ghedor - Cultura
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Gargouille

Spiritato spirato via nella folle brezza che  gorgoglia gargouille da eco ad eco senza posa. Estenuante flagello che disossa le rovine di una cattedrale che sfasciano una presenza ormai nucleare in un inverno truce. Ricadono lente le ceneri che squamano il sole squagliato sempre più nella fuliggine.
 

Decrepito

Incartapecorito nella laida decrepitezza,  sorride malinconia rattrappito nei suoi stenti, un po' stordito s'appisola infagottato nei suoi paramenti e si risveglia poi allocchito, di soprassalto, nei suoi smarrimenti. Poi tenendo il dorso della mano puntellata fra mandibola e mento come un pensatore, cerca di surclassare l'incanto di un involontario spettatore.
 

Catastrofi

Quanto più le catastrofi dell'universo mi saranno risparmiate, tanto più il terrore non diverrà il mio unico universo.
 

Charles Baudelaire

Il disfacimento della carne, lo smascheramento dell'ipocrisa borghese, la profonda inquietudine che lo pervade e opprime, l'ideale di una bellezza impossibile e la forma classica del sonetto che marcisce dolentemente, così come il mito: Charles Baudelaire.
 

Nicholas Arthur Rimbaud

Allusioni subliminali, trasfigurazioni di mondi immaginari, degradazioni bestiali, amare illusioni e demoni interiori che sfuggono a qualsiasi controllo. Di tutto questa parata solo lui ha la chiave: Nicholas Arthur Rimbaud.
 

Amore platonico

Quando finisce l'amore platonico, allora, atterro sulla realtà disilluso, senilmente e gelidamente alieno come sul serbatoio fungiforme di un acquedotto.
 

I canti di Maldoror e le poesie

I canti di Maldoror di Lautréamont affrontano l'incontro-scontro dell'inconscio nella sua abiezione sadica e il fascino crudelmente ammaliatore del male. Le poesie, invece, rigettano quello stesso demone dell'inconscio e lo smontano razionalmente.
 

Afa

Questi vasti cameroni di pelliccia che mi avvolgono nell'afa, mi sostengono come salvagenti, mentre secchi di sudore mi irrorano subdolamente e il fiato si accartoccia nelle budella per sfornarsi nei tropici.
 

La mummia

La mummia, dalla testa nera a tamburo rincagna il suo urlo nella secca bocca da piragna. Se ne sta zitta e non si lagna di essersi scompigliata nella polvere. Sembra sul punto di squittire all'improvviso, ma si mantiene rannicchiata a cullare il suo friabile dolore.
 

Immagine

Non affioro mai all'immagine nell'oscurità del sonno, ma mi addentro nella caverna dove un mistico film muto mi muta gallegiandomi intorno.
 

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