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Paesaggi interiori...
Ti amerei…
Ti amerei nel vento
Sotto il cielo terso di primavera
Tra la dolcezza delle rose…
Ti amerei nel canto degli uccelli
All’ombra della vegetazione
Sulla pietra calda e nuda
Sotto il sole bruciante
Nella frescura dell’erba
E con il canto degli insetti…
Ti amerei il giorno e la notte,
Nella calma e nella tempesta
Sotto le stelle che brillano
Sotto la rugiada della notte
E la mattina all’alba
Con il sorriso e con le lacrima
Ti amerei ancora…
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Ti accompagno sulla spiaggia
Quando il sole è tramontato
E il tepore sulla sabbia
Scalda il nostro amore
Ti accompagno sulla cima
Quando il il sole la colora
E il freddo si allontana
Mentre stringo il tuo corpo
Poi, sulle distese verdi
Mosse dal vento
Sulle rive dei laghi
Calme e mitigate
Ti spoglio d’ogni abito
Per lasciare il silenzio al vento
Per ammirare il tuo sorriso
Mi inchino al tuo desiderio
E cercando la tua mano
Bacio il tuo ventre
Mentre l’altra
Cerca il tuo seno
Tutto corre veloce
Eppur il tempo cammina
Quando colgo il fiore
Che celi tra il cuore
Accarezzo ogni spasimo
Accolgo tutto l’ardore
Guardo con te il cielo
E piango con amore
Poi ti rivesto come sposa
E donandoti un fiore
Prendo la tua mano
E fra la gente camminiamo.
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FERMIAMO IL CONSUMO DI TERRITORIO
Post n°2 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da ilcerchiopopolare
L'ideologia della crescita ha esercitato una tale devastazione nella cultura e nei valori per cui il criterio di giudizio che unicamente viene preso in considerazione è quello economico. Peggio è quello economico a breve termine. Non importano considerazioni di ordine estetico, etico o culturale, basta che una cosa sia presentata come economicamente conveniente che ogni altra considerazione è spazzata via. Questa semplificazione del giudizio, vera e propria automutilazione spirituale, porta in se dei disastri, il primo dei quali è la "cecità" che impedisce di vedere gli effetti anche quando sono sotto gli occhi di tutti. E' di evidenza solare che le risorse finite della terra (che per quanto grande non è infinita) non possono sostenere il loro uso dissennato senza collassare. E' ciò che sta avvenendo per il petrolio, per il cui controllo si sono già scatenate guerre preventive; sta per avvenire per l'acqua; è avvenuto e avverrà per le risorse minerarie. In ogni territorio del nostro paese il consumo insostenibile di risorsa è particolarmente visibile a proposito dell'invasione di cemento e asfalto. Si costriuscono capannoni anche al di fuori di ogni necessità per investire soldi, per affittarli nell'illusione che lo "sviluppo" continuerà indefinitamente, mentre sono già evidenti le crepe. Nel momento della crisi assumerà valore il terreno che può dare buoni alimenti. Dal cemento chi può trarre di che sfamarsi? Chi pensa di mettere al sicuro i propri risparmi investendo nel cemento dunque non solo non tutela interessi collettivi, ma neppure quelli personali. E' un fallito anche solo dal punto di vista più egoistico. Ma non è necessario rivolgersi al futuro, basta e avanza guardare il presente. I corsi d'acqua tendono ad essere sempre più poveri e soprattutto a cambiare il regime che sta diventando non più di tipo fluviale ma di tipo torrentizio. A questa trasformazione-degrado concorre anche l'asfaltatura e la cementificazione del territorio. La pioggia che cade su superfici impermeabili (asfalto e cemento appunto) non percola in profondità ma scorre via immediatamente. Questo da un lato alimenta l'onda di piena e i suoi effetti a volte devastanti, dall'altra riduce l'alimentazione della falda freatica che, anche per altre ragioni, diventa sempre più profonda. Anche l'approfondimento della falda, oltre agli evidenti danni all'agricoltura, determina la riduzione o il disseccamento delle fonti originando periodi di magra dei corsi d'acqua alternati a rischi di esondazione: appunto il regime torrentizio al posto del regime fluviale. L'edilizia residenziale, e soprattutto quella industriale, essendo per ragioni economiche fatte su modelli standarizzati, frequentemente con cemento precompresso, perde caratteri locali e diventa causa di impoverimento del paesaggio che è anche estraniazione dalla nostra identità, cioè impoverimento storico e culturale. Anche da questo punto di vista l'avidità è cattiva consigliera. Certamente i flussi di turismo che sarebbero auspicabili non si realizzeranno per venire a vedere dei capannoni: di costruzioni anonime, siano americane o tedesche o giapponesi o svizzere, ne hanno già fin troppe a casa loro, non hanno bisogno di venire da noi. A forza di capannoni ci troveremo dunque più poveri culturalmente, ma anche, maggior beffa degli "adoratori dell'affare", economicamente. La nostra mente è stata colonizzata. Come nel secolo scorso in Asia, America e Africa si operarono grandi movimenti di liberazione dal dominio politico, è ora necessario un movimento di liberazione culturale. Liberati dalla prigione mentale che l'ideologia delle merci ci ha imposto, potremo ritrovare la strada dell'amore per la terra e per l'acqua, per le piante e i fiori e per ogni forma di vita animale e vegetale; amore e riconoscenza per i nostri antenati che questi territori ci hanno consegnato intatti dal punto di vista del paesaggio e più fertili da quello agronomico, in definitiva amore e rispetto per noi, condizione per amare e rispettare gli altri. di Beppe Marasso dal "Obiettivo Ambiente" n.°9 settembre 2009 . Pro Natura Notiziario |
<a href="http://www.beppegrillo.it/listeciviche/" target="_blank" ><img src="http://www2.beppegrillo.it/listeciviche//mt-static/listeciviche/diffondi1.jpg" border="0" alt="Liste Civiche Nuovo Rinascimento"/></a> |
Inviato da: giovanni.piredda42
il 26/11/2010 alle 10:46