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Post n°68 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da giorgettigino

-Se sei sola domani, che ne dici di una pizza insieme?– Non ti aspettavi la mia telefonata vero? L'ho notato dal tono sorpreso.

Ci incontriamo in centro, sali sulla mia auto, sono tutto impacciato, accidenti non ci vediamo da mesi... ma voglio cambiare le sorti di questa serata. Sono nervoso, è la prima volta che usciamo da soli, ci siamo stuzzicati la mente a lungo, ma finora ci siamo annusati solo una volta, è chiaro che la sensazione è stata positiva per entrambi, ma ci sono un sacco di cose non dette.

La cena si svolge piacevolmente, mille chiacchiere, parliamo delle nostre vite, delle nostre esperienze, delle reciproche vicissitudini d'amore, del lavoro e poi di noi delle nostre aspettative, di questa nostro rapporto mai iniziato, del coinvolgimento emotivo. Siamo due adulti, ci sentiamo attratti l'uno dall'altra, questo è quanto, niente più. Rispetto, complicità, attrazione e buon sesso forse, se, come e quando ci và. Mi piace parlare con te, mi hai messo a mio agio, con qualche sorso di vino in più mi si scioglie anche il nodo allo stomaco, l'imbarazzo di rivederti dopo tanto tempo.

Una serata senza aspettative, solo per passare qualche ora insieme e se poi entrambi desidereremo di più, sapremo come darci pace.

Durante la cena pochi gesti intimi, qualche carezza sulle tue mani, sorrisi, sguardi intensi a pochi centimetri, e poi l'ardito gesto della mia mano sulla tua coscia a stringerti per farti sapere che ti desidero.

Usciamo, saliamo in macchina, ma non accendo il motore, ti guardo e ti bacio,  senza mezzi termini, senza preamboli, senza chiedere, ti slaccio la cintura dei pantaloni, faccio scendere la cerniera, mi insinuo insolente tra le cosce, le mie dita dentro di te senza rispetto, senza preavviso mi restituiscono l'umido della tua eccitazione. Incurante della luce del lampione, della gente che parla a pochi metri da noi fuori dal locale, ti tocco con bramosia, ti bacio, mi abbasso a gustare i tuoi umori affondando la lingua tra le tue carni frementi.

Mi dici si smettere vuoi fermarmi per la decenza morale, per imbarazzo, non so, ma so che non lo vuoi veramente. Ritraggo le dita intrise dei tuoi umori, me le passo sulle labbra, le succhio guardandoti fissa negli occhi e poi, con le stesse dita impregnate del peccato ti carezzo le labbra, quasi a sfiorarle... e tu le baci.

- Andiamo via di qui, in un posto più tranquillo, ti dico - queste parole ti sembrano una liberazione.

Durante il tragitto verso casa ti continuo ad accarezzare, il mio intento è quello di tenerti calda con il tocco delle mie dita, ai semafori i passeggeri delle macchine accanto ci guardano furtivamente, cerchi di ritrarti dalle mie attenzioni ma con poca convinzione.

Arriviamo da me, in ascensore ti faccio partecipe del mio desiderio, entriamo, ci mettiamo comodi, pochi preliminari, poche smancerie, sappiamo entrambi di cosa abbiamo voglia, non servono teatrini di sorta, solo un comodo letto per lasciare spazio alla fantasia.

- Sei sicuro di volerlo fare?– Ti chiedo.

Sorridi, mi fai coricare comodamente e ti metti a cavalcioni sul mio viso, sai bene che è il modo migliore di farsi leccare. Ti sposto per leccarti ancora più a fondo, per inumidirti ovunque e rendere più agevole l'insinuarsi della mia lingua in tutte le tue fessure. Ascolto i tuoi gemiti di piacere, inarchi la schiena per agevolare i miei movimenti, ed io mi inebrio in te nel tuo essere donna.

Ti divincoli, ti sposti da questa posizione, scendi verso di me, mi baci in bocca, a fondo, gustando tutto il tuo stesso sapore, mi lecchi le labbra e lentamente cominci il tuo percorso verso il mio membro.

- Cosa vuoi fare?- ti chiedo sorridendo.
- Voglio succhiarti...- mi rispondi sfacciata guardandomi fisso negli occhi.
- Fai tutto ciò che vuoi, ma fallo piano - ti rispondo impaziente.

Mi piace la sensazione del mio sesso che si gonfia fra le tue labbra, mi piace che tu creda di essere l'artefice di quell'erezione prepotente. Continuo a baciarti, a succhiarti finché la reazione del tuo corpo non mi dà la soddisfazione che desidero. Ti chiedo di inginocchiarti e ti osservo in tutta la tua imponenza fotografando questa immagine nei miei occhi.

Impresso nella mia mente c'e' il tuo sguardo, il desiderio che mi trasmetti, la tua espressione di godimento, e poi il tuo corpo, ancora leggermente abbronzato, curato, la mano destra che stringe la mia virilità in attesa delle tue labbra.
Ti avvicini a me e lentamente mi baci nell'intimo della mia mascolinità e affondi.... voglio farti godere, voglio sentire ogni piccola reazione del tuo corpo, fotografo mentalmente la sensazione delle tue labbra su di me, voglio restituire con i miei sensi la consistenza del tuo sapiente lavoro sulla mia virilità, il rilievo delle tue labbra di donna ingrossate dal desiderio, il contorno netto del tuo clitoride gonfio... capovolgo la situazione e lo succhio lentamente, mentre dal basso verso l'alto ti guardo, stai godendo, me lo dicono i tuoi occhi, il tuo respiro, le tue mani impazienti che mi cercano.

-Scopami - mi dici... diretta, decisa, puttana...

Ma io non smetto di succhiarti, e tu fai lo stesso con me, ti guardo da sotto,  su quel letto, sei stupenda non posso esimermi dal farti un'altra fotografia con la mia mente. Muovo la mia lingua dentro di te, non tu ritrai ma affondi fino a  nascondere il mio sesso tra le tue labbra, ti osservo e ti lecco, mi da piacere vederti in questo modo, mi fa godere vederti godere.

Non facciamo a tempo a scoparci... la mia esplosione è incontrollata, sul collo, sul seno, ovunque.... e mentre ti accarezzi rincorrendo il mio orgasmo col tuo, imprimo un'ultima immagine nella mia mente, l'espressione del tuo viso, mentre quest'orgasmo ti pervade.

Perdonami, ho rubato queste immagini di te e le ho raccontate qui per riguardarle, nella solitudine della mia stanza chiudo gli occhi sperando di rivederti distesa su quel letto, con gli occhi puntati su di me, con lo sguardo pieno di desiderio, con la voglia di riempirti di me ma.... già stai svanendo...  ti ho fotografata con la mente ma la foto è sbiadita... si scolora... sto perdendo i dettagli... il fuoco... perché non e te che ho amato... ma la mia voglia di tornare ad amare.

 
 
 

"Buon Natale"

Post n°67 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da giorgettigino

Poi viene il silenzio.
Che anche di questo sono fatte le parole.
Di ammutolimento.

Che si ha bisogno di ascoltare e guardare e pensare lasciando che la terra faccia un altro giro che il vino maturi, che il pecorino stagioni, che il Natale faccia il suo decorso, che tutto passi senza che l'aver detto o meno, senza che l'aver taciuto o l'aver raccontato cambi qualcosa.

Ci sono stagioni che le parole si ritirano. Come animali in letargo s'acquattano sotto una pietra ad aspettare che il freddo passi, se passerà...

Se ne stanno lì, non sono scomparsi né perduti, solo sopravvivono d'ombra mentre tutto attorno scorre.

Ci sono giorni che durano mesi e cominciano per caso senza una ragione precisa, senza una data di scadenza. Ci sono parole che segnano le nostre vite e vanno e vengono come nuvole, come gli amici, come i ricordi, come gli amori...

Dov'ero?
Ero qui.
Non mi son mosso.

Avevo le mani sempre sporche di lavoro, più del solito, e di pensieri sempre più semplici. Ero qui, eppure sì, avete ragione, ero così distante da essere invisibile persino a me stesso. E ne avrei di cose da raccontare... ma mi basta essere qui silente ad aspettare un nuovo sole ed a sognare anche, sì, soprattutto a sognare.

Il sogno in fondo è quello di un uomo che in tutto questo silenzio, che in tutta questa fatica, possa ritrovare un'emozione vera che gli faccia ritrovare quelle parole che parevano perdute.

Buon Natale anche a chi non ha saputo volermi bene.

 
 
 

"Una donna"

Post n°66 pubblicato il 24 Novembre 2007 da giorgettigino

E' instabile come il tempo in autunno.

Ha giornate cariche di pioggia che improvvisamente scendono a scrosci invadendo la vita di chi le sta vicino ed altre luminose trasportate da un vento leggero che le brilla negli occhi.

E' fragile come i vasetti di porcellana posti su un ripiano che non spolvera mai perché non può essere lei a togliere la polvere del tempo dagli oggetti, così come non riesce a farlo alle persone nei suoi ricordi.

La sua mente è piena di ricordi impolverati da cui spuntano, a tratti, dita che le scorrono sul corpo o labbra grigie che le baciano il collo teso.

Caparbiamente, come uno stambecco che non rinuncia a scalare una vetta per cercare cibo solo perché c'è una bufera di neve, deve raggiungere la cima per guardare il mondo, sola, senza rumori intorno.

Allontanarsi è una necessità per vincere la paura della solitudine che però adora proprio come riesce ad innamorarsi del suo carnefice.

E' inzuppata di dolcezza come un biscotto e come un biscotto si scioglie ogni volta che una voce, quella voce, la cerca, la vuole, la chiama, la imita, la porta verso altri percorsi della mente in cui incespica, si ferisce, senza rinunciare a strappare le ragnatele che le impediscono la nuova visuale che le appare davanti.

Deve aver amato molto e deve essere stata amata altrettanto in quel gioco di attivo-passivo che gli altri definiscono amore e che lei non ama definire ma vivere con la stessa passione e ogni volta dimenticando le lacrime precedenti, le scenate, la gelosia, le fughe e le riconciliazioni.

Ha fascino e non si svende conoscendo il suo valore.

E' diversa.

E' unica.

Irriproducibile.

Questa é una donna.

 
 
 

"Il blog mi ha un stufato ma non me ne vado"

Post n°65 pubblicato il 22 Novembre 2007 da giorgettigino

No... non me ne vado nessun gesto inconsulto o estremo, perché dovrei in fondo non è una cosa così importante.
Resto ma pigreggio, distratto e sornione tra uno sbadiglio ed un erezione.

A volte penso al passato... perché tu no?
E sono pessimista sul futuro... perché tu no?

C'era quella che mi portava a fare l'Amore in spiaggia, dove viveva.
Più che l'aspetto, di una sirena aveva l'odore.

Un'altra che mi chiedeva cosa volessi dalla Vita. Lei diceva di saperlo, cosa io volessi.
La lasciai perché non mi rovinasse la sorpresa.

Una che anni fa se ne andò, con un altro.
Ha smesso ora di rinfacciarmelo. Lei invece non mi parla ancora.

E lei, che se ne andò, così. Per non vederti andare via... Gino.
Poi tornò, a distruggere i regali che le avevo fatto.

Ho avuto quella che ne sapeva più di tutti.
E quando ha scoperto che ne sapevo più io, mi disse: ma tu non sei nessuno.

Una che si metteva sempre di profilo, quello destro.
Pensavo fosse un vezzo. Invece era un brufolo.

Tutto il mondo è uno schifo ed io ci rido sopra, diceva l'altra.
Quando usci da quel letto, smise di ridere e mi rigò l'auto.

Non sognare, non m'innamorerò mai di te, Gino. E così non sognavo mai.
Poi mi disse che mi amava e allora iniziai a sognare... ma un'altra.

E c'era quella che credevo mi avrebbe aspettato per sempre. E così fece.
Perché voleva dirmi addio guardandomi in viso, guardandomi piangere.

Questo è il mio passato, Amore Mio.
Donne che ho amato oppure donne che sono fuggite e donne di cui mi pento.
Il mio passato.
Bello e brutto, stronzo o felice, puttaniere e sull'altare.

Ho detto altre volte ti amerò per sempre... e tu no?
Sono già stato sveglio a litigare... perché, tu no?
Abbiamo sorriso e deriso o condiviso. Deciso.... tu no?
I nostri nomi sono stati urlati nella notte, dal piacere altrui.
Non ci credo che... tuo no.

Il Passato non si dimentica mai del tutto.
Qualcosa rimane sempre.
Anche nel Presente. Amore Mio.
E nel Futuro che ci appartiene.
Anche lì, qualcosa del mio Passato, ci sarà sempre.
Ed è assurdo che tu mi chieda di buttarlo via così.
Non posso gettare il ricordo di una donna che ho amato tanto.

Sì Amore, il poster della Cucinotta non posso buttarlo... e lo appenderò anche nella nostra casa... anche se non avremo mai, forse, una nostra... casa... ma solo letti da disfare!

Come sempre, come pare, come é.

 
 
 

"Il blog è finito... andate in pace!"

Post n°64 pubblicato il 15 Novembre 2007 da giorgettigino

I blog che leggevo più assiduamente stanno chiudendo uno ad uno.

Alcuni sono abbandonati, altri soppressi, alcuni immobili e altri ancora con un post ogni secolo o ripetitivi nelle battute o nei concetti. Magari semplicemente non hanno più niente da dire, o forse si sono stufati del giocattolo.

Tengono duro solo quelli pieni di stronzate...e pare che i politici ci vogliono pure mettere una tassa!

Forse qualcuno non si sente più parte di un circolo esclusivo da quando aprire un blog è diventato alla portata di tutti.

Che dire... sarà perché ho aperto un blog anche io!

 
 
 
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