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Chimica e alimentazione II parte »

CHICA E ALIMENTAZIONE I parte

Post n°1 pubblicato il 10 Marzo 2011 da giapinap

 

ALIMENTAZIONE, CHIMICA E TERRITORIO


1 - Oggi l'agricoltura e' completamente industrializzata. Con l'industrializza­zione si sono rotti gli equilibri naturali e ha preso il sopravvento la chimica : ormai nelle campagne vengono usati fertilizzanti chimici, pesticidi (veri e propri veleni per combattere gli organismi nocivi come insetti, erbacce e funghi) ed altre sostanze come acidificanti, correttivi del terreno, stimolanti organici e anti-inquinanti. 

 

Il vantaggio che la nuova tecnologia ha arrecato, dal punto di vista meramente produttivo, all’agricoltura e' evidente: una maggiore resa su una minore superficie, però le conseguenze, dal punto di vista ecologico e produttivo, sono state disastrose. 

Anzitutto i prodotti agricoli richiedono un input energetico superiore a quanto possiamo ricavarne comprendendovi anche il trasporto dei prodotti e tutte le altre operazioni necessarie, l’eliminazione delle specie di migliore qualità sostituite con specie con caratteristiche economiche-industriali più trattabili (es.: pomodori con pelle più dura e resistente al freddo e al caldo e più facilmente raccoglibili. L’alterazione degli equilibri naturali, non soltanto in agricoltura, ha determinato una notevole accelerazione dei processi di mineralizzazione ed erosione delle terre e quindi una diminuzione delle terre coltivabili e del prodotto, un aumento delle specie nocive resistenti ai pesticidi, una diminuzione della bio-diversità, inquinamento delle acque, contaminazione dei prodotti agricoli e danni alla salute. Altra grave conseguenza dell’industrializzazione agricola è l’inquinamento ed il progressivo impoverimento delle falde freatiche (anche i grandi serbatoi del pianeta si stanno inquinando).

La principale ragione del massiccio sfruttamento delle falde è stata l’enorme espansione dell’agricoltura a irrigazione artificiale.

Il venire meno del delicato equilibrio dell’assetto territoriale determina l’aumento delle catastrofi “naturali” e, quindi, frane, alluvioni,  smottamenti.

Si è avuto una diminuzione pro capite della terra coltivata a cereali a partire dagli anni cinquanta e, più precisamente, più di un terzo in meno rispetto al 1972 ed inoltre le colture non sono in grado di utilizzare in modo efficiente una maggiore quantità difertilizzante. La produzione del 2002 è stata di 1833 milioni di tonnellate con una flessione dello 1,3%, rispetto a 1904 milioni di tonnellate del 20011.

Mentre nel passato vi era un equilibrio tra l’aumento della produzione e la diminuzione delle terre coltivabili, oggi tal equilibrio non c’è più in quanto il tasso di perdita delle aree coltivabili non ècompensato dagli aumenti della produzione.

Le scorte mondiali di grano per l’anno 2002 si sono ridotte del 22%, quelle dei cereali del 18%. Nel 2003/2004 gli stock cerealicoli dovrebbero rimanere ai livelli più bassi dagli inizi degli anni ’70 e la situazione alimentare restare preoccupante in numerosi paesi poveri.

Il problema della sicurezza dell'alimentazione nel futuro ci apparirà in tutta la sua gravità se si tiene conto che negli anni novanta le produzioni dei cereali sono diminuiti e che la popolazione mondiale aumenta, invece, al ritmo di circa un miliardo ogni 10 anni. Già oggi la popolazione mondiale sotto i limiti di nutrizione è di oltre 830 milioni e, non a caso, tale popolazione è concentrata nei paesi del terzo mondo.

2 - Le coltivazioni in serra permettono di trovare primizie tutto l'anno. Tali coltivazioni richiedono trattamenti chimici ancora più massicci rispetto alle coltivazioni "normali": bromuro d’etile (che può danneggiare fegato, stomaco, occhi, pelle ed influire sulla fertilità), pesticidi, concimi artificiali e stimolanti la crescita . Per questi motivi la frutta e gli ortaggi fuori stagione, dal punto di vista nutritivo in genere e vitaminico in particolare, sono meno ricchi, mentre contengono un concentrato di sostanze chimiche tossiche maggiore di quelli “normali”. Può capitare, più spesso del solito, che siano messi in commercio non avendo smaltito del tutto le sostanze tossiche. Inoltre, i prodotti ortofrutticoli, per essere venduti fuori stagione, sono raccolti e conservati nei frigoriferi industriali e trattati con antimuffa ed altri additivi. Lo stesso discorso vale per la frutta e gli ortaggi esotici o comunque importati, in quanto il trattamento cui vengono sottoposti durante il trasporto li rende simili ai prodotti conservati in frigorifero.

3 - La separazione tra produzione agricola e allevamento del bestiame ha determinato un grande aumento del consumo di fertilizzanti a causa di un mancato apporto organico degli allevamenti (concimi naturali) e una progressiva concentrazione del bestiame senza terra di dimensioni adeguate. L’allevamento intensivo e industrializzato comporta un massiccio uso di farine animali, di antibiotici e di altre sostanze chimiche per determinare un aumento dei capi e della loro resa. Sìcché la classica “fettina“ può contenere ormoni della crescita, antibiotici e altre sostanze tossiche provenienti dall’ambiente esterno quali i famigerati pesticidi e metalli pesanti come cadmio e piombo. Inoltre, l’uso delle farine animali ha provocato una vera e propria epidemia fra i bovini in quasi tutta l’Europa, l’encefalopatia spongiforme bovina o muccapazza. Il mare ed ancora più i fiumi sono gravemente inquinati e, quindi, anche il pesce può contenere sostanze tossiche ( per esempio: cadmio e mercurio). Inoltre, è in atto una forte riduzione del pescato pro capite.

4 - L’industria alimentare ha certamente migliorato la quantità degli alimenti, ma nello stesso tempo ne ha peggiorato la qualità. Infatti, gli alimenti manipolati, oltre ad essere eccessivamente raffinati e di conseguenza carenti di principi nutritivi fondamentali sono pieni di additivi spesso dannosi alla salute.

5 - Ci troviamo a dover affrontare una grande sfida: quella di soddisfare la crescente domanda di cibo di buona qualità e non tossico per tutta la popolazione mondiale, senza provocare una ulteriore diminuzione delle terre coltivabili. Le bio-tecnologie applicate all’agricoltura non sono in grado di affrontare il problema ma sono solo fonte di ottimi affari per i grandi gruppi chimici e di ulteriori gravi esiti per l’agricoltura e la salute umana. Per affrontare questa dura sfida è necessario intraprendere una serie di azioni, tra le quali le principali:

  • Ridurrei consumi alimentari nel ricco occidente.

  • Azzerare il debito dei paesi poveri e pianificare immediati aiuti alimentari.

  • Realizzare un piano per il riassetto idrogeologico del territorio.

  • Impedire che le terre coltivabili vadano ulteriormente perdute destinandole ad usi diversi dall’agricoltura (strade, autostrade, viadotti, fabbriche, etc.). Meglio riqualificare le costruzioni già esistenti.

  • Avviare la riconversione ecologica dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame: risanare e preservare il terreno agricolo, riunificare allevamento e agricoltura, incoraggiare le coltivazioni d’orti domestici.

  • Realizzare un’immediata e drastica riduzione della chimica in agricoltura, nell’allevamento del bestiame e nell’industria alimentare.

  • Emanare una rigida legislazione sulle bio-tecnologie per combattere la strategia delle multinazionali biotech che costituisce una seria minaccia per la salute pubblica.

  • Attuare e rendere più rigide le decisioni già prese sulla diminuzione dei gas responsabili dell’effetto-serra e del buco dell’ozono.

1Circa la metà della produzione mondiale, vale a dire 978 milioni di tonnellate, è usata come mangime animale. Le granaglie vengono usate come mangime animale con grande spreco di energie di natura alimentare. Es.: da kg.5 di grano si ricava kg.1 di carne.

 

CONSIGLI 

(perdifendersi dalla cattiva alimentazione)

  1. Comprare prodotti biologici (carne, frutta, verdura, pasta, pane integrale, zucchero, etc.) anche se ciò è difficile ma non impossibile. Esistono, infatti, appositi negozi per la vendita di prodotti biologici. Fare attenzione, però, a non farsi ingannare. La natura non crea frutta perfetta. Guardarsi, quindi, dalle apparenze:  ilprodotto organico ha un aspetto meno bello del prodotto trattato chimicamente.

  2. Si raccomanda di lavare con molta cura frutta e verdura non biologica, lasciandola due ore in acqua con un cucchiaio di bicarbonato. Anche dopo tale trattamento è, comunque, necessario sbucciare sempre la frutta.

  3. Si sconsiglia, per i motivi già illustrati, di acquistare e consumare prodotti ortofrutticoli fuori stagione. Le fragoline ed i fragoloni in modo particolare. Le fragole, infatti, vengono a maturazione nei mesi di maggio e di giugno e hanno un prezzo abbastanza elevato. Le fragole prodotte in serra, in particolare i fragoloni, costano molto meno, ma hanno un alto contenuto di sostanze tossiche ed un basso contenuto di vitamine e d’altre sostanze nutritive. Un test condotto negli USA ha trovato sulle fragole coltivate in serra pi ù residui di pesticidi che su qualsiasi altro frutto o vegetale.

  4. Si consiglia di non comprare prodotti esotici per i massicci trattamenti di pesticidi e d’altre sostanze cui sono sottoposti. Si tenga, inoltre, presente che spesso i trattamenti sono a base di pesticidi proibiti in Italia per l’elevata tossicità (DDT).

  5. Non acquistare merendine o altri cibi simili ai bambini. Si tratta di dolci ad alto contenuto calorico (hanno un tasso molto elevato digrassi nell’impasto) e contengono vari additivi, in modo particolare conservanti. 

  6. Nitrati e nitriti in dosi elevate sono dannosi per la salute. Tali sostanze sono contenute in modo particolare negli insaccati (come conservanti) ed in alcune verdure (spinaci, rucola…). In particolare nell’alimentazione dei bambini, questi cibi non dovrebbero trovare posto.

  7. Preferire i cibi non raffinati. I cibi integrali (per esempio il pane e lo zucchero di canna) sono più ricchi di principi nutritivi i quali sono, appunto, eliminati nei processi di raffinazione.

  8. E per finire. Il cibo è decisivo per la salute e il benessere di tutti. Cercare sempre di mangiare cibi organici e senza additivi, e lottare perché venga posta la parola fine, se non per noi per inostri figli, ad un modo di vivere dove anche mangiare costituisce un pericolo.

(continua)
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GUIDO LAZZERINI.

Solo a lui risale ogni elaborazione di quanto da me pubblicato. Del resto io ho solo collaborato alla impaginazione, alla stesura finale ed alla correzione ortografica peraltro già ottimale del testo.

 
 
 
 
 
 
 

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