Gennosuke

Post N° 254

bababadalgharaghtakamminarronnkonnbronntonnerronntuonnthu nntrovarrhounawnskawntoohoohoordenenthurnuk! [citazione]

Post N° 253

*sospiro*
La malinconia non se ne va mai via...

Post N° 252

Si comincia ad avvertire il caldo infernale che, secondo le previsioni, ci perseguitera' quest'estate. Ed io lo odio.
Innanzitutto, il caldo porta con se gli insetti, i miei acerrimi nemici, con cui ingaggio battaglie epocali senza tempo (tranne con le mosche, unica battaglia conclusa con la mia vittoria, *mwhwuhauwhauahwuahuwahuwh* [risata malefica]). Poi il caldo fa sudare, anche se rimani fermo immobile di fronte ad un ventilatore (che tra l'altro fa pure male) e la conseguente sensazione di appiccicume della pelle. Proprio non lo sopporto.
Il caldo toglie le forze (cosa molto negativa in vista degli esami), soprattutto a me. Perche'? Perche', per il mio stile di vita, vesto quasi esclusivamente di nero (le magliette, t-shirt e felpe non nere in totale sono 4) e come ben sapete il nero attira la luce, assorbe tutti i raggi solari ç_ç
E poi cavolo, c'e' troppa luce! Non si potrebbe abbassare un po'? Ho gli occhi delicati io u.u

Post N° 251

Post N° 250

Spesso rifletto sul fatto che in me convivono due anime.
Una illuministicamente (passatemi il termine) fredda, l'altra romanticamente calda. Da una parte adoro tutto cio' che e' tecnologico (vedasi la mia mania nel trovare videogames con protagonisti dei robot, oppure l'amore sfrenato per Evangelion), dall'altra il medioevo sia europeo che giapponese (adoro i cavalieri e i samurai :Q_). Da una parte vorrei vivere in una di quelle citta' da fantascienza, dall'altra a contatto con la natura o in uno di quei vecchi castelli. Insomma, o passato o futuro.
Questa sorta di differenza di potenziale all'interno della mia anima deve aver creato una sorta di potere simile al N.O. (e questa la capisce solo chi ha visto FLCL), con cui pero' riesco a trasferire (secondo quello che mi dite voi *:) emozioni invece di materia. O forse sto semplicemente delirando. Come quando, ad esempio, mi chiedo se sono banale nel mio voler tirarmi fuori dagli schemi per non essere banale.

Post N° 249

Lo sapevo! Lo sapevo!
Lo sapevo che potevo contare sulla mia capacita' di colpire al cuore, questo grazie soprattutto a voi, che ogni volta mi supportate (e sopportate xD).
Una delle poche cose in cui riesco, e' quella di stupire le persone che mi vogliono bene e a cui io voglio bene.
Queste parole non hanno molto senso (neanche grammaticalmente), pero' contate l'ora, sono le due e mezza passate e_e"

Post N° 248

Da quando mi sono trasferito nella camera di mio fratello, in soffitta, non avevo mai alzato la serrandina della finestra. Piove. La camera e' appena appena illuminata. Accendere la luce sarebbe uno spreco di energia. Mi alzo dalla sedia, mi allontano dal computer. Tiro su la serrandina e la stanza esplode di luce, nonostante la pioggia, che, inesorabile, continua a cadere. Il cielo e' grigio. Per oggi ha deciso di non concedere emozioni. Rimango li' per un po' con la testa alzata. In fondo ogni uomo e' comunque solo. Il rumore della pioggia sul vetro mi tiene compagnia. Mi viene da piangere, ma c'e' gia' chi lo fa per me.

Questo post per ribadire che la solitudine e' uno stato d'animo, non uno stato fisico; e' una malinconia che non t'abbandona; e' l'accorgersi che non siamo nulla di fronte all'immensita' del cielo.

Post N° 247

Senza che faccio tanti giri di parole: c'ho la ragazza =DD

Post N° 246

[O carro vuoto sul binario morto]
di Clemente Rebora

O carro vuoto sul binario morto,
ecco per te la merce rude d'urti
e tonfi. Gravido ora pesi
sui telai tesi;
ma nei rantoli gonfi
si crolla fumida e viene
annusando con fàscino orribile
la macchina ad aggiogarti.
Via dal tuo spazio assorto
all'aspro rullare d'acciaio
al trabalzante stridere dei freni,
incatenato nel gregge
per l'immutabile legge
del continuo aperto cammino:
e trascinato tramandi
e irrigidito rattieni
le chiuse forze inespresse
su ruote vicine e rotaie
incongiungibili e oppresse,
sotto il ciel che balzàno
nel labirinto dei giorni
nel bivio delle stagioni
contro la noia sguinzaglia l'eterno,
verso l'amore pertugia l'esteso,
e non muore e vorrebbe, e non vive e vorrebbe,
mentre la terra gli chiede il suo verbo
e appassionata nel volere acerbo
paga col sangue, sola, la sua fede.


[Taci, anima stanca di godere]
di Camillo Sbarbaro

Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altro vai
rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
                               Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.

Non ci stupiremmo,
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
              Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.

La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.
              Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.


[era da un po' che volevo metterle]

Post N° 245

Oggi a scuola c'e' stata una conferenza sulla rivoluzione di Budapest del 1956. Tra i relatori, c'era anche un uomo che aveva preso parte a quella rivoluzione, che ha assistito, dunque, al sangue versato. Inutile dire che meno della meta' della meta' dei presenti ascoltavano (mi sono tenuto largo). Se avessi avuto un Death Note, li avrei uccisi tutti all'istante. Come si puo' non ascoltare l'esperienza di un tale uomo? Uno che ha combattuto per la Liberta'?
Tutti un branco di idioti quella della mia generazione, perche' tutti hanno la pappa pronta e neanche se ne rendono conto. La nostra preside, a tal proposito, in ultimo a commentato:
"I giovani di oggi devono scegliere tra andare a mangiare una pizza o andare al cinema il venerdi' sera. Quelli di Budapest sceglievano tra la vita e la morte per la Liberta'."
Mai parole furono piu' azzeccate. Mi ha fatto pensare che se magari, ai giorni nostri, ci fosse un totalitarismo come quello di Budapest, magari la massima aspirazione per un giovane non sarebbe quella di aspettare il weekend per "sballarsi".
E' proprio vera la frase "si stava meglio quando si stava peggio".
E ringrazio Dio per essere un solitario, magari se fossi stato insieme a certa gente, ora sarei una delle tante merde felici.

[sono consapevole del fatto che generalizzo un po' troppo, ma questo e' quello che vedo con i miei occhi dalle mie parti, e se voi che leggete siete d'accordo con me, allora sentitevi non chiamati in causa nelle mie parole]