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Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 15 Luglio 2008 da novosocrate

 IL PAESE DEI BALOCCHI

Buongiorno a tutti. Questa è stata un'altra grande settimana per l'informazione italiana.
Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona c'era poca gente,
mentre Piazza Navona era piena l'8 luglio. Sono riusciti a raccontare
che in Piazza Navona si è fatto un grosso favore a Berlusconi, poi
Berlusconi ha smentito chiamando spazzatura chi ha manifestato contro
di lui. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona si è insultato
e vilipeso il Capo dello Stato, il capo di uno Stato straniero cioè
Papa Ratzinger, il povero Veltroni. Invece ci si è dimenticati di
parlare dell'argomento che aveva dato il via alla manifestazione cioè
le leggi canaglia e, in realtà come tutti sanno, si è
parlato quasi esclusivamente di Berlusconi, del Caimano e delle sue
leggi canaglia e se si è parlato di altri è perchè gli altri sono i
suoi volontari o involontari alleati e aiutano meglio a spiegare la sua
resistibile terza ascesa o meglio seconda resurrezione. Ci hanno
raccontato che la gente scappava spaventata da Piazza Navona invece non
se n'è andato nessuno. Che la gente non applaudiva, mentre in realtà applaudiva entusiasta.
E alla fine ci hanno raccontato che per il cittadino italiano le
priorità non sono queste, il cittadino italiano se ne infischia della
giustizia, della legalità, della legge uguale per tutti. E'
indifferente al lodo Alfano sull'immunità delle quattro cariche dello
Stato o meglio a seguire Berlusconi, che definisce le manifestazioni
"spazzatura", le alte discariche dello Stato. Poi, per fortuna, è
uscito, molto nascosto sul Corriere della Sera, con un titoletto
piccolo, un sondaggio di Renato Mannheimer che dimostra quanto segue:
gli italiani, per il 29.4%, hanno condiviso la manifestazione.
Badate che gli italiani rispondevano non su quello che è effettivamente
accaduto perchè i telegiornali e i giornali non hanno raccontato quello
che è effettivamente accaduto ma quello che volevano far credere che
fosse accaduto. Bene, anche su quell'immagine completamente distorta di
un'orgia di insulti, di attacchi, di violenze, di oltraggi alla
democrazia e alle istituzioni, un terzo degli italiani si è detto
favorevole. La cosa più stupefacente è che di questo terzo degli
italiani che erano favorevoli alla manifestazione così com'è stata
presentata ci sono un elettore del Partito Democratico su due - il 48%
- e solo un terzo degli elettori del Partito Democratico ha seguito
Veltroni nella sua dissociazione totale - tra l'altro non si capisce
bene da cosa si dissocia perchè non si è mai associato, questi qua che
prendono le distanze senza mai essere stati vicini fanno abbastanza
ridere. Ma addirittura che quella piazza, quella manifestazione contro
le leggi canaglia, contro l'immunità per le alte cariche,
contro la legge bavaglio sulle intercettazioni e la libertà di stampa,
contro il blocca processi, è piaciuta al 22% degli elettori leghisti -
un elettore leghista su cinque - ed è piaciuta al 12% degli elettori
del Popolo delle Libertà, cioè del partito di Berlusconi e di Fini. La
piazza, a differenza dei leader del centrosinistra, è riuscita a
parlare a una parte importante e a convincere una parte importante
degli elettori del centrodestra. Questa è la realtà rispetto alle
fantasie, agli incantesimi messi in moto dal sistema mediatico alla
greppia dei partiti. Abbiamo, per fortuna, affermato che in questa
democrazia malfamata, sempre più menomata, c'è qualcuno che vuole
ancora esercitare fino in fondo non il suo diritto all'insulto - perchè
nessun insulto è stato lanciato - ma il suo diritto alla critica anche
forte come avviene nelle democrazie: più alta è la poltrona dove il
politico si siede, più ampio è il diritto-dovere di critica che hanno i
cittadini, gli intellettuali, gli scrittori, i comici, i falegnami, i
salumieri o chiunque voglia esercitarlo. La libertà di parola non è
stata conquistata al prezzo del sangue per applaudire il potere,
perchè quel tipo di libertà di parola c'è anche nelle tirannidi. La
libertà di parola è stata conquistata al prezzo del sangue per poter
criticare il potere e la satira, con il suo linguaggio, può fare molto
di più rispetto alla critica - magari spesso paludata - dei professori,
degli intellettuali e dei giornalisti. La satira si è sempre potuta
permettere ciò che gli altri non si potevano permettere, proprio perchè
la satira è la satira. Come dice Daniele Luttazzi, la
satira fa esattamente quel cazzo che le pare, l'unico limite è il
codice penale. Insomma, abbiamo affermato il diritto di critica e lo
abbiamo esercitato fino in fondo. E' il contrario del diritto
all'applauso ed è la ragione per cui le democrazie si distinguono dalle
dittature, dove è possibile parlare per applaudire il potere ma non per
criticarlo. Nelle democrazie si possono fare entrambe le cose senza, in
teoria, subire conseguenze. Che cosa è accaduto? Questo sondaggio non ha suscitato nessun dibattito,
è stato immediatamente accantonato perchè gli elettori, quando si
dimostrano maturi, debbono essere criminalizzati, occultati, bisogna
fare in modo che la gente non sappia di essere un popolo matura, quando
si comporta in maniera matura. Quindi quando arrivano buone notizie dai
sondaggi, per i cittadini, vengono nascoste. La teoria è sempre la
stessa: i partiti hanno sempre ragione, la gente se
segue i partiti bene se no ha torto, non capisce, va educata. Va
educata al culto dell'impunità, della legge diseguale per tutti, delle
violazioni della Costituzione. Va abituata, poco alla volta. Va tenuta
in uno stato di torpore per evitare che si svegli, che capisca, che
reagisca e anche che si incazzi visto quello che sta succedendo. Da
questo punto di vista è spettacolare quello che accade a meno di una
settimana dalla manifestazione, cioè che i partiti sono tornati a fare
esattamente quello che facevano due-tre anni fa prima dell'uscita del
libro "La Casta", prima del V-Day, prima di tutta la polemica salita
dal basso nei confronti di una classe dirigente ormai chiusa,
autoreferenziale, che parla soltanto a se stessa e di se stessa...




Ne è dimostrazione questo spettacolare convegno indetto da Massimo D'Alema, questo Andreotti perdente,
che ritorna continuamente, ciclicamente dalle sue ceneri ma non riesce
mai a vincere un'elezione a differenza di Andreotti che, se non altro,
le elezioni le sapeva vincere. Questo è un Andreotti, perchè è eterno,
ma è un perdente perchè non ha mai vinto niente. Ora ha lanciato
un'idea davvero da leccarsi le dita: partire con un bel dibattito sulla
riforma elettorale alla tedesca! Un tema
appassionante: chiunque frequenti bar, cinema, metropolitane, autobus
sente un chiacchiericcio, la gente non parla d'altro! "A quando un
sistema tedesco? Evvai, finalmente! Torna D'Alema e ci darà il sistema
tedesco!" E tutti a parlare del sistema tedesco come se fosse il
problema numero uno del Paese. Perchè? Perchè costoro ritengono che,
dato il salvacondotto a Berlusconi con il lodo incostituzionale Alfano,
lodo che ancora prima di essere firmato già ci hanno fatto sapere dal
Quirinale che verrà firmato, anche se tutti scrivono e sanno che è
incostituzionale, adesso la Casta si può rimettere comoda. Perchè? Per
il passo successivo. Ne parlano già i giornali, c'è un altro genio del
centrosinistra, tale Mantini... bisogna dare l'immunità anche agli altri.
Perchè soltanto a Berlusconi e agli altri no? Tra l'altro oggi hanno
arrestato Del Turco con mezza giunta della regione abruzzese. Anche
questo è ciclico: già nel '93 fu arrestata in blocco e l'andarono a
prendere con l'accalappiacani, li portarono tutti in galera per abuso
d'ufficio e infatti si dovette depenalizzare l'abuso d'ufficio per
tirarli fuori dal processo. Purtroppo uno restò dentro lo stesso. Era
il presidente Salini, aveva anche una condanna per falso, non solo per
abuso, e dato che con la condanna non poteva più fare il presidente
della regione, nemmeno il consigliere regionale ma neanche il sindaco
del suo paese, il presidente della sua provincia, nemmeno il
consigliere circoscrizionale, si decise di promuoverlo in Parlamento.
Voi sapete che con una bella condanna non si può più entrare negli enti locali
ma nel Parlamento nazionale si. Quindi tornò trionfalmente in
Parlamento da pregiudicato, perchè non gli era mai capitato da
incensurato. Ce lo portò Forza Italia, poi Mastella lo vide e,
invidioso - voi sapete che Mastella quando vede un pregiudicato in un
altro partito gli viene subito voglia di abbracciarlo e di portarlo da
se - riuscì a convincerlo e a portarlo nell'Udeur. Adesso hanno
arrestato Del Turco, degno successore di questo Salini. Non sappiamo
ovviamente come andrà il processo, si parla addirittura di una tangente
di 6 milioni di euro - cosa volete che sia? Sarebbe il caso di bruciare
le tappe. Tanto lo sappiamo che se dovessero, sventuratamente,
condannarlo o dichiararlo colpevole ma salvo per prescrizione come
spesso è accaduto - Andreotti, Berlusconi, D'Alema stesso sono tutti
prescritti eccellenti - poi lo porterebbero in Parlamento per
premiarlo. Allora, io direi: è inutile fare il processo.
Invece di processarlo, rinviarlo a giudizio, fare le indagini, fare le
udienze che costano un sacco di soldi, facciamo così: dichiariamolo
immediatamente parlamentare di diritto. Evitiamo questa lunga fase di
perdita di tempo che è il processo: quando uno viene arrestato per
tangenti va di diritto al Parlamento nazionale. Potrebbe essere una
riforma che snellisce le procedure giudiziarie, libera i magistrati da
questi processi inutili che vengono fatti ai pubblici amministratori e
ai politici, tanto lo sappiamo che se lo condannano lo promuovono al
Parlamento. E' inutile aspettare: promuoviamolo subito!
Diamolo già per condannato e promuoviamolo subito, visto che la
sanzione accessoria in caso di condanna per tangenti di solito è un
seggio sicuro alla Camera o al Senato. L'alternativa, naturalmente, è
il ritorno all'immunità parlamentare come ai bei tempi di Tangentopoli,
quando i parlamentari se ne stavano trincerati nel loro castello,
alzavano tutti i ponti levatoi onde evitare che potessero entrare
Carabinieri, Polizia o Guardia di Finanza: non sia mai che le forze
dell'ordine o il magistrato violino il sacro suolo del Parlamento e
quindi gettavano olio bollente sotto forma di dinieghi
dell'autorizzazione a procedere ai magistrati che volevano perseguire i
parlamentari per reati comuni. Questo sarebbe il replay di una scena già vista
e già se ne sta parlando. A questo punto io dico: ma perchè limitare
l'immunità parlamentare soltanto a mille uomini politici, quelli che
hanno avuto la fortuna di autonominarsi nell'ultima legislatura? Perchè
tener fuori, ad esempio, i presidenti delle regioni? Abbiamo Del Turco
in carcere, Cuffaro che, poveretto, è dovuto scappare quando è stato
condannato per favoreggiamento di alcuni mafiosi e quindi ha trovato
rifugio al Senato, abbiamo Bassolino che è stato rinviato a giudizio
per lo scandalo della monnezza, abbiamo un altro ex
presidente di regione, Fitto, che poco prima che chiedessero il suo
arresto ha trovato scampo alla Camera e adesso è anche ministro -
perchè non ci facciamo mancare nulla -, abbiamo il presidente della
Regione Lombardia Formigoni ancora imputato - hanno proprio chiesto la
sua condanna pochi giorni fa per lo scandalo della fondazione Bussolera
Branca. Altri magari ne verranno, non poniamo limiti alla Provvidenza:
abbiamo indagato anche il Presidente della Regione Basilicata nelle
indagini di De Magistris, abbiamo una Regione come la Calabria che ha
33 consiglieri su 50 sotto inchiesta, sotto processo o già condannati -
sono il 66% - compreso il Presidente Loiero, anche lui pluriindagato.
Allora facciamo così: facciamo un'immunità parlamentare extra-large
che abbracci anche tutti gli amministratori locali. Si potrebbe
arrivare addirittura al numero di 400.000: voi sapete che, secondo il
libro "La Casta", coloro che vivono di politica in Italia fra incarichi
elettivi, incarichi di giunta e consulenze, sono 400.000
le persone che vivono a spese nostre di politica. Potremmo stabilire
che queste 400.000 persone possono fare o aver fatto tutto quello che
vogliono ma il patentino di politici gli regala l'immunità, così almeno
non si parlerà più di privilegi per quelle quattro alte cariche, tre
delle quali tra l'altro ancora non hanno processi e quindi non si è
capito per quale motivo vengano immunizzate. Così facendo, si farebbe
qualcosa di un po' più equo perchè effettivamente è un po' poco
ripristinare l'immunità soltanto per mille parlamentari lasciando tutti
gli altri alla mercè dei magistrati. In fondo, come il Cavaliere ha
bisogno di serenità, di tranquillità e anche di tempo per potersi fare
i cazzi suoi senza che i magistrati lo disturbino con dei processi, è
giusto che anche un sindaco, un presidente di circoscrizione, un
consigliere provinciale abbiano la giusta serenità e il giusto tempo
per farsi a loro volta i cazzi propri derubandoci. Rendiamoli immuni tutti,
creiamo una categoria di immunodeficienti acquisiti o immunodelinquenti
acquisti. Come diceva il grande Claudio Rinaldi su L'Espresso,
l'autorizzazione a procedere, in Italia, diventa immediatamente
autorizzazione a delinquere. Sappiamolo, che se vogliamo delinquere
tranquillamente dobbiamo almeno arraffare un posticino in un consiglio
comunale, altrimenti pazienza: ci rassegniamo a fare il ruolo dei
derubati, che tra l'altro è il ruolo che esercita ciascuno di noi da
decine e decine di anni a seconda della nostra data di nascita. Ecco,
l'importante è sapere - e lo stanno già facendo - che quando ci
verranno a raccontare di una volta, ai tempi belli, quando la
Costituzione veniva rispettata c'era l'immunità parlamentare che
metteva al riparo i parlamentari dalle indagini, mentono. Nel senso che
l'immunità parlamentare come la raccontano loro non è mai esistita.
L'immunità parlamentare intesa come scudo spaziale che protegge il
parlamentare dalle indagini non è mai esistita nel Parlamento italiano.
Esisteva un'altra cosa, molto diversa, molto più limitata che era l'autorizzazione a procedere.
Cosa vuol dire? Che un magistrato, prima di poter indagare su un
politico doveva chiedere al Parlamento se avesse nulla in contrario. Il
Parlamento non poteva bloccare l'indagine: aveva il dovere di concedere
l'autorizzazione a procedere, salvo un caso eccezionale, cioè che ci
fossero le prove che quell'indagine a un parlamentare aveva finalità
politiche. Cioè, non c'erano elementi di accusa - non avevano trovato
soldi, non avevano trovato prove, non avevano testimoni, non avevano
collaboratori, non avevano chiamate in correità - ma avevano
semplicemente un teorema che faceva pensare a una persecuzione. Cioè
non c'erano i soldi a Mills, non c'era la lettera di Mills che dice "Mr. B. mi ha dato i soldi",
non c'erano le telefonate di Berlusconi a Saccà che mercanteggia
ragazze in cambio di soldi o di senatori che fanno il ribaltone, non
c'erano telefonate di politici che scalavano banche. Ecco, non c'era
niente se non, appunto, un'invenzione di un magistrato probabilmente
politicizzato che voleva colpire questo parlamentare per finalità
politiche. Su chi era ritagliata questa norma? Era ritagliata su
eventuali esponenti dell'opposizione che, magari, avessero fatto
qualche gesto un po' estremo: una denuncia pubblica un po' esagerata,
un blocco stradale, un'occupazione delle terre, un picchettaggio, uno
sciopero, una manifestazione in ferrovia per bloccare i treni a fini
dimostrativi, un'obiezione di coscienza in piazza come quelle di
Pannella che distribuiva gli spinelli contro il proibizionismo. Cose di
questo genere: indagini su reati politici magari fatti da magistrati
che, si temeva nel '46-'48 da parte dei Padri Costituenti,
fossero talmente omologati, asserviti alla cultura, al ceto sociale del
potere, del governo da poter fare un servizio al governo per liberarlo
da qualche oppositore scomodo. Questa era la "ratio" di questa norma.
Tant'è che finchè il Parlamento è stata una cosa seria questa norma è
stata usata con estrema prudenza. Poi si cominciò a svaccare: negli
anni Settanta e Ottanta, quando partirono seriamente le indagini sulla
corruzione, sui rapporti mafia-politica, quell'autorizzazione a
procedere cominciò a essere negata noi in quei casi eccezionale, quando
la Costituzione prevedeva che potesse essere negata, ma quasi
automaticamente, quasi sempre per coprire indagini che di persecutorio
e politico non avevano niente ma in compenso avevano i soldi, i rapporti con la mafia,
tutte le accuse, tutte le prove e i riscontri. Si diceva che c'era
comunque un fumus persecutionis e si negava l'autorizzazione a
procedere. Lo scandalo era tale che la gente non ne poteva più, tant'è
che nel '92 questi signori erano asserragliati nel Palazzo non solo per
proteggersi dai giudici ma anche per proteggersi dai loro stessi
elettori che, avendo scoperto come usavano il potere, volevano fargli
la pelle. Qualcuno ricorderà degli episodi molto spiacevoli come lanci di monetine,
politici inseguiti per le strade al grido di "ladro! ladro!". Fu
l'ultimo momento felice di una democrazia dove i cittadini ancora
avevano a cuore le sorti del proprio futuro e andavano a dire quello
che pensavano direttamente ai loro rappresentanti. A quel punto, nel
tentativo di recuperare un minimo di credibilità, il Parlamento si
spogliò di quell'istituto che era diventato abusivo. Un po' come adesso
che votano per il loro vicino - fanno i pianisti - e fanno una legge
per impedirsi di votare per il loro vicino. Si rendevano conto che la
tentazione era troppo forte: o facevano una legge per tagliarsi le mani
oppure quelle mani avrebbero continuato ad usarle per rendersi immuni.
Quindi, con legge Costituzionale, fu abrogata l'autorizzazione a
procedere per le indagini. Rimase, naturalmente, per l'arresto - non si
può arrestare nessun parlamentare senza il consenso del Parlamento -: il Parlamento non da mai il consenso.
Proprio l'altro giorno il Parlamento ha negato l'autorizzazione
all'arresto per il senatore del Popolo delle Libertà Nicola De
Girolamo, eletto nella circoscrizione Europa candidandosi all'estero e
dichiarando di essere residente in Belgio, mentre non era per niente
vero. Cioè, si è travestito da straniero mentre risiedeva assolutamente
non in Belgio. Stiamo parlando di una truffa agli elettori, se fosse
dimostrata, ma essendo lui stato eletto non può essere arrestato.
Quindi, per l'arresto la negano sempre perchè ci vuole ancora
l'autorizzazione a procedere. Per le intercettazioni la negano sempre
perchè ci vuole ancora. D'altra parte, a nessun magistrato verrebbe in
mente di avvertire un parlamentare dicendo "guarda, ti stiamo per
intercettare, tant'è che chiediamo a te e ai tuoi amici o compari il
permesso di intercettarti". O si fa a sorpresa o non si fa. Idem per
quanto riguarda le perquisizioni. Rimase, quindi, l'autorizzazione
salvo che per fare le indagini. Poi rimase un ambito di insindacabilità
quando parli nell'ambito delle tue funzioni o quando voti
nell'esercizio delle tue funzioni. Non ti posso processare perchè hai
votato in un modo anzichè in un altro, in Parlamento, e non ti posso
processare nemmeno quando hai parlato da parlamentare, facendo una
denuncia, un esposto, un'interrogazione parlamentare. Anche di questo
si è stra-abusato facendo rientrare nelle esternazione nell'esercizio
delle funzioni tutta una serie di insulti - pensate a Sgarbi mentre
insulta mezzo mondo: finchè era parlamentare si piccava di essere
immune dalle conseguenze degli insulti. Lui insulta un cittadino e
quello non può avere giustizia. Il cittadino critica lui e lui lo
querela, perchè "io so' io e voi non siete un cazzo",
come diceva giustamente il Marchese del Grillo citando Gioacchino
Belli. Ecco, questa immunità c'è in quasi tutti i Paesi solo che per le
parole dette e per i voti espressi, mentre l'immunità che vogliono
ripristinare è pessima, nel senso che mette al riparo, preventivamente,
il parlamentare da indagini che possono riguardare reati comuni, reati
legati alla funzione, reati commessi durante l'esercizio del mandato
parlamentare ma anche prima. E' quindi l'autorizzazione a delinquere, l'incentivo a delinquere
e poi a buttarsi in Parlamento. Oppure, l'incentivo a quelli che già
stanno in Parlamento a delinquere impunemente perchè tanto poi si nega
l'autorizzazione a procedere. Il fatto che la vogliano ripristinare e
che abbiano dichiarato di volerla ripristinare perchè così non sarebbe
nemmeno necessario il lodo Alfano, in quanto Berlusconi verrebbe
coperto dall'immunità anche retroattivamente per i processi già
cominciati prima - che si bloccherebbero insieme a quelli di Dell'Utri,
di Cuffaro, di tutti gli esponenti di centrodestra e centrosinistra che
abbiamo raccontato nel libro "Se li conosci li eviti" - vuol dire che
non vogliono ripristinare quello che i Padri Costituenti avevano
istituito, cioè quella possibilità eccezionale di bloccare le indagini
persecutorie per fini politici. Vogliono ripristinarne la versione che
loro avevano trasformato in un abuso, quella che automaticamente
bloccava i processi. Perchè evidente che mai, nemmeno col vecchio
articolo 68 della Costituzione abolito nel '93, si sarebbe potuto
pensare di bloccare il processo Mills o il processo Saccà. Per quale
motivo? Perchè il processo Saccà è pieno di prove e le hanno fornite
proprio Berlusconi e Saccà con le loro telefonate, non c'è ombra di
politica in tutto quello perchè sono loro che parlano! Dove sta il fumus persecutionis?
Sono loro che si sono incastrati da soli con le loro parole. Allo
stesso modo mai il processo Mills potrebbe essere bloccato in base
all'articolo 68 reintegrato com'era prima del '93 perchè nel processo
Mills c'è la confessione di Mills al suo commercialista nella quale
dice appunto "Mr. B. mi ha fatto avere 600.000$ in cambio della mia
testimonianza falsa o reticente". Quella che loro vogliono ripristinare
non è la norma dei nostri Padri Costituenti, che oggi non ha più nessun
senso perchè per fortuna non abbiamo più una magistratura asservita al
governo che potrebbe colpire uomini dell'opposizione, ma abbiamo
l'esatto contrario. Un governo che vorrebbe bloccare le indagini della
magistratura contro membri del governo, non contro membri
dell'opposizione. Una magistratura accusata di essere troppo
indipendente dal governo e dalle maggioranze del momento. Prepariamoci,
naturalmente, perchè io credo che ci proveranno e probabilmente ci
riusciranno: c'è un ampio consenso trasversale, credo che finora
soltanto Di Pietro abbia detto che dell'immunità non se ne parla
neanche mentre nel centrosinistra ci sono vaste aree di permeabilità a
questo richiamo della foresta. Tutti immuni e non se ne parla più.
Tant'è che il PD vuole allearsi con l'UDC che viene sempre presentato
come il partito dell'avvenente Casini e ci si dimentica che l'UDC non
esisterebbe se non avesse Cuffaro e i suoi amici degli amici
in Sicilia e se non ci fosse quell'altra praeclara figura di moralità
pubblica che è Lorenzo Cesa, leader dell'UDC molto attivo - come voi
sapete - anche in Calabria, vedi indagini di De Magistris che adesso
stanno smontando i suoi cosiddetti colleghi. Quindi, parlano di legge
elettorale tedesca, parlano di dialogo con l'UDC, preparano un'immunità
urbi et orbi, plenaria in secula seculorum. Come se il libro "La Casta"
non fosse uscito, come se i V-Day non ci fossero mai stati per la
classe politica. Per fortuna, come abbiamo detto, per i cittadini "La
Casta" è un libro importante, il V-Day è una cosa importante,
manifestazioni come quelle di Piazza Navona sono applaudite da un terzo
degli italiani, dalla metà degli elettori del PD e addirittura da un
quinto degli elettori della Lega e da un decimo di quelli del
centrodestra. Insomma, gli elettori sono qualche chilometro più avanti
della nostra classe dirigente, basta semplicemente non farli sentire
soli e non farli sentire stupidi. Fargli capire che pensare così e
sentire così è cosa buona e non cosa di cui vergognarsi. Come al
solito, passate parola e prepariamoci a un autunno di referendum.
Grazie.



 
 
 
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