EMOZIONI...
Siamo come candele accese. Il rosso della fiamma non è l’unico colore, ma solo il più esterno e visibile. Ci sono anche il giallo e il blu: alla base, intorno allo stoppino. Allo stesso modo in noi convivono tre livelli di “combustione”: il rosso delle passioni all’esterno, il giallo delle emozioni e, alla base, il blu dello spirito. Chi passa la vita a inseguire passioni per provare emozioni fa una cosa molto vitale, ma insufficiente ed è per questo che rischia di rimanere sempre inappagato. Per trarre dai sensi tutto ciò che possono darti, occorre lavorare sullo strato più profondo e nascosto. Imparare a cercare risposte all’interno e non all’infuori di te. Altrimenti sarai sempre vittima delle circostanze e degli ondeggiamenti emotivi altrui.
Massimo Gramellini, da “Cuori allo specchio”
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Post n°69 pubblicato il 14 Maggio 2013 da g1b_9
Beh, che vi succede? Tanto entusiasmo per Papa Francesco, viva i poveri, il dialogo, la pace, buon pranzo, buonasera, che fenomeno, che mito. Poi il Papa santifica i martiri di Otranto, che difesero la civiltà cristiana contro l'islam e difende la vita contro l'aborto. E cala la sordina. Quando tuonerà sulle nozze gay, chiederete di mandarlo a casa con Ratzinger? Conforta sapere che c'è gente in Italia e in Occidente che ha il coraggio di difendere il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale. Lo chiamano diritto alla vita, forse sarebbe più giusto chiamarlo dovere alla vita, in tema d'aborto ed eutanasia. È accaduto domenica a Roma, e prima a Parigi e a Washington, dove Hollande e Obama, non potendo offrire politiche sociali contro la crisi, distraggono con le nozze gay. Ci sono state imponenti quanto impotenti marce della vita. Pur con i miei dubbi, almeno in tema di accanimento terapeutico, ammiro la loro fermezza, ma proprio perché si appellano alla realtà devono ammettere una cosa: è una battaglia gloriosa ma destinata a perdere, come mostra il trend in tutto l'Occidente. Anche tra i più sensibili, c'è un senso di stanchezza e rassegnazione verso un processo che si avverte come irreversibile. Serpeggia l'intima convinzione che la vita abbia perso la sua partita contro i diritti dell'io, morte inclusa. Restano solo motivate ma inermi minoranze, residui focolai di fede. Questo aumenta l'ammirazione verso chi si ostina a marciare, ma proietta su di loro, Papa incluso, l'aura dorata dei vinti. Marcello Veneziani |
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