Creato da marino.giannuzzo il 08/10/2009
Lidia
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Lidia
Batton le chiome i glutei.
Lidia saltella e corre
nel crepuscolo serale,
unico compagno
lo sciabordio del mare,
che l’acque sue non muove
e quasi stagno pare.
Nuda nel corpo
turgida nei seni
braccia e gambe
roteando al vento
armoniosa avanza
quasi in lieve volo
verso il buio immenso
Lidia
simile a puledra
indomita e selvaggia.
Luccichio Pisciato ho sulla terra dentro un vaso tra le piante nere nella notte: luccica la luna in mille stelle. Rombano i motori sull’asfalto e penetrando vanno l’autostrada. Dalla boscaglia nella notte fonda un grido di civetta solitario e tetro. Gli occhi ho fissi alle mille stelle che la luna invia dalla mia pisciazza.
Lupinelli Per le vie del borgo nel vespero d’estate passava il venditore di lupini sotto sale. “I lupinelli, i salatielli te lu mare“ iva bandendo per vicoli e viuzze poco vendendo tra poveri tuguri. Correvano i bambini a comprar lupini sotto sale, acqua piovana e aromi al naturale, dal venditore ciarlatano e stanco. Queste le gioie di color che furono vecchi bambini fuori dalla guerra dentro la fame per folli deliri. “I lupinelli, i salatielli te lu mare”: vecchia cantilena e dolce odo la notte ancor quando all’infanzia chiusi gli occhi ho fissi. Mariannina Per i campi va la piccola Marianna con due canestri enormi: raccoglie tra i rifiuti la ricchezza: cianfrusaglie ed immondizie varie. A casa torna a sera carica di mille porcherie. Talvolta trova un frutto talvolta un osso tal altra un barattolo di carne vuoto. Si nutre Mariannina come un cane randagio tra i dirupi di montagne assolate e in fiore. Ferma è il dì festivo: è giorno di riposo. Ma tutti gli altri giorni con pioggia o con la neve o al solleon di luglio girovaga vedrete la matta Mariannina, piccola e sbilenca, felice tra i rifiuti cogliere dei fiori tra pezze colorate vetri luccicanti e cadenti muri. Maternità In carnale abbraccio la madre serra il figlio al petto verginale come in incesto, quasi maritale. Abbraccio della madre casto e puro che la carne sua tende a trasformare in carne del suo figlio con materno ardore. Abbraccio della madre tenera e gioiosa abbraccio della madre che d’amore è pregna e d’apprensione. La madre veglia veglia sul bambino che abbarbicato al seno latte succhia e vita. Alfin s’addorme il figlio nella madre alfin s’addorme la madre sul suo figlio le braccia a protezione, petali di fiore. Dolci pensier la musica nell’animo riverbera. Antica vision rimembra di piccoli selvaggi crescenti nell’arena che sempre ha nome vita. Le guerre con i sassi in campi avversi vedo, i giochi coi nemici che furono di ieri nella sassaiola, le corse per i campi tra gli alberi ed i fiori nei ruscelli asciutti di piani sterminati o a coglier frutti la sera nei giardini per dimostrare a tutti le mie capacità. Come linfa scorrere sento nelle vene la musica suadente in mezzo al gran teatro che sempre ha nome vita. Sale ai folti pini nella natura verde echeggia lievemente nelle profonde valli. Tutto intorno a me inonda dolcemente la musica suadente.
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Inviato da: giorgia19.90
il 06/12/2009 alle 01:22