Creato da marino.giannuzzo il 08/10/2009
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da ISTANTANEE

Post n°10 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da marino.giannuzzo

Petalo

 

 

Era scritto “t’amo”

sul petalo di rosa

secco da trent’anni

per la fanciulla

che ora non c’è più,

per la ragazza bionda

dagli occhi verdi e vergini

e teneri che fu.

 

Il petalo di rosa

viva ha conservato

tra i colori scritta

l’antica giovinezza

tra i versi di Rimbaud,

dimentico del tempo

che pure è scivolato

tra gli ingialliti fogli.

 

Che scivola sui fogli

che scivola su noi.

 

Il petalo è rimasto

come il primo giorno,

un po’ mummificato.

 

I capelli biondi

gli occhi verdi e dolci

di vergine fanciulla

tenera che fu

sono scomparsi

con l’età più bella

di color che scrissero

sul petalo di rosa

secco da trent’anni

un po’ mummificato

tra i versi di Rimbaud:

un ardente “t’amo “.

Pianto Romano

 

 

Pianto Romano

detto fu quel colle

ove la pugna

fu cruenta e forte

ove i Borboni

dispongono alla morte

gli infelici

villani di borgata,

ove son giunte

le camicie rosse

di sangue degli eroi.

 

Sui petti corre

il sangue e sulle mani,

sangue glorioso

di garibaldini

che alla morte vanno

sconosciuti eroi.

 

Pianto Romano

detto fu quel colle

che immoto guarda

or Calatafimi

oscuro borgo

ma non più per noi.

 

Sacrario austero

di ossa degli arditi

mira lontano

il mare e i monti neri,

ricorda ancora

il grido degli alpini

che eco fanno

all’avventuriero:

qui facciam l’Italia,

l’Italia degli eroi.

 

Piccoli visi

 

 

Cento visi

piccoli di bimbi

rosei e ridenti

tutti affascinanti.

 

Piccoli e belli

pelle vellutata

guance di rosa

di pesca han le labbra.

 

Scompariranno

dei bimbi i rosei visi.

 

Andrà via con gli anni

la felicità

dei bimbi rosei

come fior di pesco.

 

Pioggia

 

 

Goccia d’acqua

che dall’alto scende

sulle foglie

a rinfrescar l’arsura

dell’estate.

 

Acqua piovana

acqua senza sale

tra le zolle scende

la terra a rinfrescare.

 

 

 

 

 

Pupazzo

 

 

Era un pupazzo

era alto e grosso

era di paglia

e detto fu paglino.

 

Era minchione,

minchione a tutto tondo,

era vigliacco

vigliacco sopra e sotto.

 

Era un buffone

si comportò da matto.

Volle darsi vita

ma restò pupazzo.

 

Restò  di paglia

e detto fu paglino.

 

 

Quassù

 

 

Tornato son quassù

tra le bianche nubi

rotonde e a pizzi

frastagliate o tenui

del cielo.

 

Vorrei schivarle

per tuffarmi in mare

tra salatini e bibite

di un’hostess ridente

che rallegra il cuore

in questo cielo immenso

inesistente e vero.

 

.

Quiete

 

 

Sereno l’esser mio

volteggia in cielo.

 

Soffice nuvola

ove lo spirto posa

spinge vento leggero

oltre la luna

tra mondi infiniti

incontaminati e muti..

 

Momento di quiete

anche nel corpo

che sereno posa

sul divano.

 

Odo voci lontano

vedo luci nel buio:

un immenso sentire.

 

Poi giacciono

spirito e corpo sereni.

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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