DSM

«Ciò che ci divide non è il fatto che noi non troviamo nessun Dio, né nella storia, né nella natura, né dietro la natura, - ma che quello che è stato adorato come Dio noi non lo troviamo affatto

 

AREA PERSONALE

 

OTTOBRE 1995

nella notte reprimo un grido che laceri questo
silenzio,
che interrompa questa opprimente, insensata
solitudine,
riecheggia in me con veemenza sconvolgendomi.
mi aggrappo alla vita, benchè vivere mi costi
tanto,
ci sarà un altro risveglio che mi porterà
il domani,
senza che trovi in me un perchè resistere,
un perchè continuare.
mi scontrerò di nuovo coll'irrazionalità
di un mostro
che fagocita la nostra dignità, la nostra
personalità.

cerco un porto sicuro dove poter credere che vivere
non è solo lottare
ma anche saper lasciarsi andare.
batte il mio cuore dolorosamente, scandendo
un tempo che monopolizza la mia mente,
attimi che mi sfuggono come granelli di
sabbia fra le dita;
troppo rapidi perchè ne colga l'unicità,
troppo lenti perchè non senta il peso della
loro miseria.

il mio corpo forse non saprà mai far crescere
in sè una nuova vita,
troppo lontano anche dall'aver solo accettato
la sua;
non conoscerà la gioia di elargire la scintilla che accende
la materia.
forse solo così eviterò di fallire come madre,
troppo malata di vita per insegnare ad amarla,
troppo debole per insegnare la forza,
troppo delusa per insegnare l'entusiasmo,
troppo paurosa per insegnare il coraggio.
forse solo così non tramanderò il male
di vivere che mi è stato tramandato da chi
prima di me dovette subirlo.

 

NOVEMBRE 1995


Apro gli occhi cercando collo sguardo

Fra gli affetti,

un punto fermo sommerso dalla marea

di un tempo che trascorrendo finalmente

è stato sottratto

alla lunga successione di momenti

troppo acri per formare un’esistenza serena.


Apro gli occhi come un automa,

costretto a vivere in una dimensione

che non mi appartiene,

stringo i pugni perché il dolore che ho di fronte

non mi vinca.

Cerco una luce in fondo a questa galleria

Dove non entra sole, dove non entra aria,

forse cerco un dio nel quale credere,

una fede che possa giustificare con

un perché non ho conosciuto che questo

da quando ricordo di aver avuto

coscienza.

Cerco una speranza per il domani

Che mi permetta di esistere non di vegetare.

Cerco la volontà per sostenere chi si appoggia

Alle mie forze,

per non sottrarmi

ad una carezza, un bacio, un sorriso rassicurante.


Chi saprà donarmi un sorriso?

Chi saprà dare senza chiedere?

Chi mi restituirà il tempo mai conosciuto?



 

GENNAIO 1996

 

Mi uccido ogni giorno accettando

Di vivere, ogni volta che fingo di farlo,

mi uccido ogni giorno infliggendo

al mio corpo uno strazio che lo distrugge.

Ho deciso di soffrire senza sapere
di volerlo fare.
mi sto annullando annientando
il mio corpo.

Illudendomi forse, che renderò così

Libero il mio spirito.


 

 

lontananze        

Post n°307 pubblicato il 17 Marzo 2008 da sfigatto6
 
Tag: egoismo

non è stata cattiveria.
ci sono amori che non passano mai,
ci sono amori,
che credo tu non abbia mai conosciuto,
che ti sconvolgono la mente,
per finire con lo sconvolgerti la vita.

io credevo di aver fatto delle scelte.

tu ne hai fatte altre.

ma forse,
anche se tu non avessi scelto di lasciarmi sola,
difronte all'amore della mia vita,
sarai comunque caduta...
perchè nulla ho mai potuto contro i suoi sguardi,
le sue mani,
i suoi abbracci


 
 
 

eterno ritorno

Post n°306 pubblicato il 11 Marzo 2008 da sfigatto6

ti dono il mio io.

tento di dimenticare
il male
che l'assenza di te provocò.

ma fu un dolore così acuto e stridente,
da non poter smettere di sentire il suo eco in me.

e quando mi chiedo
cosa noi siamo,
non trovo una risposta,
perchè siamo stati tutto subito,
perchè siamo stati tutto,
perchè abbiamo distrutto tutto.

eppure,
nel dolore della vita,
in quello della morte,
sempre, in ogni istante,
sei stato in me.

è terribile sentire che ti amo ancora.

che ti amerò sempre,
per quanto dolore tu abbia generato in me,
per quanto male tu abbia provocato,
pur avendoti permesso di distruggermi l'esistenza,
pur avendoti accompagnato all'altare ed in tribunale,
sei in me un tutto.

e desidero tutto di te.
i tuoi occhi,
le tue carezze,
i tuoi abbracci,
cerco i tuoi piedi nella notte,
mi stringo a te, disperatamente,
per colmare tutte le assenze di te.

ma mi servirebbero migliaia di istanti di te
per superare ogni istante senza te,
che mi hanno tolto aria,
luce,
speranza,
vita,
salute,
energia.

e pur avendo tentato di odiarti per questo,
non ho mai smesso di cercarti,
non ho passato un solo giorno
senza volere te.

e mi chiedo che forma sia questa della mia malattia,
se la più pericolosa,
la più letale,
o semplicemente la mia malattia e basta.

attendo di perdermi nei singhiozzi
che un tuo gesto
scateneranno in me.

eppure godo di ogni singolo abbraccio,
come fosse l'ultimo,
perchè so che l'assenza di te
è comunque infinitamente più dolorosa
del male di te.

scelgo di nuovo,
irrazionalmente,
di giocare a dadi con la mia vita...

per chi ha perso tutto
infinite volte,
è solo una delle tante sfide.

ti dono il mio io,
senza per questo poterti più donare la mia vita
di cui tu facesti già scempio in passato,
e lascio che le carcasse della mia finta vita
se ne vadano,
trasportate dallo scorrere del fiume del tempo.

sarà un errore.
ma lo sto già facendo.

ti chiedo pietà,
sapendo che sapresti non provarne affatto,
e mi preparo all'ennesimo mea culpa.

 
 
 

pater

Post n°305 pubblicato il 11 Marzo 2008 da sfigatto6

sei lontano.

per l'ennesima volta,
ti perdi.

ti giustifico,
sapendo,
o credendo di farlo,
che stai male.

non mi cerchi,
non mi parli,
come tutti, finisci per dimenticarti di chiedermi come io stia.

ti perdo ogni giorno,
e questo mi ferisce.

l'aver esperito dell'effimeratezza della vita,
non come luogo comune,
ma come esperienza reale,
mi fa temere degli istanti che perdiamo
ogni giorno.

temo
che le parole non dette,
un giorno saranno talmente tante,
da impedirci
di dirne altre.

ti perdo,
senza poter fermare
il turbine degli eventi.

il tuo dolore
diventa anche il mio,
senza riuscire a sentire che tu riesca a prendere invece parte del mio.

terrorizzata di spegnermi
senza averti potuto parlare di me,
penso a dove lasciarti frammenti di me,
per quando non sarò più qui.

e capisco che è una sfida persa.

non hai saputo attingere il mio io
mai.

non posso fartene una colpa,
il male di vivere ti paralizza.

lotto contro il muro che alzi ogni giorno difronte a me,
sapendo che il tempo scorre inesorabile.


 
 
 

innamorarsi    

Post n°304 pubblicato il 10 Marzo 2008 da sfigatto6

sono innamorato di te.

silenzio.
nulla passa nella mia mente.
parole,
solo parole,
per me
vuote,
vacue,
senza senso.
decine di volte,
sentite,
senza per questo
provare sensazioni.

forse lo scetticismo,
la malattia,
la vita,
mi hanno reso arida.

eppure,
amarmi,
diventa la scusa
per poter farmi sentire in colpa...

come se amarmi
rendesse titolare del diritto
di sentirsi amati.

io
ho amato tanto.

tutta la vita...

scorrono nella mia mente
immagini di amori profondi,
veri ma malati,
morbosi...

e li sento così vicini,
così lontani,

così in me,
così estranei...
e mi chiedo se debba essere questo l'epilogo
di ogni amore....

mi hai scritto che ognuno è responsabile delle proprie scelte.

perchè non voglio te?

credi veramente che questo
genererà in me una responsabilità?

scusa se sorrido...

sono morta d'amore...
questa è una responsabilità...
ho lasciato l'amore...
me ne sono privata,
sono quasi morta tra le braccia di chi amo,
sono rinata per lui...
questa è responsabilità d'amare...

amare è superare il tempo che passa,
annulare la distanza,
andare oltre,
anche la morte...
amare è qualcosa che detto di me...fa ridere...perchè non mi si conosce.


tu non sai nulla di me.
come puoi parlare d'amore...


amore è rivedere la persona che hai amato,
che ti ha distrutto la vita,
che credevi di odiare,
e ritrovarsi tra le sue braccia
come il tempo non fosse passato.

amare è perdonare chi ti ha condannato a 18 anni di malattia.

amare è non rinfacciare mai niente.

forse non mi ha amato mai così nessuno.

eppure io ho amato.
mio padre,
mia madre,
il mio primo amore,
il mio miglior amico,
il mio latte di Venere,
il mio eterno ritorno...

il mio cane.

non so più amare incondizionatamente.

anche l'amore si esaurisce...

e mi accorgo che non trovo in me più spazio per amare.


due anni fa,
in questo momento lottavo con la morte.
con un sondino naso gastrico.

due anni fa,
morivo per sempre.

due anni fa...

smettevo di esserci solo perchè le persone se lo aspettano da me.

non parlarmi più d'amore.
non parlarne con chi d'amore è morto.

 
 
 

diciannovesimo anno

Post n°303 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da sfigatto6
 

31 anni.
19 anni di malattia.
mi ritrovo con le paste ed un cartone di pizza mezzo vuoto,
per la strada.
cacciata da chi mi partorì 31 anni fa.
mi hai mandato via.
mi hai messo fuori dalla porta, con le tue mani.

piango.
ormai senza senso da sempre.
non posso comunque non amarti,
e mi chiedo se veramente qualcuno possa credere
che questo un giorno non mi farà più male.

mi sento in colpa.
per non avertelo impedito.
per averti dato atto di macchiarti anche di questo gesto.

non ho trovato in me la forza per farlo.
ho lasciato che mi chiudessi fuori,
per l'ennesima volta,
fuori dalla tua vita,
nel giorno in cui mi mettesti alla luce,
lasciandoti riconoscere
quanto questo ti pesi,
ancora oggi.

ti cerco papà,
so che sei l'unico che può capire il mio dolore,
sordo ma pungente.
so, egoisticamente,
che potrò condividerlo solo con te.

ti adoro.
mi manchi.
piango anche per te,
piango per il male che devi vivere,
per quello che devi vedere,
per quello che devi sentire.
ci sarò sempre, non temere.

19 anni di malattia. 31 di lacrime.

sono sempre qui ad attendere, che tu possa ritrovare te stessa.
ti voglio bene comunque, mamma.


 
 
 

studi sull'anoressia  nervosa        di

Post n°302 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da sfigatto6
 

ore 15.30
clinica psichiatrica.
appuntamento con la Dott. Tenconi.

avrei dovuto sapere che avrei dovuto andare sola,
avrei dovuto sapere che avevo bisogno di stare sola.

dovevo farlo,
per me stessa,
per sperare che domani nessuno morirà più di anoressia.

arriva, mi guarda, imbarazzata mi dice che ci vorranno due ore.
la guardo scettica, per esperienza.
ce ne vorrà una al massimo...

dopo i miei 27 kg,
per la prima volta,
rimisuro la mia intelligenza.

timorosa del risultato,
affronto me stessa.

risultato record,
dice lei.
per tempo, per risposte.
nn sembra malata da 18 anni...

già dico io, avrebbe dovuto
conoscermi prima...

ora piango.
di un pianto di liberazione.

del pianto di chi ritrova ancora se stessa,
dopo la paura di averla persa per sempre

piango,
senza tregua,
apparentemente senza senso...

sono ancora io,
anche se nn trovo più me stessa.

piango.

e nn trovo pace.

forse domani,
mi sentirò solo più libera.


 
 
 

Post N° 301

Post n°301 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da sfigatto6
 

anteprima nazionale,
il tuo libro è stupendo, volevo solo dirti questo!

 
 
 

perdita di valori

Post n°300 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da sfigatto6

cade il governo.

la gente per le strade strombazza,
come avesse vinto una partita la squadra del cuore.

andiamo allo sfascio.
privi di valori,
indipendentemente dal colore,
nn conosciamo il valore delle istituzioni
su cui si base la società civile,
la costituzione di questo paese.

nn troviamo
il tempo
per un momento di riflessione.
stappiamo bottiglie in parlamento,
come al bar sotto casa.

ed è solo un sintomo,
di cosa stiamo diventando.

mettiamo al mondo figli,
senza saper loro cosa insegnare.

parliamo a vanvera,
di credi,
di finti valori,
vuoti e senza convizioni.


ridiamo,
dei drammi personali,
dei di drammi di quartiere,
dei drammi del paese,
del mondo
in cui viviamo.
senza preoccuparci di lasciare nulla
a chi dopo di noi,
senza colpa,
dovrà sostare in questo mondo.


secondo giorno
senza dose d'efexor.

dopo un anno e mezzo di psicofarmaci
cerco la luce.

in astinenza,
tremano le mani,
sfuggono i pensieri,
in un mare
senza forma.

la follia mi aggredisce anche oggi,
aggredisce mio padre,
i suoi occhi lucidi,
mi parlano del suo dolore.

ferita nel corpo e nei sentimenti,
subisco frasi vuote
di persone vuote.

mi scontro con l'estraneità
di chi si vanta di conoscermi.

sono stanca.

lascia che vadano...
mi dico.

ma nn vogliono farlo.
si aggrappano inutilmente a me.

ma ad una me che nn è mai esistita,
che mai esisterà.

la nausea,
mi opprime.

scrivo poche parole,
con fatica.
nn riesco a coordinare i pensieri,
nn riesco a coordinare i gesti.
scrivo e riscrivo le stesse parole...
nn riesco a farlo con fluidità.


che senso ha tutto questo.

tu mi desideri.
mentre muoio dentro.

come posso nn restarne disgustata.

forse basterebbe una compressa rossa.
basterebbe alzarsi ed ingoiarla.

il vomito mi uccide,
mi entra nel naso,
soffocandomi.

il letto ora è il mio rifugio.

ora mi alzerò,
senza crollare mi avvicinerò ad esso,
mi spoglierò,
indosserò il pigiama,

e abbracciando il mio piccolo,
chiuderò gli occhi,
forse per sempre.

ma se accadesse, domani,
al chiaror della luce,
mio padre solo,
cosa potrebbe fare,
se nn lasciarsi andare.

eppure corpo e testa nn ce la fanno più...

nn vivrò ancora molto.
lo sento in me.


papà,
ti amo.

qualsiasi cosa accada,
abbi cura di te.
vorrei trovassi quello che scrivo da anni
dopo di me.

vorrei trovassi la forza di essere felice,
per la fine del mio dolore.

stasera volevo chiederti di venire a vivere da me.

vorrei nn dovesse farti così male
vedere la persona che ami
vaneggiare.

forse un giorno, ci troveremo più sereni,
insieme.

nn andrò in cina.
nn ti lascierò solo con tutto questo.

nn libererò la mia anima egoista,
al costo della tua.

il rimorso mi ucciderebbe,
definitivamente.

lo so,
dopo trent'anni,
dopo avermi visto morire,
carne ed ossa,
mi diresti di vivere.

ma mi hai insegnato l'amore.
e nn posso farti torto.

finirò per accettare questa situazione.

chi mi chiede di scegliere fra te ed il resto,
fra mia madre ed il resto,
nn sa,
come nn lo sapevano tutti prima di lui,
che ne uscirà perdente.

abbiamo fatto un patto,
tacito,
ma di sangue,
di solidarietà.

nn verrò meno,
a noi.
infondo nn ho lasciato la vita,
solo in virtù d'esso.



come mi si può parlare solo di sesso,
mentre sono dilaniata dentro?


ho bisogno d'amore.
ho bisogno di piangere,
ho bisogno di pace.


sono una morta che cammina.

mi si dice che sono razzista.
proprio io...
come possono le persone essere così cieche...

aiutate mia madre,
per salvare mio padre,
per salvare me...

dopo trent'anni,
muoriamo entrambi.

lo dico al sindaco,
lo dico al dottore,
che devo fare?

nessuno fa nulla...

ed io continuo a morire.

papà,
spero che un giorno troverai il mio blog.

spero che un giorno saprai
quanto io ti abbia amato.
quanto il tuo dolore mi abbia addolorato.

spero che un giorno,
finalmente capirai davvero,
perchè ti stavo morendo fra le braccia.

nn è stata colpa tua.
io ho perdonato i tuoi errori.

perdona,
se puoi,
i miei.

se qualcuno,
chiunque,
può lenire il mio dolore,
lo supplico,
senza più dignità di farlo.

la malattia mentale rende soli.


papà,
ora solo,
sei lì con lei.

forse ti senti tradito.
forse sei sollevato per me.

ma io nn dormo,
il mio pensiero è a te.
lì, solo.

forse questo è il fio
che pago ogni giorno,
per aver conosciuto il vero senso
dell'amore.



 
 
 

ipocrisia

Post n°299 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da sfigatto6
 

è molto tardi.

sono sveglia, meno sedata del solito, probabilmente
per aver saltato la solita dose di 225 mg di efexor.

giornata pesante.

il governo è caduto.
storie che faranno la storia dei nostri nipoti.

il sindaco mi ha aggredito.

credo di averla dominata.
nn ho mai fatto politica,
avrei dovuto farne.

nulla più che sensata.

la malata di mente
che stupisce per la sua sensatezza.

in fondo fa parte del mio DNA.

anche se ho scoperto di essere nata gemella,
l'ultima fantasia di mia madre,
è solo una di tante.

innumerevoli,
senza fine,
senza sosta,
ormai nn mi stupiscono neppure più.

giornata all'insegna dell'ipocrisia.

la mia,
che nn rispondo ad una mail che mi disgusta...
ti voglio fresca, anzi umida...
che ridere...

quella di sei persone,
che giocano al teatrino delle marionette,
dove l'unica
a stridere,
come sempre,
scomoda,
ma sensata,
sono io.

nn mi si potrà obiettare
di mancare di spirito critico.

la filosofia ha perfezionato la mia naturale propensione
alla logica.

il medico,
che un orecchio al cellulare,
ed un altro al telefono,
mi chiede di fingere
di nn vedere che sono solo un numero
su di un elenco.

ho l'ipocrisia necessaria per farlo.

e l'pocrisia di chi nn vede il dolore.
incancrenito
nelle ossa, nei muscoli,
nell'animo.
osteoporosi grave? a 30 anni.... come mai?
17 anni di anoressia nervosa.

la stessa domanda migliaia di volte...

lo stesso commento
ogni volta:"ah!"
"guarita?"

no, trattata. 225 mg di efexor al giorno.

già...
tradotto 18 ore di sonno,
quasi due anni di letargo.
un coma farmacologico.

per lenire il dolore,
e fingere di guarirmi.
trenta kg dopo,
due anni dopo il primo arresto
da ipokaliemia.

e mi chiedo
chi siano questi luminari,
che per tenerci vivi
ci sedano,
fino a farci perdere noi stessi.

nn è forse questo accanimento terapeutico?

potrei fare come oggi.
nn ingoiare il pasticcone rosso, quello rosa,i tre arancioni.

forse troverei me stessa.

forse quella me stessa tenterebbe di nuovo di farmi morire.

eppure nn vivo neppure ora.

mi guardo attorno,
nn vedo niente.
quando mi desto,
il putrido odore del mondo mi nausea.

e nn trovo pace,
disgustata dall'egoismo
di chi vede ancora la mia anima come un corpo...
da usare.

ma come si può nn cogliere
che ho tentato di distruggere il mio corpo,
perchè guardassero la mia anima...?

nn hai il tempo per masturbarti, dici.
povero...
pensa che nn ebbi neanche il tempo per mangiare.
l'ingordigia di denaro, di solito, ha questo prezzo.

ma io sono una fallita,
tu no.

certo, tu dici che parlano i risultati.
e poi dici che nn parli di me...

no, certo.
ti riferisci solo agli obiettivi che nn ho raggiunto.

tutti voi,
che pensate ad una vita dopo la morte,
vivete privi di moralità.
accantonate lodi ed onori, denaro, successi.
ma quale successo può avere un figlio che nn saluta più la propria madre,
solo per nn perdonare.

io vivo credendo ad una fine dopo la morte.
io credo nella mia materialità,
avrei dovuto vivere come te,
per godere il più possibile del momento.

eppure, ho dedicato la mia vita ha chi me l'aveva data.

sono sciocca, lo so.
inconcludente.

scusami,
ma nn posso che guardare dall'alto la tua miseria.

e nn prendertela...
ma sosto in riva al fiume.
passerà di lì anche la tua carcassa...
delusa dall'avere, priva dell'essere.

nn mi sentirò mai inferiore a te,
che ti fai chiamare dottore,
ne per cultura,
ne per intelligenza,
ne per essenza.

essere come sono,
come tu disprezzi,
mi è costato tanto.

perchè scegliere anche per gli altri,
e nn solo per il proprio tornaconto,
a volte può essere difficile.

si sono sciocca, lo so.


tu mi farai scegliere...

di diventare come te...
spiacente.
nn anteporrò mai il mio ego
a coloro che amo.

forse per questo,

a maggio nn ci sarò.

sei ancora troppo infinitamente piccolo.



 
 
 

Post N° 298

Post n°298 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da sfigatto6

nella notte piango.

gli occhi di me bimba,
che mi scrutano
pieni di tristezza,
mi ossessionano.

grande,
il dolore di quella piccola
mi feriscono.

mi ricordano
chi io sia,
da sempre.

non piangere, piccola.

una vita di lacrime
nn hanno lavato
il tuo dolore.

vorrei
cancellare
la tristezza dagli occhi di quella bimba.

ma quella bimba,
sono io.

 
 
 

papà

Post n°297 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da sfigatto6


 
 
 

eterno ritorno

Post n°296 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da sfigatto6
 

per l'ennesima volta,
nella mia vita da adulta
mi pongono difronte una scelta.

fra te e loro.

mi si stringe il cuore.

immagini di esperienze comuni mi legano
indissolubilmente a te.

solo tu conosci il mio dolore.
solo io conosco il tuo.

penso alla tua vita.
piango.
hai rinunciato a tutto
per nn abbandonare colei che scegliesti
per la vita.
la tua non è stata vita.

teneramente mi affianco a te.
per donarti il mio io.

per tentare di colmare almeno in parte
il tuo vuoto.

l'amore,
il rispetto,
la stima,
la solidarietà
mi hanno legato a te
per sempre.

se crescere vuol dire
abbandonarti lungo questa via,
non posso farlo.

hai solo me.
così come io spesso
ho sentito
di avere solo te.

nulla potrà cancellare in me
i tuoi pianti,
i tuoi singhiozzi,
il tuo dolore.

nulla potrà
farmi dimenticare
che non te ne sei andato
come qualunque altro uomo
avrebbe fatto.


e mi trovo ad immaginare
di avere il potere di salvare una sola
vita
su questa terra,
in questo tempo,
e mi riscopro ogni volta
a salvare la tua, papà.

vorrei potessi avere una vita
nuova
in cui essere felice.

il mio amore per te
è smisurato.

e vorrei poter portarti via
da tutto questo.
vorrei che potessi
essere sereno.

piango,
sfogliando immagini di vita,
comuni,
terribili.

nessuno potrà mai capire
il dolore che ghiaccia
il nostro cuore.

sono certa,
che se avrai un'altra vita,
come tu credi,
avrai per quello che hai dato.

non temere,
ci sarò sempre.


 
 
 

Post N° 295

Post n°295 pubblicato il 17 Gennaio 2008 da sfigatto6

assomiglio sempre più a mia madre.

tutta la vita temetti che i miei occhi venissero oscurati come i suoi,
che la stessa sua irrazionalità rapisse il mio io.

dopo averlo combattuto ogni giorno,
mi trovo rapita anch'io dallo stesso dioscuro.

e non posso nulla contro esso,
come d'altronde mai potei nulla
per vincerlo.

la solitudine di tutta una vita,
non mi ha reso avezza ad essa,
ma solo infinitamente debole,
priva di forze,
priva di stimoli,
priva di speranze.

il dolore enorme della separazione,
mi ha reso solo esausta della assenza d'amore.

lungi dall'aver imparato a farne a meno,
il mio horror vacui
mi confina in un apatico sonno.

tendo di nuovo al digiuno.
esile il mio io tende al nulla.

mi aggrappo, ancora,
disperatamente a me stessa.

il mio eterno ritorno
ciclicamente
si scusa,
come sempre.

quante volte ancora mi ucciderai?

quante volte ancora te lo permetterò?

veglio me stessa nella notte.
singhiozzo come una bimba,
in attesa del ritorno della madre.

madre che un giorno non tornerà più.

e mi chiedo se ho condiviso con te,
tutto quanto avrei voluto,
prima di perderti per sempre,
se io ti abbia detto sufficientemente
quanto io ti ami infinitamente.

gocce di rugiada,
sgorgano
come sempre,
come fiumi,
lungo le mie gote.

ed ormai i solchi creati,
non mi danno più pace.

difronte a me ho un'immagine di noi.
io piccola, tu già malata.
condividiamo la stessa tristezza negli occhi.

ti amo.
sei la mia vita e la mia morte.

mi crei e mi distruggi ogni giorno.

se era questa la mia missione,
vivere per te,
l'ho compiuta.

ora,
sta a te,
riprenderti,
come ogni volta
che distrutta dal dolore
mi incammino verso il nulla.

puoi,
lo so.




 
 
 

Post N° 294

Post n°294 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da sfigatto6

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sto male.
mi costa sempre molto dirlo.
eppure tutta la cecità che mi circonda, tutta la sordità, tutto il silenzio in cui vivo ogni giorno, mi toglie l'aria.
averti lasciato entrare in me, mi ha reso più debole.
tutta la lontananza che ti feriva nei mesi passati, era una difesa,
che ci rendeva più estranei, ma anche meno uniti.
ciascuno
di noi, arriva a fare delle scelte...e così riponendo in te la mia
fiducia, ti ho voluto bene come nn dovessi più ripartire.
ora, sento terribilmente il vuoto della tua lontananza, e combatto ogni giorno
per tenerti stretto in me.
per nn allontanarti di nuovo da me.

mi
hanno chiesto di far parte di un programma di studi sui danni
irreversibili che la mia lunga malattia ha provocato sulla memoria e
sulla concentrazione.
ho sorriso, ed accettato.
credo nessuno immagini quanto sia terribilmente consapevole dei segni che ho lasciato su di me.
credo che nessuno sappia quanto facciano male.
sono nel 18° anno di malattia...per loro un patrimonio di informazioni...per me un'agonia indescrivibile.
sono stanca.
quando sei lontano, sei così diverso.
cerco ad ogni istante di pensare al te che conosco.

ti ho detto che mi rendi viva.
forse nn ha mai saputo farlo nessuno.
mi lasciano tutti scivolare fino in fondo, dove tendo per natura.

dormo.
tutto il giorno.
incapace di reagire.
sono stanca del dolore che provo.
quello del corpo, quello della mente.
sono stanca di quello che vedo da sempre.
mi fa
troppo male.
piango.
tutto il giorno.
preferivo quando nn riuscivo più a farlo.

vedere il mio passato mi disgusta,
facendomi rivivere ogni giorno ricordi che nn ho avuto la forza di cancellare.
mi riavvicinano a tutto quello che ho tentato di superare.

cerco di pensare a noi.
ma mi rimbomba dentro nella testa e nel corpo il male che ogni giorno devo rivivere.

la lontananza mi ha costretto a razionalizzare cosa siamo noi.
mi ha costretto a pensare se abbia un senso aspettarci.
penso a noi, a quando ci siamo conosciuti.
penso che stavo morendo, ma che ti volevo.
se stai morendo, e vuoi qualcuno per vivere...nn puoi tralasciare cosa ti spinga a farlo.

quando tutto ti scivola fra le dita, lasciandoti indifferente, quando nn vuoi più niente,
volere diventa un motivo di redenzione.

nn è stato un caso aver visto qualcosa in te di così nascosto.

ti voglio bene, spero che tu lo
sappia.
sono difficile lo so.
so che i miei silenzi ti hanno ferito.
so che ce ne saranno altri, ma mi è insopportabile il pensiero che tu possa sentirmi così, vuota.
cerco me stessa, per trovare la forza che mi ha portato fin qui.

odio le pastiglie che mi avvelenano ogni giorno,
mi tengono in vita come un vegetale.
tentano di addormentare i  miei pensieri,
senza lenire le mie emozioni.

cerco di pensare ad un tuo abbraccio,
per sentire che nn devo per forza lottare ad ogni istante,
per sapere che c'è qualcuno da cui nn mi devo difendere.

mi manchi terribilmente.
ma è solo una di tante battaglie.

non temere.
nn mi lascerò andare.
è troppo difficile risalire la china.

nn essere troppo duro con me.
lo sono già io con me stessa.

vorrei potessi sentire che ti amo.

io ti sto sempre pensando.










 







 
 
 

Post N° 293

Post n°293 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da sfigatto6

poeta di vita,
invecchiata dalla vita,
resa arida dall'arsura,
resa scettica,
nichilista,
non vivo più,
non penso più,
non scrivo più.

dormo.
dorme il mio corpo.
dorme la mia mente,
dormono i miei pensieri,
le mie emozioni.

nel sonno non posso farmi troppo male.

so che vigile,
mi ucciderei,
per l'ennesima volta.

piango,
lungamente,
sommessamente,
silenziosamente,
mestamente,
piango senza senso,
per me stessa,
di me stessa.

vorrei liberare
grida
che gracidino il mio dolore,
sempre uguale a se stesso,
ma sempre più intollerabile.

mi riempio.
mi svuoto.
respiro assurdamente ancora.

non riesco più...
a trovare la forza.


sto solo terribilmente male.

non posso più
sopravvivere.

lasciami andare.
abbiamo provato.
è troppo tardi per ricominciare a vivere.




 
 
 

    assenza di essenza        

Post n°292 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da sfigatto6
 

parteciperò ad un programma di studi sui danni alla memoria ed alla concentrazione.

ho accettato.
i danni su di me non visibili,
sono dilanianti.
con l'inizio di questo 2008 sono entrata nel diciottesimo anno di malattia.
il secondo di psicofarmaci,
il secondo senza psicoterapia,
il secondo dal divorzio,
il quinto dalla separazione,
il quinto dalla chiusura,
forse l'ultimo di sofferenza.


tanti numeri che parlano di me,
dilacerandomi dentro.

sto male,
senza più me...
senza più niente.

non trovo più neppure la forza per fingere di vivere.

eppure respiro.

circondata dal passato che mi nausea ad ogni inalazione
del suo putrido odore.

perchè ormai vivo di odori...
senza tatto, senza vista, senza udito...
senza pensieri,
sopraffatta dalle emozioni,
più passate che presenti.

cerco una parte di me che non trovo.
lotto per ricordare gli ultimi anni di vita.

e trovo solo vuoto.
capisco che ho vegetato 10 anni
e che non so più come sono arrivata fin qui.

vorrei chiudere i miei occhi per sempre.

il mio dolore mi annienta.

eppure il mondo continua a correre,
a vivere.

tutto mi scorre a fianco,
senza suscitare in me reazione.

non sopporto più il mio dolore.

allontanami da tutto...
uccidimi.
odio le pastiglie che mi tengono in vita,
senza farmi vivere.


dammi una morte dignitosa...
ti prego.

senza dio,
prego
per la mia morte,
per la mia veglia...

ma l'attesa troppo lunga
mi ha reso scettica su qualunque speranza
di salvezza.

 
 
 

afonia    

Post n°291 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da sfigatto6

nel gioco della vita,
questo trentunesimo anno di vita,
questo diciottesimo anno di malattia,
si apre significativamente
con la mia afonia.

le parole,
che stentano ad uscire,
sono prive di suono.

l'urlo è vuoto,
le parole mute
giustificano l'altrui sordità.

mia madre, rapita per l'enneima volta dall'uomo nero,
non provoca in me
più alcun sentimento.

non emetto suono.
non produco pensiero.

non esisto più.

il nichilismo rasenta la morte.
mi avvicina ad essa
più di quanto aver camminato rasente ad essa
non avesse mai avuto la forza di fare.

vieni solo se ti sposo....
non baratterei mai la mia vita a nessuna condizione.

e capisco che non mi hai mai conosciuto.

non desidero più da tanto tempo.

scusami.
è la parte necrotizzata del mio io.


la speranza per questo diciottesimo anno:
trovare una speranza
per andare avanti.


riempire questo vuoto.
superare quest'afonia.

una chimera.
lo scetticismo mi ha vinto.
per sempre.

 
 
 

Post N° 290

Post n°290 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da sfigatto6

 
 
 

Post N° 289

Post n°289 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da sfigatto6

un pensiero al reuccio abdicato.

il tuo migliore amico dice che parli sempre di me.
che baci i miei scritti.
che mi hai voluto bene.


hai scelto di lasciarmi vivere.
senza sapere che non l'avrei comunque fatto.


non ti biasimo per questo.
conosco il tuo male di vivere.

grazie per ogni tuo pensiero.



 
 
 

tanto silenzio per nulla    

Post n°287 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da sfigatto6

il mio mentore ha cabalisticamente predetto che sarà un anno migliore.

sono trent'anni che lo ripeto ogni anno.

un anno migliore di una anno
in cui il mio mostro nero
ha zittito i miei pensieri,
serrato i miei occhi
oscurato il mio grido.

un anno migliore del mio eterno ritorno.

un anno migliore di un sonno senza fine.


ma lo scetticismo mi vince
senza tregua.

sarà la stessa vita senza vita di sempre.

sarà l'ennesimo trascorrere di un tempo vuoto,
senza il concetto di tempo.

sarà tempo perso,
per chi come me attende di finire il proprio.

sarà il solito bicchiere da colmare e svuotare senza mai fine.

sarò sempre io,
vittima di me stessa a respirare come sempre.

sarà l'eterno ritorno a scandire il tutto.

sarà ancora ineludibile silenzio.

 
 
 
 
 

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A ME STESSA

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 DICEMBRE 1995


Sorridi anche se hai voglia di piangere,

anche se non ce la fai più,

anche se vorresti morire.

La tua vita è di tutti coloro che ti amano,

conducila il più dignitosamente

possibile.

Sii umile nella tua forza;

guarda oltre,

saprai scovare un motivo per continuare.



 

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A MIA MADRE -

 dicembre 1995

Ossessione della mia mente,ossessione del

Mio cuore,

ti ho amato sconfinatamente,

ti ho posto a capo dei miei pensieri

al mattino quando apro gli occhi,

alla sera quando mi corico

e non posso prendere sonno.

Hai impregnato di te il mio io,

condizionato le mie scelte.

Ho tentato di non odiarti mai per questo.




Il mio cuore sanguina ogni qualvolta

Ti vede soffrire,

ogni qualvolta la tua mente vaneggia.

Vorrei sollevarti nel dolore, vorrei che

La tua mente potesse vedere la luce

Coi miei occhi.

Volevo farti vivere

 
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3 DICEMBRE 2002

 

3/12/02


A volte penso che camminare rasenti la morte non possa che cambiarci profondamente,

senza scampo.

A volte credo che assaporare troppo da vicino l’assenza di vita finisca per ucciderci pian piano.

Desiderare tanto e così a lungo di morire ci uccide inevitabilmente.

E cerco una ragione per smettere di tentare di morire ogni giorno.

Prego che la morte si porti via questo blando ricordo di vita.

 

30 DICEMBRE 2002

 

30/12/02



Respiro lentamente.

Assaporo l’aria che entra in me, ascolto la sensazione strana che questo vivere, vegetare fa scaturire in me.

E mi sento senza scampo, senza me stessa, senza orizzonte, senza meta, senza via, privata di tutto e di tutti, privata di quello che fu tutto il mio mondo.

E cerco una via di fuga dal mio passato, dal mio presente, senza per questo sapere dove voler fuggire.

Osservo la vita, i fatti della vita che mi passano in fianco senza più farmi vivere.

Piango per ciò che non trovo più in me, per ciò che non sono più, per ciò che cozza contro il mio sguardo ogni volta che mi guardo intorno.

Vorrei poter dire mille cose, vorrei urlare tutto il male che ho dentro, vorrei vomitare la mia rabbia, vorrei semplicemente assenza di vita.

Sfibrata dal male di vivere, giungo sfinita all’ultimo giro di boa del mio universo, e perso anche quello, non capisco perché continuare a camminare lungo questa via che si è fagocitata tutto di me oltre che tutta me stessa.


E non scorgo pietà nello sguardo di chi tanto mi uccise, non scorgo comprensione, non scorgo amore, non scorgo più nulla perché forse non è rimasto più nulla.

Mi attacco con forza ai miei credo, senza credere più a nulla…perché tutto ciò in cui credetti soccombe sotto il peso della nostra miseria

 


IO SOTTOSCRITTA, F.B.,  nel pieno delle mie facoltà mentali, e allo scopo di salvaguardare la dignità della mia persona,affermo solennemente
con questo documento, che deve essere considerato come una vera e propria dichiarazione di volontà, il mio diritto, in caso di malattia, di scegliere tra le diverse possibilità di cura disponibili e al caso anche di rifiutarle tutte, nel rispetto dei miei principi e delle scelte di seguito indicate.

Considero prive di valore e lesive della mia dignità di persona tutte le situazioni in cui non fossi capace di un'esistenza razionale e/o fossi impossibilitato da una malattia irreversibile a condurre una vita di relazioni; e quindi considero non dignitose tutte le situazioni in cui le cure mediche non avessero altro scopo che quello di un mero prolungamento della vita vegetativa. Perciò, dato che in tali circostanze la vita sarebbe per me molto peggiore della morte, voglio che tutti i trattamenti destinati a protrarla siano sospesi o cessati.
Considero egualmente non accettabili, in quanto anch'esse peggiori della morte e in contrasto con il mio concetto di valore della vita e dignità della persona umana, situazioni in cui malattie senza prospettive di guarigione siano inutilmente prolungate attraverso cure e metodi artificiali.

Dispongo che interventi oggi comunemente definiti "provvedimenti di sostegno vitale" e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, terapie antibiotiche, non siano messi in atto
In particolare, nel caso io fossi affetto/a da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali, incluso ogni forma di alimentazione artificiale, e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto/a ad alcun trattamento terapeutico.
Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto/a da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita. 
 Detto infine le seguenti disposizioni 
    * non voglio l'assistenza religiosa
    * il mio corpo puo'essere donato per trapianti
    * il mio corpo puo' essere utilizzato per scopi scientifici e didattici
    * voglio essere cremato
    * non voglio funerale o altra cerimonia funebre
    * voglio che le mie ceneri vengano disperse in natura


 

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