Sposerò Giovanna

Il primo incontro

Era febbraio, verso il S. Valentino del 2001. Strano che per un incontro che mi ha provocato uno schock esistenziale non ricordi neanche il giorno preciso. Ma come tutte le cose importanti, ti accorgi che sono arrivate non appena le hai superate, e allora cerchi di tornare subito indietro ad aggrapparle. Bene, nel mio caso ho fatto subito marcia indietro, ma non potevo proprio aggrapparmi: destino da subito crudele, beffardo, ignobile, bastardo, ha deciso di sbattermi il senso della mia vita dentro una pellicola di celluloide, proiettata su un grande telo, al buio, ed in presenza di tanti sconosciuti, tutti lì, come me per vedere, chi non lo so, ma lì seduti ed in silenzio. La prima volta era lì, davanti a me, seduta in macchina, accanto ad un tipo all'apparenza simpatico alla guida, ed entrambi discutevano di qualcosa di molto importante, per loro ovvio. Era in arrivo un bambino, a trent'anni quando si è fidanzati da molto tempo è probabile, ma dovevano dirlo a rispettivi genitori che li attendevano per cena. Ancora non so perchè ero seduto in quel posto, ancora non capisco chi fossero quei due lì in macchina, ma già sapevo che quegli occhi mi avrebbero stravolto la vita, sia quella diurna che quella notturna, sia quella professionale che quella privata ed intima. Quegli occhi, chiari, intensi, unici, bellissimi mi guardavano, da un altro luogo e ovviamente da un altro tempo (tra un po' capirete il perchè, nda). Io stesso li riguardavo, fisso ed immobile, ma cosciente della sterilità dei miei tentativi di riconsegnarle la mia sensazione di improvviso ridestarmi, dal torpore piatto della mia vita fino a quel momento. Superato questo primo momento di sconforto, ho girato la mia attenzione alle persone a me accanto, sia quelle amiche che quelle sconosciute e ho riconsiderato in pochi secondi se io ero questo seduto a fissare un'immagine di lei, pure seduta dinanzi a me, o potevo essere quell'altro, che la stava per abbracciare, toccare, ascoltare: ovviamente ero e sono il primo, lontanissimo da lei  ed impossibilitato ad avere un pur minimo contatto.