PIANETA TEMPLARI

IL MONDO REALE


distanza” a Belluno
E’ indubbio che questo progetto, avviato in Uganda nel 1986, rappresenta uno strumento straordinario di condivisione fraterna e di aiuto concreto all’infanzia bisognosa.I primi due bambini “sostenuti a distanza” sono George e Ester (rispettivamente di 6 e 9 anni), due cugini rimasti entrambi orfani che sono ospitati da una zia in una misera baracca di fango alla periferia di Kampala. Quando con Paolino, un volontario che come me lavora con don Vittorione, li incontriamo la prima volta sono malnutriti, vestiti di stracci, non vanno a scuola, hanno i piedi martoriati dalle pulci penetranti e il corpo dalla scabbia. Decidiamo subito di prenderci a cuore il loro futuro e dopo alcuni mesi di buon cibo la situazione cambia nettamente.Visti i buoni risultati decidiamo di proporre l’iniziativa anche ai vari volontari che prestano via via servizio nella sede ugandese di Africa Mission. In poco tempo Pierina, Carlo, Redenta, Saverio possono seguire da vicino la crescita di Ssematimba, Patrik, Ronald, ecc.Nel giugno del 1986 irrompe nella mia vita Anna. Figlia di un cieco e di una poliomielitica, vive assieme a 5 fratelli nel centro di riabilitazione per handicappati di Kireka, situato  a pochi chilometri da Kampala. Durante la mia prima visita a Kireka incontro Anna (3 anni) e subito ricambiato, me ne innamoro. D’accordo con il missionario Padre Antonio Rovelli decido di aiutare la sua famiglia garantendo a lei la frequenza all’asilo della parrocchia.Per tutto il 1986 e 87 io e Paolino organizziamo gite allo Zoo, scampagnate in riva al lago Vittoria, incursioni nell’unica gelateria esistente in città.Nel 1987 “Insieme si può…” si impegna fortemente nella costruzione e nel mantenimento dell’orfanotrofio di Kiwanga.  Diventa spontaneo proporre ai bellunesi l’adozione a distanza di quei bambini orfani che vivono in condizioni pietose. La risposta è subito straordinaria e in pochi mesi raccogliamo oltre 170 adesioni, più di quelle da noi richieste. Decidiamo quindi di “aprire” l’iniziativa anche alla realtà di Kamwokya, una delle Bidonville più grandi e miserabili di Kampala dove lavora Sr. Miriam Duggam, un missionaria francescana straordinaria.Nel 1992, in coincidenza con il mio rientro a Belluno dove assumo l’incarico di Segretario del CMD, l’iniziativa del “sostegno a distanza” si allarga anche ad altri paesi e a nuove realtà.
In poco tempo vengono assistiti i bambini poveri del Brasile nelle missioni di Don Gigi De Rocco,   Padre Remigio De Vettor, Padre Giuliano Todesco, i bambini della discarica di Manila (P. Giusto Squizzato), i bambini poveri di Itaosy, nella periferia della capitale del Madagascar (P. Doriguzzi) e di Sakalalina, nell’estremo sud del Paese, i ragazzi di strada di Nairobi (Familia Ya Ufariji), i bambini ciechi del Rwanda vittime della follia omicida che nel 1994 insanguina il paese.Nonostante le difficoltà, i problemi, i fallimenti (Kiwanga), anno dopo anno il numero delle adesioni aumenta e aumentano anche i paesi e i progetti.Ma cosa ne è stato dei primi ragazzi “adottati a distanza”? Che fine hanno fatto George, Ester, Ronald, Anna… ?George si è laureato in scienze dell’Educazione e oggi insegna in una scuola elementare. Ester ha tre bambini e vive a Kampala. Ronald ha frequentato un corso di taglio e cucito e oggi fa il sarto.Anna ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Josephine, una delle ragazze di Kiwanga, che grazia al sostegno a distanza aveva potuto studiare da infermiera, oggi gestisce un piccolo dispensario medico nella capitale, che si chiama “Insieme si può…”.E poi ci sono i casi di Harriet e di David, due ragazzi di Gulu accumunati dal triste destino di una paralisi agli arti inferiori, Anna per una pallottola, David a causa di una grave malattia. In questo caso “Insieme si può…” e i gruppi Colibrì hanno provveduto anche a costruire per loro una casetta.Ma non c’è solo l’Uganda. Per esempio in Brasile, presso la missione di Padre Giuliano Todesco, nel 1999 Tina ci ha presentato Graziela, una brava e sfortunata ragazza che aveva bisogno di un aiuto per completare i suoi studi di infermiera professionale. Il Gruppo ISP di Auronzo si è accollato la spesa e due anni fa Graziala si è diplomata.Piergiorgio Da Rold