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Messaggio n°29
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 08/01/2005
Asia, va in onda l'ipocrisia La rivoluzione comincia da casa tua, altrimenti è destinata a fallire.
Tratto dall'editoriale di Panorama del 13 gennaio c.a. di Sergio Romano a proposito dello Tsunami [...] è andato crescendo nelle società prospere e avanzate un sentimento di intolleranza per le sventure umane che è forse una indiretta conseguenza del declino del sentimento religioso.
Abbiamo smesso di credere nella fatalità della morte e del male. Vorremmo che ogni catastrofe venisse pervenuta, ogni male curato, ogni sofferenza alleviata. Qualsiasi tragedia è al tempo stesso uno scandalo e una sfida. Potremmo compiacerci di questa maggiore sensibilità se la grande onda dell’emozione non potesse, a sua volta, provocare qualche disastroso paradosso. Accusato di essere "stingy" (avaro, meschino), George Bush ha decuplicato lo stanziamento iniziale e ha promesso 350 milioni di dollari. Altrettanto hanno fatto, sotto la pressione della loro pubblica opinione, tutti i paesi sviluppati. Ma è difficile credere che queste donazioni si accompagnino a un complessivo aumento degli stanziamenti per il Terzo mondo. Poiché la carità, come dicono gli inglesi, comincia a casa propria, i fondi per l’assistenza rimarranno grosso modo gli stessi e il denaro attribuito all’Asia ridurrà quello riservato all’Africa dove carestia, AIDS e guerre civili uccidono su scala incomparabilmente più grande. Non basta. Mosse dall’indignazione, ma anche dal desiderio di tranquillizzare le proprie coscienze, le società compassionevoli dell’occidente fanno offerte che non sempre verranno bene utilizzate, inviano aiuti che verranno distribuiti soltanto in parte e costringono le loro autorità a gesti puramente dimostrativi o retorici.[…] Non so se hai notato il grassetto… Tranquillizzare la propria coscienza dopo le grandi abbuffate natalizie… Tranquillizzare la propria coscienza con un cellulare ultimo modello, mentre guardo le ultime notizie comodamente seduto sulla mia poltrona di fronte al mio nuovo schermo ultrapiatto… Non ti chiedo di privarti di tutto questo, ti chiedo, e chiedo a me, anch’io troppo spesso ipocrita e mancante, di accorgermi della sofferenza del tuo prossimo. Zittire la coscienza quando ciò costa solo un euro e un pizzico di compassione non basta. Per cambiare noi stessi e il mondo, dobbiamo svegliare la nostra coscienza che ha scordato il dolore di chi è accanto, solo perché ciò comporta un prezzo molto più alto: il tuo ed il mio orgoglio, il tuo ed il mio egoismo, il tuo ed il mio quieto vivere.
Non mi riferisco al barbone o all’immigrato, già è qualcosa di troppo lontano; mi riferisco a tua moglie che ti chiede solo un po’ d’affetto, mi riferisco a tuo figlio che chiede solo una carezza quando torni a casa, mi riferisco a tua madre che è stanca di lavare i tuoi panni senza ascoltare un "grazie" da molti anni, mi riferisco a tuo fratello, che se provassi a comprenderlo magari non sarebbe così stupido, fannullone buonannulla come sembra, mi riferisco a te che vendi la tua dignità per pochi attimi di godimento o dimentichi i tuoi sogni per pochi spiccioli…
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