Giornalista per caso
Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74
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Post n°792 pubblicato il 25 Agosto 2011 da stefano.carina
ROMA. A muso duro. Al fioretto, Luis Enrique preferisce la sciabola e per la seconda volta da quando è a Roma esce allo scoperto. Lo aveva già fatto nel post Bratislava, si è ripetuto ieri nella conferenza stampa pre-gara. La domanda che gli viene posta è in riferimento all'esclusione di Totti a Bratislava e sulla mancata comunicazione al calciatore che ha saputo solo negli spogliatoi che non avrebbe giocato per lasciar posto al giovane Caprari. Ecco la risposta: «Ho tre figli e non tratto tutti allo stesso modo visto che ognuno di loro necessità di una sensibilità diversa. Mi comporto ugualmente da allenatore. Ci sono però regole generali che vanno rispettate. Gestire un gruppo significa dare delle norme che sono uguali per tutti e dunque pretendo un comportamento uguale per raggiungere il risultato comune. Io giudico in base a quello che vedo in allenamento. E' così questa settimana, sarà così la prossima e sarà così per sempre. Non cambierò il mio modo di lavorare, è l'unico che conosco. Non mi faccio condizionare dalle voci che circolano anche perché mi sento sostenuto dalla società». Il tecnico si nasconde parlando in generale del gruppo per non entrare nel particolare riferito al capitano giallorosso. E anche quando si torna alla carica, con una nuova domanda su Totti, Luis Enrique va dritto per la sua strada non menzionandolo nemmeno: «Una squadra non è composta da un solo giocatore, ma è un gruppo formato da tante individualità. Io gestisco un gruppo ampio e da questo per ogni partita scelgo i giocatori più preparati. Ho imparato che la forza di una squadra dipende da questo e non dai singoli e sono qui per provare a fare lo stesso. I tifosi che incontro per strada mi dicono sempre "Falli correre". E questo mi ha stupito. Ma possono stare tranquilli: non so quali risultati faremo, ma con me in campo andranno sempre i giocatori più preparati». ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT 25-08-11 |
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