Creato da marino.giannuzzo il 08/10/2009
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da ISTANTANEE

Post n°7 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da marino.giannuzzo

Lidia

 

 

Batton le chiome i glutei.

 

Lidia saltella e corre

nel crepuscolo serale,

unico compagno

lo sciabordio del mare,

che l’acque sue non muove

e quasi stagno pare.

 

Nuda nel corpo

turgida nei seni

braccia e gambe

roteando al vento

armoniosa avanza

quasi in lieve volo

verso il buio immenso

Lidia

simile a puledra

indomita e selvaggia.

 

Luccichio

 

 

Pisciato ho sulla terra

dentro un vaso

tra le piante nere

nella notte:

luccica la luna

in mille stelle.

 

Rombano i motori

sull’asfalto

e penetrando vanno

l’autostrada.

 

Dalla boscaglia

nella notte fonda

un grido di civetta

solitario e tetro.

 

Gli occhi ho fissi

alle mille stelle

che la luna invia

dalla mia pisciazza.

 

 

 Lupinelli

 

 

Per le vie del borgo

nel vespero d’estate

passava il venditore

di lupini sotto sale.

 

“I lupinelli,

i salatielli te lu mare“

iva bandendo

per vicoli e viuzze

poco vendendo

tra poveri tuguri.

 

Correvano i bambini

a comprar lupini

sotto sale, acqua piovana

e aromi al naturale,

dal venditore

ciarlatano e stanco.

 

Queste le gioie

di color che furono

vecchi bambini

fuori dalla guerra

dentro la fame

per folli deliri.

 

“I lupinelli,

i salatielli te lu mare”:

vecchia cantilena e dolce

odo la notte ancor

quando all’infanzia

chiusi gli occhi ho fissi.

 

 

 

 

Mariannina

 

 

Per i campi va

la piccola Marianna

con due canestri enormi:

raccoglie tra i rifiuti

la ricchezza:

cianfrusaglie ed immondizie varie.

 

A casa torna a sera

carica di mille porcherie.

Talvolta trova un frutto

talvolta un osso

tal altra un barattolo di carne

vuoto.

 

Si nutre Mariannina

come un cane

randagio tra i dirupi

di montagne

assolate e in fiore.

 

Ferma è il dì festivo:

è giorno di riposo.

 

Ma tutti gli altri giorni

con pioggia o con la neve

o al solleon di luglio

girovaga vedrete

la matta Mariannina,

piccola e sbilenca,

felice tra i rifiuti

cogliere dei fiori

tra pezze colorate

vetri luccicanti

e cadenti muri.

 

 

 

 

Maternità

 

 

In carnale abbraccio

la madre serra il figlio

al petto verginale

come in incesto,

quasi maritale.

 

Abbraccio della madre

casto e puro

che la carne sua

tende a trasformare

in carne del suo figlio

con materno ardore.

 

Abbraccio della madre

tenera e gioiosa

abbraccio della madre

che d’amore è pregna

e d’apprensione.

 

La madre veglia

veglia sul bambino

che abbarbicato al seno

latte succhia e vita.

 

Alfin s’addorme

il figlio nella madre

alfin s’addorme

la madre sul suo figlio

le braccia a protezione,

petali di fiore.

 

 

Musica

 

 

Dolci pensier la musica

nell’animo riverbera.

 

Antica vision rimembra

di piccoli selvaggi

crescenti nell’arena

che sempre ha nome vita.

 

Le guerre con i sassi

in campi avversi vedo,

i giochi coi nemici

che furono di ieri

nella sassaiola,

le corse per i campi

tra gli alberi ed i fiori

nei ruscelli asciutti

di piani sterminati

o a coglier frutti

la sera nei giardini

per dimostrare a tutti

le mie capacità.

 

Come linfa scorrere

sento nelle vene

la musica suadente

in mezzo al gran teatro

che sempre ha nome vita.

 

Sale ai folti pini

nella natura verde

echeggia lievemente

nelle profonde valli.

 

Tutto intorno a me

inonda dolcemente

la musica suadente.

 

 

      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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