Post n°156 pubblicato il 14 Settembre 2008 da Bulimika
Torno a scrivere su questo Blog per parlare delle ultime batosta ricevuta dai media nazionali. No, non son diventata una "Opinionista". Non ancora. Fortunatamente non ho bisogno di titoletti per parlare. Ma ogni tanto la mia intelligenza viene talmente ferita da non poter non scrivere e condividere con Voi i miei tormenti delle ipermega stronzate che vengono propinate televisivamente alla povera gente. Ieri sera a Roma, Notte Bianca ripropinata a forza da qualche Municipio nazional Sinistroide. Pioveva. Mal di gola e qualche linea di febbre... Che faccio. Mi vesto e faccio un giro agli studios di Cinecittà (aperta a festa come al solito per la Notte Bianca stessa) con la speranza di incontrare Gabriel Garko o rimango a casa a rilassarmi con camomilla e aspirina sul comodino? Propendo per la seconda. daltronde se mi vedesse Gabriel in queste condizioni mi scambierebbe per la Colf di sua Nonna ma soprattutto non riesco a pensare di dover vestirmi e truccarmi di tutto punto per dover passare in mezzo alla miriade di ragazzini imbufaliti e scalpitanti adoranti per un concertone gratis propinatogli che neanche gli interessa!! Il mio quartiere alle 11 sembrava una discoteca a cielo aperto... poveri ruderi Romani mi dico Io. Saranno di nuovo oltraggiati da qualcuno che inconsapevole della loro millenaria presenza si metterà ad ascoltare musica techno (o altro) pensando di dover ringraziare solo il pèolitico di turno per aver concesso loro di non pagare un euro e di aver organizzare una così importante iniziativa sociale, lasciando spazzatura ovunque. Ma passiamo al dunque. Insomma decido di rimanere a casa. Sono le ore 21.15 mi stendo sul mio bel lettone matrimoniale per uno. Accendo il mio LCD sperando di vedere qualcosa di deciente. iniziamo bene su Canale 5, il filmone Alexander. Già visto e rivisto: Solito Colossal Americano ben fatto dal punto di vista della ricostruzione delle ambientazioni ma che ha fatto passare quel figo di Alessandro il Grande a mio avviso per una checca isterica, debole sentimentalmente ma soprattutto sterile. Sicuramente era bisessuale, normale in un contesto storico in cui le relazioni tra uomini avevano una valenza socialmente importante e facevano parte ndell'educazione sentimentale e amorosa del tempo. Sul fatto che amasse Efestione nulla questio. Ho odiato quel sottolineare ripetutamente il ritratto di un uomo che in un epoca di guerre corpo a corpo ha conquistato tutto il mondo tranne la cosa più importante la serenità (anche sessuale) e la felicità di un erede. Forse è stato davvero così, forse era davvero sterile e gay ma il film lo rende esageratamente Gay, come se quel gay fosse diversamente gay dagli altri in quell'epoca. Non so se mi spiego. Oddio, mi rendo conto che volevo parlare di Miss ITalia e alla fine ho parlato di Alexander. Insomma ritorniamo al punto in cui ho acceso la TV. Decido dunque di "perdermi" Alexandròs di Oliver Stone. Cambio canale lo zapping mi porta su Rai Uno. Oddio Miss Italia. E facciamoci del male con queste 17enni taglia 38 mi dico...! Le ragazze erano 40. Ultima serata dalle 200 e passa che erano arrivate in finale almeno da quanto diceva quel Toscanaccio di Conti. Penso io sicuramente saranno carine. Inizia la carrellata... : 1.....6....0...45, 69, 95. Tra le tante ce ne sono una decina che mi fanno fare un accenno di sorriso, carine niente di più certo non al livello di concorsi internazionali sarà per questo che non arriviamo mai alle selezioni di concorsi come miss mondo o miss universo. Niente di particolare insomma. Niente di talmente elegante e particolarmente bello da poter paragonare un unghia ad una Lucia Bosè o ad una lollobrigida. Ragazze "moderne" come ha detto un tizio in giuria... ma li si può finire dico io. Ed è anche una offesa per le partecipanti ad un concorso di bellezza.Perchè la bellezza è bellezza e non può avere caratteristiche di temporalità. I canoni classici sono riconoscibili da sempre e le vere bellezze (come un opera d'arte) non hanno tempo e rimangono nonostante la stampa o quello che se ne dice al riguardo. E tra le tante belline ecco spuntarne invece una. Ma non per la sua avvenenza. Per chi non segue come me i concorsi di bellezza e il Gossip naturalmente una perfetta sconosciuta, capirò però molto presto che la n° 97 "Ripescata" dalla giuria tecnica presieduta dalla persona di tal Lucherini Enrico press agent e talent scout è stata la prima miss dell'anno 2008 incoronata la notte del 31/12/08 da una giuria tecnica che l'ha spedita direttamente alle finali a Salsomaggiore. Particolarmente visibile per un colore rosso menopausa di capelli neanche naturale ma Vergognosamente preparato per compendiare la carnagione giallastra e per lo sbiancamento dei denti con il metodo della luce pulsata in perfetto stile holliwoodiano. 1,77 per 57 kg, occhi a palla verdi niente di più delle coetanee bellezze che si incontrano in qualche locale, per strada o all'università. Lucherini urla a gran voce prima della fine delle selezioni e dunque palesemente influenzando, televoto, le giurie e anche i telespettatori che "Ti farò diventare una Star". Ed ecco che come volevasi dimostrare in Italia qualunque cosa detta in TV è presa come oro colato "La ripescata" diventa immediatamente La "favorita" e non soltanto del suo pigmalione fino a tal punto che dopo aver buttato fuori come sempre succede le migliori ma purtroppo per loro non così "fortunate" di avere alle spalle un magnate del mondo dello spettacolo, la "Ripescata" arriva tra la rosa delle 5 finaliste. Athina Covassi, elegante raffinata forse tra le 5 la migliore anche se davvero imbalsamata. Benedetta Mazza, biondona da playboy rimarrà nella storia per essere la Miss Tg 44. Marianna De Martino De Cecco, un sorriso stortino ma interessante, secca allampanata molto Carfagna nazionale. Ilaria Cusumano,quella che a mio avviso avrebbe potuto essere miss Italia. E Lei Miriam Leone n° 97. Che sarà Miss italia. E Neanche molto a sorpresa. In Italia Le raccomandazioni quando partono dall'alto arrivano sempre all'obiettivo. La miss italia 2008 vincerà anche la fascia di Miss Cinema riportata in auge proprio grazie a Lucherini che quest'anno oltre alla fascia garantira uno stage di 3 mesi studio presso l'Actor Studio's di NY o LA. Un posto davvero d'elite degno di una futura Star.... un posto in cui attori di grande calibro non sono mai riusciti ad entrare. Ma passiamo alla burocrazia...qualcosa di non calcolato, forse...che all'attento giornalista e anche a me non è sfuggito. La vincitrice di Miss Italia deve per regolamento stesso cedere la fascia alla seconda classificata per la fascia di miss cinema. La fotunata sarà Valentina Mio 18 anni friulana... Ma che (e questo è davvero vergognoso) oltre agli onori della fascia non ne avrà gli oneri (apparte esilarante il corso di inglese pagato per tutte le finaliste) perchè i 3 mesi all'Actor's Studio "intediamoci" come ha ribadito la Mirigliani al dopo Miss "li farà comunque Mirian Leone....per la miss Cinema vedremo cosa si può fare". Ma che strano.... questo ha proprio il sapore del fattaccio. Forse perchè il Sig. Lucherini ha studiato a tavolino come far emergere la sua "protetta" e rilanciando Miss Cinema proprio per lei non aveva immaginato neanche lui un così grande risultato ossia che potesse essere eletta Miss Italia. Certo è che dovrebbero vietare commenti fuorvianti e in anticipo i componenti della giuria (tipo quello di Lucherini sulla Leone "è bellissima la farò una star," oppure quello del direttore di "chi " la 20 è la mia preferita è miss diva e donna" soprattutto evitare rapporti pre e post selezioni tra giurati e concorrenti. Un giornalista ha dichiarato apertamente di aver visto Lucherini e La Leone in attegiamenti fin troppo amichevoli scambi di sguardi e di complicità dietro le quinte e durante le prove. E' chiaro che se Io sono la giuria tecnica in persona responsabile di attribuire le fascie attribuirò a chi più mi aggrada la stessa. Fossi la Mio farei un finimondo ma soprattutto visto che si è parlato tanto del livello decisamente superiore di cultura e di istruzione di queste ragazze moderne, emancipate e pensanti alzerei un polverone sulla veridicità del concorso quest'anno palesemente manipolato. |
Post n°155 pubblicato il 30 Maggio 2008 da Bulimika
"Per me il rock è provocazione e allegria. Chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza. Noi portiamo in giro gioia, siamo musicanti che accordano i violini. Musicanti, non profeti o maestri di pensiero. Ma promettiamo quasi tre ore di emozioni" Questo è quello che Vasco diceva ad una intervista, niente di più azzeccato oggigiorno... Premetto che torno a scrivere dopo mesi sul blog parlando di questo evento... Premetto che Adoro Vasco e la mia assenza ai suoi concerti da un paio di anni per vari motivi e coincidenze mi ha fatto crescere la voglia in maniera incommensurabile. Insomma ieri mi trovavo Borgo pio per un convegno... il convegno durava 3 ore è finito alle 19... poi scappo vado a studio a prendere E. che da avvocato tutto elegante e cravattato si è trasformato come un Peter Parker da giornalista goffo e timidino in un perfetto rockettaro...maglietta nera e tanto di zainetto con dentro un necessaries di sopravvivenza... (acqua, vivande spezza fame, fazzoletti macchina fotografica digitale, e quei due mitici ombrelli pocket che son serviti come l'acqua per il cioccolato......) Partiamo alle 19,10 dal quartiere Prati (Roma n.d.r). Certamente sapevo che avrei avuto difficoltà a parcheggiare ma mai mi sarei aspettata una bolgia tale da dover girare per due ore...tutti i parcheggi fino alla tengenziale, e dallo stadio fino Piazzale Clodio erano occupati.... un incubo... ho ripiegato per un posteggio in culonia nei pressi della RAI ma me ne fregavo di tutto... ero spinta da una carica sovrannaturale :) ... Siamo arrivati a concerto appena iniziato con una frase di Vasco...(O_o ovviamente gli amici che ci aspettavano nel Prato erano entrati da un pezzo e per circa un ora non ci siamo incontrati...Ma poi... circa alle 22,00 abbiam ricomposto il gruppo ed è stato veramente bellissimo.....) «Spinoza diceva che il potere ha sempre bisogno che la gente sia affetta da tristezza. Noi siamo qui per portarvi un po’ di gioia» io l'ho sentita mentre entravo...un tonfo al cuore.. sapevo che l'avrebbe detta in quanto lo avevo letto, sapevo che avrebbe citato il filosofo settecentesco incompreso e geniale... ma sentirla in quel momento mentre di corsa salivo le scale, in quello stato di forte tenzione emozionale il tutto condito da un cielo che sembrava anche lui voler piangere di gioia... le persone un mare,in tempesta... la musica che univa tutto in maniera perfetta.... è stato profondamente diverso e significativo... in uno Stadio Olimpico agghindato a festa da un palco megagalattico di 70 metrix 22 (dicono), pareti immense costellate da una miriade di svavillanti specchi che riflettevano il pubblico in un gioco di luci assolutamente indimenticabile, due Maxischermi laterali che oltre al Blasco riproponevano immagini e frasi pregnanti con la canzone proposta, due lunghe passerelle che Vasco attraversava per interagire con i pochi fortunati e "coraggiosi" che fin dall'apertura dei cancelli erano stati li ad attendere il Nostro e a cui troppo spesso regalava occhiali firmati Vasco..arghhhh (Io mi dovrò accontentare del Cappellino nero comprato al Merchandising Ufficiale sigh grandeeeee grandeeeeeeeeee!! ) il concerto è stato un inegualiabile mix di nuove canzoni intervallate da vecchie perle come Toffee, Dormi Dormi e Brava Giulia... Meravigliosi i due Midley anche se canzoni come Ridere di te e Dormi dormi le avrei preferite in versione integrale) Il momento più emozionante un must dopo imola per un Vasco evidentemente commosso è stato il ricordo del suo grande amico e mitico musicista Riva..."Nessuno muore veramente... continua a vivere dentro di Noi Sempre". Si prosegue con Vita Spericolata... iniziando con un esemplare "Io: Voglio una vita spericolata.... ribattendo IO, voglio una vita esagerata..." se all'apparenza poteva sembrare una semplice rivisitazione... la citazione a Tricarico era davvero palese. Il concerto si chiude come per magia sotto un cielo gonfio di nuvole e di pioggia fitta ma leggera e un leggero venticello..con la sua più amata Albachiara...Al concludersi dell'ultima parola della canzone Vasco Scompare tra le quinte del palco... e scoppia una pioggia da film.. come se il cielo avesse trattenuto le lacrime fino a quel momento per non rovinare un'opera d'arte di musica, colori e persone. .... il concerto finisce così... e di lui rimangono le bottigliette di birra sul prato... il prato zuppo... e mille ombrelli di persone che tornano chissa dove e che ne formano un unico per ripararsi tutti insieme.... amici, fratelli, anche se sconosciuti legati da un amore che è il più forte quello di una passione, la passione per la musica. Tornare alla macchina è stato faticoso.... Stadio olimpico- Piazzale Clodio... ma dopo tutto direi che ne è valsa la pena... La scaletta che se non ricordo male dovrebbe coincidere proprio con questa del sito AsiloRepubblic. (Ma non mi uccidete se c'erano piccole variazioni non mi ricordo l'ordine esatto.. ero li in versione utente non inviata speciale) 00. Intro strumentale + frase "stasera siamo qui per darvi un pò di gioia... gioia... GIOIA!!!" 01. Qui si fa la storia 02. Cosa importa a me 03. Dimmelo te 04. La noia 05. Vieni qui 06. Non appari mai 07. E adesso che tocca a me 08. L'uomo che hai di fronte 09. Colpa del whisky 10. T'immagini 11. Siamo soli 12. Interludio acustico (Toffee, Ridere di te, Brava Giulia, Dormi dormi, Va bene va bene così) 13. Vita spericolata 14. Gioca con me 15. Medley 2008 (Ormai è tardi, Non mi va, Ci credi, Susanna, Sensazioni forti, Deviazioni, Asilo republic, Colpa d'Alfredo) 16. Siamo solo noi + presentazione band 17. Sally 18. Rewind 19. Stupendo 20. Un senso 21. C'è chi dice no 22. Gli spari sopra 23. Il mondo che vorrei 24. Bollicine 25. Vivere 26. Senza parole 27. Canzone - Albachiara (Foto e testi di mia proprietà. 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Post n°154 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da Bulimika
Salve a tutti... in questo clima di feste un pò freddo per niente Natalizio... come se non bastassero la miriade di colpi inflitti a destra e a manca dai nostri politici ci si è messo anche dall'altra parte dell'Oceano il NY Times a sparar sentenze e a dipingerci come un popolo stanco e malato...povero... frustato e debole. Una Italia che ormai ha solo il nome. Senza sicurezza, lavoro, senza futuro per i giovani e per i nostri figli... senza più una speranza e una visione a lungo periodo... Nonostante tutti i dibattiti televisivi di questi giorni dove tutti appaiono più o meno indignati di fronte questo giudizio forse un pò forte...Mi chiedo: Chissà perchè L'America ci vede così? Ci vede così perchè Siamo così... E purtroppo è arrivato il momento di smettere di parlare e agire contro tutti quei malesseri che hanno portato questo paese ad essere considerato un paese senza futuro. Vi propongo la traduzione: http://www.nytimes.com/2007/12/13/world/europe/13italy.html?pagewanted=1&_r=1 di Ian Fisher New York Times, 13 dicembre 2007 Roma - Tutto il mondo ama l’Italia perché pur essendo anziana è ancora molto affascinante. Perché mangia e beve bene, ma è raro che sia grassa o ubriaca. Perché in un’Europa super-regolamentata è il posto in cui la gente discute ancora con perfetta lucidità cosa davvero può voler dire il rosso ad un semaforo. Ma in questi giorni, nonostante tutte le adorazioni straniere e le sue forze interne, l’Italia sembra non volersi più bene. Qui l’espressione è “malessere”; rimanda ad una paura collettiva - economica, politica e sociale - riassunta in un sondaggio recente: gli Italiani, nonostante la loro rivendicazione di essere maestri nell’arte di vivere, dicono di essere il popolo meno felice in tutto l’occidente europeo. “E’ un paese che ha perso un po’ della sua voglia di futuro” dice Walter Veltroni, sindaco di Roma e possibile prossimo presidente del consiglio del centro sinistra. “C’è più paura che speranza”.I problemi, per la maggior parte, non sono nuovi, e questo è il punto. Sono solo aumentati negli anni e nessuno sembra aver chiaro come possa avvenire un cambiamento, o se addirittura sia più possibile. L’Italia ha programmato il suo percorso di adesione all’Europa lottando come pochi altri paesi contro la frammentazione politica, la crescita ineguale, la criminalità organizzata e un debolissimo senso dello Stato. Ma sta aumentano la frustrazione di vedere che queste antiche debolezze non solo non migliorano, ma anzi in alcuni casi risultano peggiorate, mentre il resto del mondo sorpassa il paese in molti campi. Nel 1987 l’Italia esaltava la raggiunta parità economica con la Gran Bretagna. Ora la Spagna, entrata nell’Unione Europea solo un anno prima, potrebbe presto superarla, mentre l’Italia è precipitata di nuovo dietro la Gran Bretagna. Lo stile di vita italiano così poco tecnologico può anche risultare pittoresco per i turisti, ma l’uso di internet e l’e-commerce qui sono fra i più bassi in tutta Europa, così come i salari, gli investimenti esteri e la crescita. Sono invece fra i più alti le pensioni, il debito pubblico e il costo della politica. I dati più recenti mostrano una nazione più vecchia e più povera, al punto tale che il presidente dei vescovi italiani ha proposto un incremento dei pacchi viveri per i poveri. Il peggio è che si sta diffondendo la preoccupazione che le forze stiano declinando in debolezze. Le piccole e medie imprese, per lungo tempo la spina dorsale dell’economia nazionale a conduzione familiare, stanno facendo molta fatica in un contesto di economia globalizzata, particolarmente con la competitività a basso costo proveniente dalla Cina. La stessa famiglia è oscurata dalle incertezze: il 70% degli italiani fra i 20 e i 30 anni vive ancora a casa, condannando le giovani generazioni ad una adolescenza prolungata e improduttiva. Molti dei giovani più brillanti, proprio come i più poveri del secolo scorso, abbandonano l’Italia ed emigrano all’estero. La posta in gioco è diventata così alta che l’ambasciatore americano Ronald P. Spogli, uno che ha 40 anni di esperienza in Italia, avverte che c’è il rischio di un ridimensionamento del ruolo internazionale e delle relazioni con Washington. I migliori amici degli americani, ricorda, sono i suoi partner negli affari - e l’Italia, comparativamente, non è ai primi posti. La burocrazia e le regole confuse hanno limitato gli investimenti americani in Italia nel 2004 a 16,9 miliardi di dollari. La cifra relativa alla Spagna è stata di 49,3. “Devono potare l’edera che è cresciuta intorno a questo fantastico vecchio albero di 2.500 anni, altrimenti c’è il rischio che lo soffochi”, ha detto Spogli. Un messaggio arrabbiato “Basta! Basta! Basta!” ha urlato in un’intervista Beppe Grillo, un cinquantanovenne comico e blogger dalla fluttuante capigliatura grigia. La parola significa “ne abbiamo abbastanza”, e l’ha ripetuta per chiarire il suo punto di vista alla classe politica italiana. Negli ultimi mesi Grillo è diventato la chiara personificazione dell’umore della gente italiana. L’8 settembre ha dato una forte voce a questo umore quando ha indetto una giornata di indignazione popolare, gridando in Piazza Maggiore a Bologna una sconcezza educatamente traducibile con “andatevi a fare una passeggiata”. Erano attesi in qualche migliaio. Invece si sono ammassate nella piazza 50 mila persone, e 250 mila hanno sottoscritto una petizione per alcune riforme come la durata del mandato e l’elezione diretta dei parlamentari. (Gli elettori ora votano per i partiti, che a loro volta scelgono chi mandare in parlamento, senza il consenso dei votanti). Il suo messaggio è stato: basta con l’inerzia e gli eccessi (i parlamentari italiani sono i più pagati in Europa, dotati della più ampia flotta di auto blu del continente), basta con i criminali condannati eletti in parlamento (ce ne sono 24), basta con le solite e stanche vecchie facce. “La pentola puzza fino al cielo”, ha gridato. “Il tanfo sale dalle fogne, si sparge tutto intorno e non lo sopportiamo più”. Grillo tende politicamente a sinistra, ma non risparmia nessuno nei suoi spettacoli che fanno sempre registrare il tutto esaurito e nel suo frequentatissimo blog. Il problema, dice, è il sistema stesso. C’è un nesso fra il deviato sistema politico italiano e il peggioramento dell’umore nazionale. L’economista italiana Luisa Corrado ha condotto la ricerca su cui si basa uno studio dell’università di Cambridge che ha rivelato che gli italiani sono i meno felici fra 15 nazioni dell’occidente europeo. I ricercatori hanno messo in relazione differenze fra gli indici di felicità riportati nei diversi paesi con fattori socio demografici e politici, inclusa la fiducia nel contesto circostante, non ultima quella nel governo. In Danimarca, il paese più felice, il 64% ha fiducia nel parlamento. Per gli italiani, il dato è del 36%. “Purtroppo abbiamo rilevato che questo fattore di fiducia sociale è alquanto scarso in Italia”, ha detto la Prof.ssa Corrado. Due libri molto apprezzati, che hanno dato il via a mesi di dibattiti, colgono la sfiducia nei poteri forti che non possono essere controllati. Uno, intitolato “La Casta” ha venduto un milione di copie (in un paese in cui i best seller vendono 20 mila copie), svelando i peccati della classe politica italiana e come essa sia diventata privilegiata e irresponsabile. Perfino la Presidenza della Repubblica, una volta fuori dalla mischia, non è stata risparmiata: il libro denuncia il costo annuale dei suoi uffici a 328 milioni di dollari, il quadruplo di quanto spende Buckingham Palace. L’altro libro “Gomorra”, che ha venduto 750 mila copie, ha per oggetto la mafia di Napoli, la camorra. Ma i politici, esso sostiene, permettono che la camorra prosperi, lasciando indietro il Sud povero, e consentendo alla criminalità organizzata di essere il più grande settore dell’economia, come risulta da recenti studi. Questi problemi italiani sono vecchi, ma Alexander Stille, professore alla Columbia University ed esperto in questioni italiane, sostiene che il momento attuale è diverso. Quando l’economia era in espansione, dagli anni ‘50 agli anni ‘90, gli italiani avrebbero tollerato i cattivi comportamenti dei loro leader. Ma la crescita è stata lenta negli ultimi anni e la qualità della vita è in declino. Le statistiche mostrano che adesso l’11% delle famiglie italiane vive sotto la soglia di povertà ed il 15% fa fatica a raggiungere la fine del mese con i salari correnti. “Il livello di indignazione è alto perché prima era comunque possibile cavarsela, dice il Prof. Stille. “Ora la vita è più dura”. Gli italiani raramente associano l’attuale massa di leader avanti con l’età con la capacità di cambiare. Per più di un decennio sono stati sempre gli stessi a scambiarsi il potere. L’anno scorso Silvio Berlusconi, l’uomo più ricco d’Italia divenuto presidente del consiglio per la prima volta nel 1994, fu battuto alle elezioni per non aver mantenuto la promessa di crescita sul modello americano e quella delle opportunità fondate sul merito. Quando lasciò l’incarico la crescita economica era zero. Ma presto divenne chiaro che sbarazzarsi del centro-destra di Berlusconi non era la ricetta magica. Romano Prodi, che aveva ricoperto l’incarico di presidente del consiglio dal 1996 al 1998, vinse le elezioni, ma poi è stato soggiogato da un’instabile coalizione di nove partiti in guerra fra di loro. Promise di fare tabula rasa, ma il suo poco maneggevole governo di centro sinistra deluse già con il suo primo atto di valore simbolico: il suo gabinetto era formato da 102 ministri e sottosegretari, un nuovo record. Ha portato avanti due pacchetti di riforme e l’economia ha ripreso a crescere: “La nostra non è una situazione felice, ma è migliore di quella che c’era prima”, ha dichiarato. Ma il governo è già caduto una volta e rischia di cadere ancora ad ogni votazione difficoltosa. Piccole proposte di riforma portano puntualmente oppositori in piazza, un ostacolo per ogni cambiamento visto che gli interessi protetti cercano di difendere se stessi. I farmacisti hanno chiuso le serrande quest’anno quando il governo ha minacciato di far vendere le aspirine nei supermercati. Il costo per un pacchetto di sole 20 compresse di aspirina è di 5,75 dollari. La misura è colma, ma il governo è in gran parte paralizzato. Gli elettori sono stufi e gli avversari di Prodi lo sanno. “Io capisco il cattivo umore, il malessere - dice Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale, il secondo maggior partito dell’opposizione. “La gente comincia ad essere molto arrabbiata, perché c’è un governo che non fa nulla”. Generazioni divise “E’ triste vedere che le cose non vanno come dovrebbero, che non siamo un paese normale”, dice Gianluca Gamboni, 36 anni, consulente finanziario a Roma, riassumendo quello che prova per l’Italia, che egli ama ma che lo fa diventare matto. A differenza della generazione precedente, lui viaggia e vede quanto vanno meglio le cose altrove. Non si risparmia, vive ancora con i suoi genitori, non perché lo voglia, ma perché solo adesso, dopo sette anni di lavoro, può permettersi l’alto costo di un affitto romano. Sta finalmente prendendo in considerazione di andare a vivere per conto suo. Gamboni è sul lato giovane della cesura generazionale italiana - una lente dalla quale si possono mettere a fuoco molti problemi nazionali. Questa è una delle correnti sotterranee, facilmente trascurabile a prima vista, ma che, se prese insieme, rendono chiaro quanto l’Italia sia cambiata negli ultimi decenni e quanto poco questo cambiamento sia stato percepito. Lungo un secolo, fino alla fine degli anni ‘70, 25 milioni di italiani sono partiti alla ricerca di una vita migliore all’estero. Ora invece l’Italia accoglie circa 3,7 milioni di immigrati. La posizione della Chiesa cattolica è ridimensionata da quel pilastro culturale che era ad un semplice centro di influenza. Politicamente, l’Italia non sembra essersi adattata alla scomparsa della Democrazia Cristiana, nel 1992, che aveva governato per più di 40 anni. Economicamente, una volta era facile risolvere i problemi svalutando la moneta, la lira. Questo ora non è più possibile con l’Euro, la cui introduzione ha anche alzato i prezzi, specialmente nel mercato immobiliare. Poi c’è la famiglia. La percentuale di divorzi è salita. Le famiglie numerose sono un ricordo del passato. L’Italia ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa, il più basso numero di giovani sotto i 15 anni e il più maggior numero di ultra 85enni, dopo la Svezia. La disoccupazione è bassa, al 6%. Ma il 21% della popolazione fra i 15 e i 24 anni non aveva lavoro nel 2006. E gli anziani non cedono il posto. Ovunque ci sono prove del problema dell’anzianità del paese. Nei parchi pubblici stormi di anziane signore giocano con un solo bambino. In televisione le star sono decrepite. L’età media dei presentatori del concorso Miss Italia di quest’anno era di 70 anni (la vincitrice, Silvia Battisti, ne aveva 18). Nella sfera politica, Prodi ha 68 anni, Berlusconi 71. “Il problema generazionale è il problema dell’Italia”, dice Mario Adinolfi, 36 anni, blogger ed aspirante parlamentare. “In ogni paese i giovani hanno una speranza. Qui in Italia non c’è più speranza. La mamma ti tiene a casa amorevolmente e dolcemente e tu stai lì e non combatti più. E se non impari a combattere è impossibile togliere il potere a chi ce l’ha”. “Non abbiamo un Google, aggiunge, non possiamo nemmeno immaginare che un trentenne apra un’azienda in un garage”. Vendere un’idea di Italia In settembre, in una casa di giovani romani, fra birra e pasta, si diffuse la notizia della morte di Luciano Pavarotti, il tenore e probabilmente l’italiano più famoso al mondo. “Dannazione, gridò Federico Boden, studente di 28 anni, ora tutto ciò che ci rimane sono pasta e pizza”. L’Italia non sembra più in grado di raggiungere i posti in classifica che aveva un tempo per le sue grandezze. Non si vedono nuovi Fellini, Rossellini e Loren. Il suo cinema, la sua televisione, le arti, la letteratura e la musica raramente sono considerate ai vertici. Ma ha Ferrari, Ducati, Vespa, Armani, Gucci, Piano, Illy, Barolo, tutti simboli di stile e prestigio. L’Italia ha se stessa e molti sono convinti che il futuro resti nella mistica del marchio “Made in Italy”. Il vino italiano è stato un primo test. I produttori hanno spostato la loro attenzione dalla quantità alla qualità. Illy, la marca di caffè, è cresciuta dosando qualità e uniformità con innovazione nei metodi e nello stile di presentazione del prodotto. “In questo gli italiani possono essere vincenti, dice Andrea Illy, presidente dell’azienda, “nella valorizzazione delle loro risorse peculiari, ovvero bellezza e cultura”. Ma l’industria italiana è legata ai bassi salari, e ciò la rende vulnerabile rispetto alla concorrenza cinese quando il costo del lavoro cresce. L’allarme cominciò a suonare alcuni anni fa, con la paura che gran parte dei tradizionali settori commerciali italiani - tessile, calzaturiero, abbigliamento - non potessero più restare competitivi. Molti non ci sono riusciti. In Friuli Venezia Giulia, patria della produzione di sedie, il numero di aziende produttrici di sedi si è ridotto da 1.200 a 800. “All’inizio molti pensarono che la fase negativa sarebbe presto passata , ha dichiarato Massimo Martino, direttore di Maxdesign, un’azienda di mobili. “In realtà pero’ molte società finirono col chiudere fondamentalmente perché il mercato non aveva più bisogno di loro. Non vollero cambiare”. Qualche azienda accettò la sfida. Il legno lì era la prima risorsa, ma Martino iniziò a produrre sedie fatte principalmente di plastica, ben progettate e tuttavia non costose. Altre decisero che competere con la Cina sul prezzo era impossibile. Invece l’obiettivo sarebbe stato la qualità e l’unicità italiana, cose che la Cina non poteva eguagliare. Pietro Costantini, che rappresenta la terza generazione di un’azienda di mobili, ha detto che ha cominciato a concentrarsi non solo sul segmento alto del mercato - produce grandi mobili per grandi clienti americani - ma anche nel creare linee che possano vendere lo stesso stile di vita italiano. I clienti stanno ritornando. Ma gli imprenditori si lamentano di essere soli. I politici offrono poco aiuto nel rendere competitiva l’Italia e questo resta il maggiore ostacolo alla crescita dei loro guadagni. Gli affari richiedono minore burocrazia, leggi sul lavoro più flessibili e grandi investimenti in infrastrutture per far muovere più facilmente le merci. “E’ ora di cambiare”, ha detto Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat e della Ferrari e dell’influente gruppo di Confindustria. “Altrimenti, perché stiamo andando giù in tutte le classifiche della competitività? La ragione è che nel migliore dei casi noi siamo fermi”. Non è sicuro che questa strategia del “Made in Italy” sia sufficiente. Gli scettici sostengono che gli investimenti stranieri, i fondi per ricerca e sviluppo e i soldi investiti dai “venture capitalist” restano troppo bassi, così come la competitività italiana. Ma gli imprenditori di livello internazionale sono punti luminosi in un panorama con pochi altri. Qualcuno sostiene che le giovani generazioni siano un’altra chiave, se non adesso, almeno quando quelli che stanno al potere moriranno. Sono istruiti, hanno viaggiato e - come fa Beppe Grillo per attirare l’attenzione delle masse - sanno usare internet. Due partiti di centro sinistra si sono fusi per dare vita al Partito Democratico, con lo scopo di superare la frammentazione che paralizza il sistema. Tutte le parti politiche hanno finalmente convenuto di dover rifare una nuova legge elettorale per dare respiro al vincitore delle prossime elezioni, fattore cruciale per poter far andare avanti ogni importante riforma. Ma comprendere i problemi è il passo minore: molti si preoccupano che nel frattempo l’Italia possa condividere lo stesso destino della Repubblica di Venezia, la cui capitale viene definita da tanti come la più bella città del mondo, ma il cui predominio nel commercio con il vicino Oriente scomparve senza mai raggiungere il suo apice. La conquista di Napoleone nel 1797 rese solo ufficiale il fatto. Attualmente è solo una splendida salma, calpestata da milioni di turisti. Se l’Italia non si darà da fare per un radicale cambiamento, molti dicono, la attende un simile destino: bloccata da una grandezza passata, con attempati turisti come unica fonte di vita, la Florida d’Europa. “Il malessere sta qui: vediamo tutto questo, ma non c’è nulla che possiamo fare per cambiarlo”, ha detto Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera. “Però, dice, cambiare significa cambiare gli stili di vita individuali; rifiutare certi compromessi, cominciare a pagare le tasse che si devono, non chiedere raccomandazioni quando si è in cerca di un lavoro, non imbrogliare quando un figlio cerca di essere ammesso all’università”. “Questo è il difficile, dice, abbiamo raggiunto un punto in cui è finito il tempo di sperare in qualche principe azzurro che venga e ci dica “ci penso io a tirarvi fuori di qui”. “Mai come adesso noi italiani abbiamo il nostro destino nelle nostre mani” dice. |
Post n°152 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Bulimika
Questa sera questa "Meravigliosa Creatura" sarà al Gran Teatro a Roma con il suo nuovo e stupendo concerto ispirato alla figura di Pia De Tolomei ed io non vedo l'ora di ammirare il suo che più che un concerto sarà uno spettacolo teatrale, un'emozione intensa e indimenticabile attraverso pure poesie messe su musica degne di un cuore e una creatività sublime. Lei Gianna è una artista che riesce ad emozionarmi che riesce a far vibrare la parte più interna del mio animo. L'ultima, la sola Rocker Italiana Così la canto IO. |
Post n°151 pubblicato il 28 Settembre 2007 da Bulimika
Nel panorama mediatico italiano tra litigi trash, vergognosi battibecchi, lotte di classe in reality ormai demodè, gemelle K e quant altro Qualcuno ha avuto anche "l'intelligenza" di ricordare l'importanza del lato B. Peccato che questo benpensante non si riferisse al lato B della Birmania Son cose troppo lontane al suo vissuto e per il suo cervelletto cresciuto a Bridge, Bocce e Beeeeeeep "The show must go on" diceva un mito della musica mondiale ma non di fronte a questi insulti ai diritti fondamentali dell'uomo Questo è il lato B che conta! Tutti in rosso in simbolo di protesta. p.s il mio blog da nero si tinge di rosso fatelo tutti |
ME, SOLO ME.
Il mio Blog è solo una parte di me...
Non so neanche io quanto piccola.
Io sono un'altra cosa.
Non venite nella mia messaggeria scrivendo frasi
strappalacrime... Non attirerete la mia attenzione.
Non mi interessa delle persone che vogliono
aiutarmi mi interessano Le persone che con le loro
esperienze e attraverso le loro frasi riescano a farmi
emozionare e abbiano qualcosa da darmi.
Se non avete nulla da dire non perdete tempo con me,
non sono interessata a squallide storielle via web ne
a inciuci vari. Non sono depressa, non sono malata,
ho una vita bellissima, una bella libreria e molti sogni.
Quello che voglio lo so solo io ed è dentro
di me non verrò di certo a raccontarvelo via msn
nè in chat, nè via mail.
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