue il Mazzini, hanno un fondamento divino, del quale l’Umanità è bambino. La legge morale impone la priorità dei doveri rispetto ai diritti.

La formazione del Mazzini, ricordiamo, fu democratica e nello stesso tempo improntata ad una forte religiosità con influenze gianseniste ereditate da parte materna. Tutta la teorizzazione politica del Mazzini è sostenuta dalla fede in un progetto divino che si concretizza, che parla attraverso i Popoli e le Nazioni, destinati al Progresso (che, non coincide solo con il ben essere, con le conquiste materiali, ma con lo sviluppo morale e intellettivo degli uomini).

Nella sua autobiografia (“Scritti politici”) lo stesso Mazzini ricorda come si formarono in lui le idee democratiche e lo spirito libertario:

 

 Io era già inconsciamente educato al culto dell'Eguaglianza dalle abitudini democratiche dei due miei parenti e dai modi identici che essi usavano col patrizio e col popolano: nell'individuo essi non cercavano evidentemente se non l'_uomo_ e l'_onesto_. E le aspirazioni alla libertà, ingenite nell'animo mio, s'erano alimentate dei ricordi di un periodo recente, quello delle guerre repubblicane francesi, che suonavano spesso sulle labbra di mio padre e dell'amico nominato più sopra; delle Storie di Livio e di Tacito che il mio maestro di Latino mi faceva tradurre; e della lettura di alcuni vecchi giornali da me trovati semi-nascosti dietro ai libri di medicina paterni, fra i quali ricordo alcuni fascicoli della _Chronique du Mois_ pubblicazione girondina dei primi tempi della Rivoluzione di Francia”.

 

Nel paragrafo dedicato alla Libertà, Mazzini definisce chiaramente la sua idea di missione:


 “Voi vivete. La vita ch’è in voi non è opera del Caso; la parola Caso non ha senso alcuno…la vita ch’è in voi viene da Dio e rivela nel suo sviluppo progressivo un disegno intelligente. La vostra vita ha dunque necessariamente un fine, uno scopo. Il fine ultimo, pel quale fummo creati, ci è tuttora ignoto, e non può essere altrimenti; né per questo dobbiamo negarlo. L’Umanità è il bambino di Dio: sa Egli il fine verso il quale essa deve svilupparsi” (-) “Qualunque sia il fine verso cui tendiamo, noi non potremo scoprirlo e raggiungerlo, se non collo sviluppo progressivo e coll’esercizio delle mostre facoltà intellettuali. Le nostra facoltà sono gli stromenti di lavoro che Dio ci dava”.

 

Più avanti nello stesso saggio, Mazzini prosegue con le sue speculazioni e scrive delle pagine bellissime sull’ idea di Libertà, che tutti dovrebbero leggere e tenere a memoria.

 

Senza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta fra il bene ed il male, fra la devozione al progresso comune e lo spirito d’egoismo, non esiste responsabilità. La libertà non è che un mezzo; guai a voi e al vostro avvenire se v’avvezzaste a guardarla come fine (...) Dottrine di sofisti hanno in questi ultimi tempi pervertito il santo concetto della Libertà: gli uni l’hanno ridotto ad un gretto immorale individualismo, hanno detto che l’io è tutto, gli altri hanno dichiarato ch’ogni governo, ogni autorità è un male inevitabile…che la libertà non ha limiti…che ogni uomo ha diritto d’usare e abusare della libertà. Tutte (le dottrine, ndr) trascinano la libertà ad essere un’anarchia, cancellando l’idea di miglioramento morale collettivo; cancellando la missione educatrice, la missione di Progresso che la società deve assumersi.

Se voi poteste intendere a questo modo la Libertà, voi meritereste di perderla e, presto o tardi , la perdereste…la vostra Libertà sarà il diritto di scegliere liberamente, a seconda delle vostre tendenze, i mezzi per fare il bene”.

 

Gabriella Tigani Sava




 

 
 
 
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