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CARNEVALE DI NORMALITA'/4


 Quarta parte Giovanni ed io continuavamo nella piazza stralunati e muti mentre di fotografia rubavamo  immagini della festa. Sontuosi costumi per farsi vedere: belli e belle ballano nelle calli, tante pere come di plastica tutto finto anche le atomosfere fasulloni e maniere. Dov’è l’antica tradizione umoristica dello scherzo general del carneval? E della maschera di fica  E della mona che si fa il Baffo? Qui giace la festa solo la cerimonia se desta,  ma anche i campi e la piazza, che noia! Con ciò che costa per far bella mostra e il vigile cammina e controlla  s’avvicina tra maschere e colombi, di qualcosa di strano ha sentito il puzzo. E’ un’altra criniera similare  al  Cavallo Pazzo, amico suo un tipo trasandato da antichi piombi condannato, seduto per terra il vigile dopo averlo inquadrato lo trascina  come un sacco o un cestino  anche questo per il coppino. Grida il trasandato, Grida con tutta la voce in corpo  - io mi chiamo Nuvola Rossa E non temo la percossa,  non mi sporcar uomo in divisa un povero ghisa… Si ribella e scalcia in un delirio di subita ingiustizia, la sua voce isterica conquista la piazza, le autorità si nascondono i colombi s’alzano in gruppo: legge e ordine per il rispetto come un dio vero il rigore ci vuole e normalità col suo livore. E questo Nuvola Rossa che cerca emozioni  capro capro di tante  frustrazioni  deve diventar. Non c’è rispetto, non c’è diletto La diversità di un derelitto… Senza aspetto, che suscita reazione  o peggio violenza In chi ha una vita  in completa astinenza. Dio solo che c’assiste e lo stato non vuol e insiste via da Venezia brutta gente, noi con astio siam padroni   in casa nostra ostia! Vogliamo conservare in maniera seria La nostra piccola educata miseria.