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Milena Agus


Stamattina ho letto il secondo romanzo di Milena Agus, "Mal di pietre". Di solito evito con la massima attenzione i romanzi che in quarta di copertina riportano "saga famigliare", o qualcosa del genere. Sarà perchè la quarta di copertina del romanzo non dice nulla di ciò, l'ho comprato e l'ho letto. E' una saga famigliare, ma non è greve, non è costituita da una sequenza di disgrazie, non è lunga almeno quattrocento pagine ed è scritta direi benissimo. Difficile dire se la scrittura dell'autrice sia "personale", ma senza dubbio è scritta in italiano (e già questo è un ottimo risultato), utilizza solo occasionalmente, e mai a caso, un registro colloquiale o "basso", che ormai è diventato la regola, allo stesso modo in cui utilizza espressioni di lingua sarda particolarmente efficaci. La mole suggerisce che si tratti più di un lungo racconto che di un romanzo, o di un romanzo breve: sono centoventi pagine, nelle quali l'autrice fa le scelte giuste, se raccontare è l'arte di scegliere, in una vicenda, le cose da dire, i gesti da riprodurre, le frasi da riportare, i personaggi di cui occuparsi, i fatti; e se ogni elemento riportato deve essere, come credo, in qualche misura significativo. Leggerò anche il romanzo successivo, di cui non ricordo il titolo.