ROMA. Verità sconcertanti che tornano a galla: «La Roma diede a un intermediario 100 milioni destinati all'arbitro Vautrot. E' vero ed è un fatto vergognoso: voglio però ricordare che lo scandalo lo fece uscire Dino Viola per smascherare il colpevole e la Cupola del calcio». A parlare dopo 27 anni non è un pentito ma il figlio del compianto ingegnere, Riccardo. La vicenda è nota: l'anno è il 1984 e la Roma è in semifinale di Coppa dei Campioni. I giallorossi devono rimontare lo 0-2 dell'andata. Con una grandissima partita ci riescono ma intorno a quel risultato nasce uno scandalo che viene poi archiviato solo nel febbraio del 1986 perché la Corte Federale assolve tutti per sopraggiunta prescrizione specificando di «aver riscontrato un comportamento gravemente censurabile messo in opera dall'ingegner Viola». Ora tornano i fantasmi del passato, raccontati proprio dal figlio Riccardo a Mediaset Premium: «Nei giorni precedenti alla gara, il signor Landini, manager del Genoa, parlò con mio padre dicendogli che Vautrot era un amico e che attraverso un altro amico si poteva arrivare a lui. Per arrivarci però servivano 100 milioni. Organizzammo una cena con l'arbitro e attraverso il segnale prestabilito capimmo che erano arrivati i soldi. Vautrot infatti ci venne incontro e ci disse: 'Ha chiamato l'amico Paolo e mi ha detto di salutarvi». Alla domanda su chi fosse il misterioso Paolo amico di Vautrot e garante occulto dell'operazione, il figlio di Viola risponde così: «chi fosse l'amico Paolo non l'abbiamo mai saputo. Papà domandava a tutti e in quel periodo c'erano solo due possibili Paolo, Casarin e Bergamo». STE CAR
ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 18-03-11
Inviato da: Mauro Brandani
il 21/03/2018 alle 20:32
Inviato da: Mauro Brandani
il 19/03/2018 alle 12:55
Inviato da: chongchong
il 05/09/2012 alle 04:51
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il 05/08/2012 alle 10:02
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il 05/08/2012 alle 09:52