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Il karma del Gorilla


L'ho divorato, come tutti i noir di Sandrone Dazieri; mi pare che questo sia l'ultimo della serie del Gorilla, e devo dire che si sente. Sarà che i caratteri del personaggio spesso sono talmente prepotenti nell'economica della narrazione, tratteggiati con il contorno nero come in certi quadri di Rouault, da diventare ormai scontati alla quarta o alla quinta avventura; sarà che la "soggettiva", la narrazione in prima persona, stringe il fuoco sul protagonista che è anche il narratore. E' un Gorilla quasi di maniera, quello che rincorre una persona ed una storia intessute di rapporti e sentimenti radicati nel passato movimentista. Anzi, i due Gorilla sono sempre troppo funzionali allo sviluppo della storia; mi domandavo, mentre leggevo: ma possibile che non appaia mai il Gorilla sbagliato nel momento sbagliato? La linea del racconto, poi, per alcuni tratti è abbastanza confusa, tanto confusa da non consentire (almeno a me, probabilmente non sono riuscito a coglierlo) di comprendere cosa ci facessero i servizi segreti, se non in quanto collegati con una vicenda che appare, a dir poco, collaterale, ma che avrà un peso del tutto sproporzionato, eccessivo, nella vicenda. Il folto sottobosco di collaboratori, fiancheggiatori, personaggi che emergono dal passato è forse un po' troppo folto, quasi da fumetto: quando c'è bisogno di un'informazione particolare, di un servizio di un certo tipo, appare il personaggio che serve. Il finale è imprevedibile, tanto imprevedibile da apparire una forzatura: e l'imprevedibilità, ma anche la forzatura, sono date dal fatto che il collegamento fra il colpevole e l'indizio è assolutamente tenue e sfuggente, oltre al fatto che sfuggono i "moventi". Insomma, come sempre godibile, ma aspetto il prossimo.