DSM«Ciò che ci divide non è il fatto che noi non troviamo nessun Dio, né nella storia, né nella natura, né dietro la natura, - ma che quello che è stato adorato come Dio noi non lo troviamo affatto |
CARE MEMORIE
Il dolore o la disperazione che nasce dalle grandi passioni o illusioni o da qualunque sventura della vita non è paragonabile all'affogamento che nasce dalla certezza e dal sentimento vivo della nullità di tutte le cose, e dell'impossibilità di essere felice in questo mondo, e dalla immensità del vuoto che si sente nell'anima. (dallo Zibaldone, 140 – 27 giugno 1820)
GOCCE DI RUGIADA
di fiore su cui
scenderanno gocce di rugiada anzichè
lacrime,
un giorno la cenere di questo corpo
parteciperà all'esegesi di una
nuova stella,
un giorno questa prigione corporale
sarà fagocitata dal tempo
e diverrà polvere di vita;
mi ricongiungerò coll'Uno, sarò tutto
e sarò nulla,
sarò ovunque ed in nessun luogo.
spazierò di nuovo,
senza confini, nell'assoluto; tracimerò
gli argini di questa vita, frammento
infinitesimale di eternità.
un giorno sarò.
ottobre 1995
A MIO PADRE
Vorrei vedere i tuoi occhi sorridere,vorrei sapere
Il tuo cuore sereno,vorrei che tu
potessi vivere con entusiasmo,
per te stesso.
non farti del male, te ne infliggono
già tanto.
Non opporre resistenza: ascolta il mio cuore
che vuole comunicarti amore.
un giorno riceverai per quanto hai dato,
sarai una stella fra stelle.
AD UN DIO - SUPPLICA

DAMMI UN SORRISO, DAMMI ENTUSIASMO,
DAMMI FIDUCIA,
FAMMI CONOSCERE LA VITA,
RENDIMI UN PO’ DI SERENITA’.
INTERROMPI IL MIO STRAZIO,
PONI FINE AD UNA VITA CHE E’
UN SUICIDIO TACIUTO.
CI VUOLE CORAGGIO ANCHE PER FARLA FINITA.
NON LASCIARE CHE OCCHI PIETOSI
SI POSINO SUL MIO SGUARDO E NE LEGGANO
IL SEGRETO,
NON LASCIARE CHE GLI ALTRI SCOVINO
LA MIA DISTRUZIONE,
NON SCONVOLGERLI COLLA MIA BRUTTURA.
AREA PERSONALE
OTTOBRE 1995
nella notte reprimo un grido che laceri questo
silenzio,
che interrompa questa opprimente, insensata
solitudine,
riecheggia in me con veemenza sconvolgendomi.
mi aggrappo alla vita, benchè vivere mi costi
tanto,
ci sarà un altro risveglio che mi porterà
il domani,
senza che trovi in me un perchè resistere,
un perchè continuare.
mi scontrerò di nuovo coll'irrazionalità
di un mostro
che fagocita la nostra dignità, la nostra
personalità.
cerco un porto sicuro dove poter credere che vivere
non è solo lottare
ma anche saper lasciarsi andare.
batte il mio cuore dolorosamente, scandendo
un tempo che monopolizza la mia mente,
attimi che mi sfuggono come granelli di
sabbia fra le dita;
troppo rapidi perchè ne colga l'unicità,
troppo lenti perchè non senta il peso della
loro miseria.
il mio corpo forse non saprà mai far crescere
in sè una nuova vita,
troppo lontano anche dall'aver solo accettato
la sua;
non conoscerà la gioia di elargire la scintilla che accende
la materia.
forse solo così eviterò di fallire come madre,
troppo malata di vita per insegnare ad amarla,
troppo debole per insegnare la forza,
troppo delusa per insegnare l'entusiasmo,
troppo paurosa per insegnare il coraggio.
forse solo così non tramanderò il male
di vivere che mi è stato tramandato da chi
prima di me dovette subirlo.
NOVEMBRE 1995
Apro gli occhi cercando collo sguardo
Fra gli affetti,
un punto fermo sommerso dalla marea
di un tempo che trascorrendo finalmente
è stato sottratto
alla lunga successione di momenti
troppo acri per formare un’esistenza serena.
Apro gli occhi come un automa,
costretto a vivere in una dimensione
che non mi appartiene,
stringo i pugni perché il dolore che ho di fronte
non mi vinca.
Cerco una luce in fondo a questa galleria
Dove non entra sole, dove non entra aria,
forse cerco un dio nel quale credere,
una fede che possa giustificare con
un perché non ho conosciuto che questo
da quando ricordo di aver avuto
coscienza.
Cerco una speranza per il domani
Che mi permetta di esistere non di vegetare.
Cerco la volontà per sostenere chi si appoggia
Alle mie forze,
per non sottrarmi
ad una carezza, un bacio, un sorriso rassicurante.
Chi saprà donarmi un sorriso?
Chi saprà dare senza chiedere?
Chi mi restituirà il tempo mai conosciuto?
GENNAIO 1996
Mi uccido ogni giorno accettando
Di vivere, ogni volta che fingo di farlo,
mi uccido ogni giorno infliggendo
al mio corpo uno strazio che lo distrugge.
Ho deciso di soffrire senza sapere
di volerlo fare.
mi sto annullando annientando
il mio corpo.
Illudendomi forse, che renderò così
Libero il mio spirito.
Post n°347 pubblicato il 08 Maggio 2013 da sfigatto6
non avevo mai capito quanto vuoto avesse lasciato in me il mio analista. ed ho aspettato in me |
Ci eravamo sentiti. ci siamo visti, ci siamo parlati, ci siamo raccontati. era solo un inizio. credevo avremmo avuto un'occasione , non di essere l'uno per l'altro, perché appartenevi già a qualcun'altra, ma per essere...qualcosa. e poi il silenzio. Senza spiegazioni, senza interpretazioni. la tua vita ora è completa, lo capisco. sono il passato. Capisco anche questo, ma non capisco la riluttanza nel parlarne, fosse solo per escludermi dalla tua nuova vita. so di averti detto che sei la mia persona, so di pensarlo talmente intensamente da non poterlo nascondere, ma non farei mai nulla per farti del male, per intralciare la tua vita, la tua felicità , la tua famiglia. Sono nulla, non credere che non lo sappia... Mi hai lasciato in un posto dove sto ancora aspettando che ritorni a prendermi. E non posso farne a meno. Ogni giorno mi guardo attorno aspettando di vederti arrivare, perché sei stato l'unico a non lasciarmi andare, finché hai potuto. lo so che suona ridicolo oggi, ma sei la mia persona e ti aspetterò anche solo per un addio. scusami per il male che ti ho fatto quando ho scelto di privarmi di te, ma stavo solo pensando al male che facevo a me.
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Ricordo di averti detto di amarti quando abbiamo consumato il nostro ultimo amore, quando nella notte sono corsa da te e ci siamo appartenuti l'ultima volta, so di averti detto di amarti. so che mi amavi ancora anche tu, ma so che non hai voluto dirmelo. Non hai voluto. ma se tu quella notte avessi avuto la forza per dirmelo ancora una volta, forse... forse la mia vita sarebbe stata diversa, la nostra vita sarebbe stata diversa... lo sai vero, che eri l'unico che poteva liberami, che eri la mia cura, che potevi essere il mio mondo nuovo, diverso, sano ? Si che lo sai, so che lo sai. |
Post n°343 pubblicato il 09 Aprile 2013 da sfigatto6
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Post n°342 pubblicato il 08 Aprile 2013 da sfigatto6
Chissà se ti ricordi del nostro 6 aprile a Ravenna. Ricordo il sapore dei nostri baci allora ancora rubati, gli sguardi, l'entusiasmo per la nostra prima fuga dalla realtà , prima fra centinaia che sarebbero venute in seguito . Ricordo persino com'ero vestita, la Smart gialla , la panchina su cui ci stendemmo per sgambiarci aneliti di vita, respirare la tua aria , il tuo sapore, il tuo desiderio . mi manchi, senza avere il diritto di farlo. |
Post n°339 pubblicato il 01 Aprile 2013 da sfigatto6
lunedi pomeriggio, non so come posso smettere. |
Post n°338 pubblicato il 01 Aprile 2013 da sfigatto6
la realtà è semplicemente che non sono pronta a voltare pagine,
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Post n°336 pubblicato il 19 Marzo 2013 da sfigatto6
Lasciare che l'altra sera mi baciassi e' stato un errore imperdonabile. e' stato terribile sentire la distanza che neppure un gesto intimo come un bacio può colmare. eppure siamo stati compagni. tanti anni fa, eravamo una coppia. eppure non è mai stato bello. forse è' solo perché sei venuto ultimo, dopo degli amori così grandi e passionali. e capisco quanto sia stata io fortunata, ad avere provato la bramosia accesa da un bacio, il fuoco che brucia dentro, quando in un bacio può starci tutto il tuo mondo, e potresti finire li', In quell'istante, di vivere, perché tutte le emozioni che vorresti vivere, sono in quell'attimo. averlo provato, mi impedisce di stare con qualcuno, perché il confronto mi sconvolge dentro, e mi fa desiderare con tutta me stessa Te per vivere. sono condannata a stare sola. sono condannata a non poter più resistere a volere tutto quando posso avere solo un niente. e devo rinunciare a questo patetico niente che mi fa solo pena oltre che dolore, ma che è l'unica cosa che potrei avere. |
Post n°335 pubblicato il 19 Marzo 2013 da sfigatto6
La prima volta che ebbi coscienza che potevo essere corteggiata da qualcuno avevo 12 anni. ero ancora una ragazza paffuta, che cominciava allora ad essere carina, avevo lunghi capelli castani lucidi portati con la riga in parte ed un paio d'occhiali rotondi bagnati d'oro. lui si chiamava Manuel. era un adolescente alto, con i capelli neri corvino ed ispidi come i cunei di un istrice, portati a spazzola. era della categoria che poi negli anni avrei finito troppo sovente per chiamare lillone, con il culo piatto e l'andatura scoordinata che avrei finito per avere a nausea prima che a noia. aveva una grossa fessura fra i due denti incisivi superiori, che dicano porti fortuna, ma che io trovo solo oggi orribile, ed un neo sopra l'angolo del labbro superiore. Era il mio compagno di banco e si era infatuato di mia cugina Enrica, magra e tediosamente felice nel suo bucolico ed idilliaco nucleo familiare perfetto, nel suo mulino bianco irreale . quella fu la prima volta che per sfizio volli portare via un uomo a qualcuno... allora non potevo sapere che quella negli anni della giovinezza sarebbe diventata la mia attività preferita. collezionare consensi di cui non mi interessava nulla era la cinica attività di chi ha un vuoto enorme da riempire, ma quel vuoto sembra nutrirsi di questi che diventano solo numeri. ogni qualvolta ho voluto qualcuno e l'ho avuto, mi sono trovata difronte il terribile interrogativo: e adesso? buona parte degli uomini che ho voluto annoverare nelle mie stupide statistiche, non li ho mai veramente voluti, ma non ho mai potuto resistere all'idea di non poter avere qualcuno, come oggi per fortuna faccio solo per le cose. oggi colleziono cose come un tempo collezionavo persone... ma è molto meno doloroso...le cose posso buttarle in un angolo nell'istante stesso in cui sono divenute mie, per le persone invece, può diventare infinitamente imbarazzante. quel ragazzo oggi è un uomo felicemente (forse) sposato. quel ragazzo e' stato solo il primo fra tanti a cui non ho saputo volere un briciolo di bene. |
Post n°334 pubblicato il 19 Marzo 2013 da sfigatto6
Anestetizzo il dolore con l'ossicodone. l'ossicodone e' un allucinogeno. quello che volevo era perdere lucidità. ma il dolore per la perdita di coscienza e' molto più difficile da tollerare di quanto avrei mai creduto. e nello sforzo titanico di rimanere presente a me stessa sento i pensieri sfuggire fra le pieghe delle dita e soffro come nessun essere umano dovrebbe soffrire... |
Post n°333 pubblicato il 12 Marzo 2013 da sfigatto6
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Sembra un dolore così forte, da non poterlo sopportare. so, per esperienza, che non è possibile, so, per esperienza, che mi renderà solo, come sempre, infinitamente più forte... eppure, mi sto aggirando sola come l'ombra di me stessa. sembra un dolore insopportabile . ma non lo è . e' solo un altro giorno di dolore |
se tu potessi solo dirmi che stai bene... |
come si chiama |
mi chiedo che persona possa essere |
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A MIA MADRE -
dicembre 1995
Ossessione della mia mente,ossessione del
Mio cuore,
ti ho amato sconfinatamente,
ti ho posto a capo dei miei pensieri
al mattino quando apro gli occhi,
alla sera quando mi corico
e non posso prendere sonno.
Hai impregnato di te il mio io,
condizionato le mie scelte.
Ho tentato di non odiarti mai per questo.
Il mio cuore sanguina ogni qualvolta
Ti vede soffrire,
ogni qualvolta la tua mente vaneggia.
Vorrei sollevarti nel dolore, vorrei che
La tua mente potesse vedere la luce
Coi miei occhi.
Volevo farti vivere
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3 DICEMBRE 2002
3/12/02
A volte penso che camminare rasenti la morte non possa che cambiarci profondamente,
senza scampo.
A volte credo che assaporare troppo da vicino l’assenza di vita finisca per ucciderci pian piano.
Desiderare tanto e così a lungo di morire ci uccide inevitabilmente.
E cerco una ragione per smettere di tentare di morire ogni giorno.
Prego che la morte si porti via questo blando ricordo di vita.
30 DICEMBRE 2002
30/12/02
Respiro lentamente.
Assaporo l’aria che entra in me, ascolto la sensazione strana che questo vivere, vegetare fa scaturire in me.
E mi sento senza scampo, senza me stessa, senza orizzonte, senza meta, senza via, privata di tutto e di tutti, privata di quello che fu tutto il mio mondo.
E cerco una via di fuga dal mio passato, dal mio presente, senza per questo sapere dove voler fuggire.
Osservo la vita, i fatti della vita che mi passano in fianco senza più farmi vivere.
Piango per ciò che non trovo più in me, per ciò che non sono più, per ciò che cozza contro il mio sguardo ogni volta che mi guardo intorno.
Vorrei poter dire mille cose, vorrei urlare tutto il male che ho dentro, vorrei vomitare la mia rabbia, vorrei semplicemente assenza di vita.
Sfibrata dal male di vivere, giungo sfinita all’ultimo giro di boa del mio universo, e perso anche quello, non capisco perché continuare a camminare lungo questa via che si è fagocitata tutto di me oltre che tutta me stessa.
E non scorgo pietà nello sguardo di chi tanto mi uccise, non scorgo comprensione, non scorgo amore, non scorgo più nulla perché forse non è rimasto più nulla.
Mi attacco con forza ai miei credo, senza credere più a nulla…perché tutto ciò in cui credetti soccombe sotto il peso della nostra miseria
IO SOTTOSCRITTA, F.B., nel pieno delle mie facoltà mentali, e allo scopo di salvaguardare la dignità della mia persona,affermo solennemente
con questo documento, che deve essere considerato come una vera e propria dichiarazione di volontà, il mio diritto, in caso di malattia, di scegliere tra le diverse possibilità di cura disponibili e al caso anche di rifiutarle tutte, nel rispetto dei miei principi e delle scelte di seguito indicate.
Considero prive di valore e lesive della mia dignità di persona tutte le situazioni in cui non fossi capace di un'esistenza razionale e/o fossi impossibilitato da una malattia irreversibile a condurre una vita di relazioni; e quindi considero non dignitose tutte le situazioni in cui le cure mediche non avessero altro scopo che quello di un mero prolungamento della vita vegetativa. Perciò, dato che in tali circostanze la vita sarebbe per me molto peggiore della morte, voglio che tutti i trattamenti destinati a protrarla siano sospesi o cessati.
Considero egualmente non accettabili, in quanto anch'esse peggiori della morte e in contrasto con il mio concetto di valore della vita e dignità della persona umana, situazioni in cui malattie senza prospettive di guarigione siano inutilmente prolungate attraverso cure e metodi artificiali.
Dispongo che interventi oggi comunemente definiti "provvedimenti di sostegno vitale" e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, terapie antibiotiche, non siano messi in atto
In particolare, nel caso io fossi affetto/a da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali, incluso ogni forma di alimentazione artificiale, e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto/a ad alcun trattamento terapeutico.
Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto/a da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita. Detto infine le seguenti disposizioni
* non voglio l'assistenza religiosa
* il mio corpo puo'essere donato per trapianti
* il mio corpo puo' essere utilizzato per scopi scientifici e didattici
* voglio essere cremato
* non voglio funerale o altra cerimonia funebre
* voglio che le mie ceneri vengano disperse in natura
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