variazionegoldberg

the constant gardener


siamo arrivati al sabato sera un po' stravolti: cosa c'è di meglio che d'annà ar blocchebuster d'aaaaaa tuscolana a noleggiare un film? a casa ci attendeva il divano, le seggiole per appoggiare i piedi e una porzione enorme di eccellente tiramisù, accompagnato da birre ghiacciate. Mettiamo il film e già dopo il nome della casa di produzione e il "presents" noto che P tende a mettersi obliqua, a scivolare lentamente con la testa verso il bracciolo. Mi dedico con accanimento allo scavo e all'asportazione verso il mio cavo orale del materiale prezioso del tiramisù, il percorso verso l'esofago è facilitato dalla birra chiara e fredda. Inizia il film, quattro inquadrature e le gambe di P sono appoggiate alle mie, a cosa serve resistere, avrà detto fra sè, ed ha occupato per tutta la lunghezza il divano, la nuca appoggiata ai braccioli, lo sguardo rivolto alla televisione. Sguardo....dopo un quarto d'ora mi sono reso conto che i brevi istanti in cui gli occhi erano spalancati erano intervallati da lunghissime pause di meditazione.... Il film (lo raccondo fino alla fine a modo mio: se qualcuno pensa di vederlo passi oltre....): un dipendente del governo inglese, un po' mezza sega ma tutto sommato buono, si occupa degli interessi inglesi in Kenia. Ad una conferenza viene attaccato da una signorina oltremodo avvenente, che dopo la discussione si fa perdonare dandogliela senza requie. Lui, nonostante l'aspetto che non aveva nulla del brutalone (anzi, aveva molto dell'eiaculatore precoce), ci deve aver dato di brutto, sta di fatto che le dev'essere piaciuto perchè dopo pochissimo tempo si sposano e vanno ad abitare in Kenia. Lei scopre un losco traffico di una casa farmaceutica che sperimenta il suo farmaco sui poveri kenioti, tentando avvalorare sperimentazioni positive per commercializzarlo in tutto il mondo, in realtà nascondendo i grossi problemi creati dal farmaco stesso ed eliminando i morti. A questo punto mi sono domandato come mai il regista avesse inserito quell'insistente rumore di elicottero in sottofondo, magari voleva alludere al clima di guerra che viene fomentato dalle multinazionali del farmaco....poi ho capito che le labbra di P stavano vibrando in un russamento spietato, come le alucce di una cicala d'estate. Insomma, lei scopre tutto insieme ad un amico medico nero, spedisce un dossier in Inghilterra, ma viene uccisa. Il dossier sparisce e il suo studio viene perquisito dalla polizia keniota, neanche da dire che non fosse corrotta. Il marito mezza sega diventa un'ex mezza sega, perchè ricostruisce la storia, lei che lo vuole proteggere e non gli dice nulla; lei che viene sospettata di darla a tutti, ma in realtà la dava solo, di tanto in tanto, al marito; 'sta storia del dossier di cui non si sa nulla. Insomma, il marito fa di tutto per portare alla luce la storia del farmaco e ci riesce. Ovviamente lo ammazzano. Bravi gli attori, Ralph Fiennes dimostra grande sensibilità , soprattutto nel convincente percorso della consapevolezza acquisita dopo la morte della moglie. La regia cuce le parti e i periodi della storia attraverso una grande varietà di inquadrature, mai troppo didascalica e sempre precisa nell'utilizzare i particolari, gli oggetti e i gesti per comporre un quadro coerente e molto ben bilanciato. Il rischio del comporre una vicenda non lineare dal punto di vista temporale è sempre quello di rendere le situazioni incomprensibili, forzarne una coerenza che non si riesce a rendere o cadere nell'eccesso moralistico quando si sottolinea in maniera troppo greve. Anche se l'argomento si prestava, la regia mi pare sia stata molto attenta. La panoramica di rado si lascia tentare dalla spettacolarizzazione dovuta all'utilizzazione dei paesaggi, che da soli fanno quasi un film: anche questi sono funzionali alla rappresentazione. Insomma, il film mi è piaciuto molto. Sui titoli di coda ho svegliato P imitando il terrificante verso dello stegosauro, senza esito: allora ho cominciato a urlare "al fuoco al fuoco", inducendola a sollevare una palpebra e ad interrompere il ronzio che ha accompagnato in sottofondo tutto il film. Mi ha ringraziato per averla svegliata, temeva di aver perso il film, dicendomi con un sussurro perchè non fossi andato a dare via il mulo, il rulo, il lulo o qualcosa del genere....naturalmente le ho risposto che non sapevo cosa significasse, andare a dar via il mulo, poveretta era stravolta..... Adesso arrivo, le ho urlato, mentre stavo finendo anche la sua porzione di tiramisù e mi stappavo una preziosa bottiglietta di Kilkenny, rossa e ghiacciata. Ho terminato la giornata con un boato dovuto alla birra, lei s'è svegliata di soprassalto urlando "la quarta di Mahler", ma l'ho rassicurata sussurrandole "no, è solo la guerra" e sul suo rumore da elicottero mi sono anch’io addormentato