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Un blog creato da gianmariosacco il 10/11/2008

Spazio Libero

Gianmario Sacco

 
 

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Non troppo

Post n°34 pubblicato il 24 Agosto 2013 da gianmariosacco
Foto di gianmariosacco

Una sdraio malridotta sotto un portico di legno,

un buon libro e le parole crociate,

una coperta e una tazza di caffè,

una buona scorta di tabacco,

il mare non troppo lontano,

un paio di cani ad abbaiare a mostri venuti dall’inferno

o più semplicemente a gatti selvatici

che saltano tra le frasche del mio terreno.

“Nel computo di quanto occorre per essere felici

non mi sembra di chiedere tanto,

davvero.. non mi sembra di chiedere tanto. “

 
 
 

Anima

Post n°33 pubblicato il 24 Agosto 2013 da gianmariosacco
Foto di gianmariosacco

Il mio pensiero non è subordinato alla morale populista delle ipocrisie malcelate. Il mio credo è determinato dalla vertigine, dall’angoscia. Non posso loro sfuggire poiché esse sono la sostanza indiscussa di quanto chiamo Anima, ciò che provo a lanciare oltre questi occhi e questo corpo, ciò che con scientifica e beffarda ironia mi lancia oltre questi occhi, oltre questo corpo, ciò che sopravvive all’evidenza della paura, che mi spinge sull’orlo del precipizio, offrendomi  l’irrazionale, o la morte.. o una comparsata in questo teatro dell’Assurdo. “Ho sempre avuto aspirazioni da attore, dunque non posso che aggiungermi alla compagnia dei cercatori d’oro e di senso in questo cerchio di glorioso disordine.”

 
 
 

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Post n°32 pubblicato il 24 Agosto 2013 da gianmariosacco

Raccolto in una preghiera senza fede colgo il senso dei fiori e del silenzio. Cerco il malessere che striscia, gli vado incontro sommesso e a capo chino, pacifico e ruffiano; lotto con la natura, le oppongo resistenza, nonostante sia consapevole di quanto lo scontro sia impari; eppure mi tengo nei pressi della zona franca, del limite cosciente, del compromesso con la morte.

“Nell'ateismo che in molti mi attribuiscono c'è in realtà lo slancio di mille fedeli.”

 
 
 

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Post n°31 pubblicato il 07 Agosto 2013 da gianmariosacco
Foto di gianmariosacco

Non posso rinnegare la mia angoscia. Essa mi terrorizza, eppure nel medesimo istante del terrore mi connota, mi determina. Per dirla con Albert Camus il mio mondo è l'Assurdo. Non posso abbassare lo sguardo di fronte al dolore di chi amo, è uno sguardo che devo reggere. L'amore mi ha reso fragile, ha reso fragile forse l'intero genere umano, e oggi senza domande né ripensamenti pago il prezzo per l'amore dato e per l'amore preso. Pago il prezzo necessario per stare al mondo, per resistere al richiamo di salvezze presunte, costruite sulla rinuncia al pensiero libero. Pago il prezzo, il mio, come ogni altro uomo dovrà pagare il suo per sopravvivere a sofferenze e stenti.

 
 
 

Contro il suicidio della ragione

Post n°30 pubblicato il 07 Agosto 2013 da gianmariosacco
Foto di gianmariosacco

Quanto mi circonda pezzo dopo pezzo si perde, si disfà, si sgretola; e ciò che mi è utile capire non è certo il perché, quanto in che modo posso affrontare questo paesaggio fatto di genuino dolore. Mi sento accerchiato da ciò a cui con superficiale maestria conferiamo il nome di “sofferenza”; e nulla posso, nulla possono queste braccia e questo cuore se non accettare ancora una volta di camminare sulla cornice priva di senso di questo amabile baratro. Mi arrendo alla brutalità indomabile di questa vita, mi arrendo alla violenza, mi arrendo alla vita e al suo impeccabile tratto d'assurdo. Non posso che percorrere per intero questa strada maestra, questa via che ha il pregio di non avere alcun senso... se non la negazione del senso stesso. Per la ricerca del senso non mi occorrono dottrine, né religiose né filosofiche, poiché il senso non mi riguarda, non è più una priorità del mio pensiero, anzi è totalmente estraneo al processo del mio pensiero; ciò che cerco e che mi occorre è altra violenza da opporre alla violenza, altra resistenza da offrire alla violenza, altro dolore con cui infliggere dolore al mio dolore. La mia resa è solo formale. Nella sostanza continua il conflitto, il tentativo di rinviare la morte un po' per volta. Seguo la strada, maestra ed infallibile; la strada è il mio unico orizzonte di senso, il mio percorso è l'origine possibile del senso, l'origine di un senso che non deve spiegarmi nulla... semplicemente offrirmi rifugio e refrigerio. Non cerco alcuna volontà, non c'è alcuna volontà sopra questo cielo, la volontà è un fenomeno umano; ciò che invece chiamo volontà divina non ha alcun valore logico, poiché non è fatta di logica, bensì è fondata dalla rinuncia del pensiero a se stesso, dal pensiero che negando se stesso si sucida, approdando a una fede che d'improvviso rivela ogni cosa, spiega ogni dolore oppure ogni disperata meraviglia, consegna all'uomo codardo le chiavi della propria e presunta salvezza... libera da ogni paura, libera da ogni torpore, libera da ogni assurdo. Ma non riesco ad abbandonarmi a questo tepore irrazionale, non riesco a prescindere dal qui e dall' adesso delle mie dolorose contingenze. Se il mio passaggio in questo fiume è costellato di male, allora vivrò nell'assurdo male, ma senza abbandonare mai ciò che mi fonda come uomo, ciò che mi autorizza a chiamarmi uomo... ossia la libertà del mio pensiero, la libertà di essere il mio pensiero. Un regno dei cieli esiste? Esiste un' Entità superiore che determina lo stato del mio essere e dei miei drammi quotidiani? Esiste un Ente supremo che agisce? E se si.. secondo quali criteri agisce? Criteri umani (non credo).. o criteri sovrumani (più probabile)? E se quest'Entità sovrumana agisce secondo criteri sovrumani, quale utilità morale può rappresentare il discorso o il ragionamento su di essi? Ogni parola spesa per rispondere a quanto sopra è una parola spesa e subito perduta; ogni parola rivolta a chiarire quanto sopra è una parola rivolta a una sfera dell' Essere impossibile da cogliere con ragione, e ad oggi non conosco altro strumento di conoscenza che non sia quello della ragione.

 
 
 
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