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Allarme acqua: se l’oro blu rischia di finire a secco
Post n°925 pubblicato il 22 Marzo 2015 da giorgino41
Onu: tra 15 anni ne mancherà il 40%. Migliorare la gestione e diminuire la quantità d’acqua «nascosta» nella produzione alimentare ra quindici anni la Terra dovrà confrontarsi con un calo del 40% della disponibilità d’acqua, a meno che non venga migliorata in modo significativo la gestione. L’allarme arriva dalrapporto 2015 World Water Development dell’Onu. Il succo del discorso è che l’acqua è una risorsa assai preziosa: rinnovabile fino a un certo punto, va gestita con cura, a beneficio nostro e delle future generazioni. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua di domenica 22 marzo, l’Onu richiama l’attenzione su problema noto e riconosciuto - e forse anche per questo avvertito come poco urgente – optando per istantanee verbali: non immagini né lunghi elenchi di dati, bensì brevi ritratti, provenienti da diversi angoli del mondo, che colgono l’essenza di questo elemento: insostituibile, necessario e inestimabile.
L’acqua e le donne Paesi in via di sviluppo: qui, acqua e (non)uguaglianza si intrecciano quotidianamente. Laraccolta dell’acqua cade soprattutto sulle spalle di donne e ragazze, che spendono il 25% delle loro giornate nel procurare ai familiari l’acqua per le proprie necessità. Questo quarto di giornata è tempo non remunerato, quindi non è un lavoro, ed è tolto allo studio. In tutte le aree in cui si è investito nella gestione dell’acqua e nella sanitizzazione sono stati registrati sensibili miglioramenti economici: per ogni dollaro investito ne sono tornati da 5 a 28. Acqua e alimentazione Un secondo ritratto riguarda il rapporto fra acqua e alimentazione. Negli Stati Uniti, il consumo pro capite giornaliero ammonta a 7.500 litri di acqua, impiegati soprattutto nella produzione di cibo. Il calcolo proposto parte dalle calorie: per produrne una, possono servire da uno a cento litri d’acqua. Una questione di gestione efficiente, ma anche di spostamento di trend alimentari, che abbandonano progressivamente le diete a base di amido (dove ad esempio per produrre un chilo di riso servono 3500 litri d’acqua) a favore di diete proteiche (1 kg di manzo = 15mila litri di acqua). Spostando l’ingrandimento, l’Onu sottolinea che se a livello globale il 70% dell’acqua viene assorbita dall’agricoltura, in alcuni Paesi in via di sviluppo il consumo tocca il 90% del totale. Ricordando che per il 2050 ci si aspetta a livello planetario un aumento del 60% di produttività agricola (100% nei Paesi emergenti), e che una dieta a base di carne e latticini sarà sempre più richiesta, comprendere la necessità e l’urgenza di trovare vie alternative all’attuale malagestione delle risorse acquifere, e aumentare parallelamente la produttività dei raccolti, è un’ovvia necessità. |
Inviato da: laura1953
il 13/01/2016 alle 12:18
Inviato da: giorgino41
il 04/01/2016 alle 21:27
Inviato da: angelheart_2014
il 01/01/2016 alle 23:03
Inviato da: pgmma
il 06/08/2015 alle 08:14
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il 17/06/2015 alle 10:32