90 storie da ridere
raccolta di racconti disordinatiBenvenuto caro visitatore
apro questo blog per raccontare le numerose storie di chat di amici e conoscenti eppoi ...bla..bla..bla..
Di chat? Dirai tu, storcendo il naso.
Si, solita palla solito blog, nulla di nuovo sotto il logo di windows vero?
Non essendo psicologa ,sociologa o quant'altro ma una VIP ( vera-imbranata-patologica ) ti chiedo di sorridere con me delle esperienze divertenti ,a tratti paradossali ma molto virtuali ,vissute in questi luoghi ameni .
Ora affidati a me,siedi sulla tua poltrona preferita,inforca gli occhiali,mouse alla mano e....che l'avventura abbia inizio.
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Personaggi ed interpreti:
Ludovica, la protagonista,anni30 single.
Anna , il diavolo tentatore,single un po' zitella.
Gisella,l'amica del cuore,34 anni sposata con Andrea, senza figli.
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Prologo:( il prologo ci vuole, fa parte del pacchetto) Era il lontano maggio del 1999 (si dice sempre cosi') erano 16.30 ora legale , la temperatura era mite , il cielo sereno e per l' assenza di vento si prevedeva una serata tiepida e tranquilla.
Il racconto di Ludovica , avrai capito è la nostra protagonista,inizia così.
Ero appena uscita dall'ufficio.
Una serata apparentemente come tante ma con una strana leggerezza nel cuore.
Il traffico mi metteva allegria,tutto mi metteva allegria perfino il monossido di carbonio che si intrufolava nel naso. Il negozio d'informatica stava proprio sotto casa .
Stavo andando priprio li.
Sorridendo come un'ebete, avevo deciso di diventare la felice anche se imbranata proprietaria di un prodotto di alta tecnologia cibernetica.
Un PC, come si direbbe ora.
Precisiamo:pagavo la prima di una lunga serie per quello che un tempo non lontano si chiamava ancora“personalcomputer”.
Anna , della contabilità, mi aveva riempito la testa di com'era divertente e facile interagire“dgitare” come diceva lei con moltissime persone dette “niks”,ci passava delle serate intere.
Doveva essere uno spasso pensai,riempirsi le serate con questo nuovo giocattolo bianco-sporco un po-sul-grigio-quasi-avorio che prometteva il mondo ai tuoi(in questo caso miei ) piedi.
Eppoi c'era pure l'enciclopedia in 2 CD “ Mondo emersoeppoisommerso”in omaggio,un vero affare!
E si ,era davvero bello grosso, con quel video panciuto tanto rassicurante.
Me lo mise tra le mani come fosse un neonato un commesso secco secco che mi ricordava un'alce( sospettai nascondesse delle corna pelose tra i capelli) mi disse: serafico: guardi signora, che c'è pure una tastiera “ergo-economica”, (risparmio energetico?) ed un mouse semi professionale (cioè un topo di plastica ingestibile).
Osservai incuriosita le due minuscole scatolette bucherellate dalle quali sarebbe uscita a suo dire,ogni sorta di meraviglia sonora.
A casa lo scartai come una caramella ,districai chilometri di cavi ,inserii spinotti coi topi,scatoline con CD ,sportelli con tastiere,ero in preda ad una frenesia incontrollata ,poi finalmente mi apprestai a pigiare l'anonimo bottone con su scritto:CLICCA QUI.
Un attimo ancora ...ACCESO!
Windowsssssssss 98' arcobalenando si mostrò in tutta la sua bellezza.
BZZZZZZZZZZZZZ........VRRRRRRRRRRRR.....PIIIIIII.....rr
CLLLLLLLLLLLL.....sSsssssssssssSsssssss.....pssssssssssSssss...Osservavo estasiata e alquanto imbambolata la meraviglia tecnologica di fine secolo.
Piccole lucette verdi segnalavano che potevo iniziare.
Le dita scorrevano imbranate ma curiose sulla “tastiera-ergo-economica”vanto del commesso alce-che-fuma: il mouse schizzava come la pallina da flypper nella sfericità vitrea dello schermo panciuto.
Lo sguardo si perdeva davanti alle placide rotondità di questa simil-televisione bianco-panna.
Uno sfrigolio appena percettibile e una musica partì roboando ( è un bel termine ROBOANDO, rende l'idea) . Lessi a malapena i caratteri minuscoli, sempre più minuscoli, dove stava scritto: Microsoft Chat.
Come la più curiosa delle bertucce davanti ad un vasetto di anacardi ,mi scappò un gridolino di soddisfazione .
WOW...La mia avventura aveva inizio.
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Ok. Penna - fatto;bicchiere di latte – fatto; biscotti da inzuppare – fatto; ciabatte sotto il divano – fatto e rifatto;porta Ciddi-eccolo;fermaglio reggi frangia? Oddio oddio ...non c’e,neppure un nastro , un elastico, nulla .
Corsa verso il bagno.
Dov’ero rimasta? Si ora è tutto pronto, caramelle comprese, si parte!.
Solito rituale rumoroso, bizzoso,scricchiolante, clic-cloc,viiiiiiii..
Dove siamo ...ProgrammiMmmmmIcrosofTTCcccchat:aperta.
Mi piacerebbe dire che fu indimenticabile, e in un certo senso lo fu. Erano passate solo poche ore e già stavo entrando nel nuovo mondo cibernetico, navigavo in un qualche mare sconosciuto e m’intrattenevo a conversare con il mondo intero.
Avevo scelto come nik-name "Nuvola", una stanza dal nome singolare”Italia”, li incrociai quella che poi seppi essere un’avventura tutta da ridere.
Mi apparve all’improvviso una scritta: -ciao-.
Risposi: ciao chi sei?
Lo sconosciuto mi scrisse: Mikymouse.
Osantiddio uno che s’e dato il nome di un fumetto, pensai.
-Sono uomo e scrivo da Roma- continuò imperturbabile.
-Io sono una donna e scrivo da casa mia -risposi con un sorrisino storto.
-Mi racconti di te?- continuò il fumetto virtuale.
-Certo –risposi……mi chiamo Ludovica, lavoro urlando a gola spiegata nel telefono aziendale di un anonimo ufficio, ”No signora , il titolare non c’e, non c’eeeeeeeeeeeeeee, non ceeeeeeeeeeeeeeeeeee, mi sente?Lo faccio tutti i giorni ed ogni settimana c’ho la laringite, ma tutto sommato mi piacee e tu?"-
Io sono Marcello, qui mi chiamano “Marcello-er-porcello”, spero non ti spaventerai, sono una brava persona il nik non ti deve preoccupare.
Francamente mi stavo preoccupando fin dalle pime sillabe di:”Sono Marcello-er-.....”, ma non osavo scriverlo cosi lo lasciai continuare.
-Sai Ludovica , hai un nome sofisticato devi essere una persona davvero speciale, cosi mi permetto di raccontarti dime e di un mio “problemuccio”.
Niente di brutto s’intende ma, prima di continuare quest’amicizia vorrei davvero aprirti il cuore.-
-Sono lusingata Marcello, ti ascolto, dimmi-.
-Nuvola Ludovica, ci seiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii?-
-Si sì Marcello”er-porcello” ci sono, ti leggo con attenzione raccontami tutto-.
-Vedi cara Ludovica, io sono sposato da oramai diec'anni e di mia moglie non mi stanco mai.
E non solo di lei. Questo è il problema.
Adoro tutte le donne.Mia moglie l’ha capito. S’è da prima arrabbiata poi incazzata come una biscia, ha sbraitato, spaccato i piatti buoni , minacciato il divorzio , la secessione, ha pure lanciato il matterello di sua madre:l’ho schivato per un pelo.
Cosi mi sono convinto d’aver bisogno d’aiuto e mi sono rivolto ad una dottoressa la quale mi ha fatto parlare parlare parlare .....eppoi mi ha rilasciato questo foglio: leggilo –
-Dopo la parola” leggilo” sul monitor era comparso un messaggio che diceva cosi: vuoi ricevere il file di Marcello-er-porcello? Non potevo fare altro che dire SI.-
Lessi incuriosita:
Dipartimento di studi ambientali
Ricerca sulle fantasie chattiche dei giovani maschi italiani di cultura medio-superiore
Fascicolo n 20 .Cominciamo con una descrizione fisico-pato-gnomica intesa a mostrare in dettaglio tale identità , usando come riferimento la descrizione fisica.
Nome del soggetto: Marcello Dell'Orto
Età presunta: 35 anni, altezza 1.85 peso 83 kg.
Cranio ben sviluppato ricoperto da peluria nera , morbida al tatto, folta, forfora assente
Fronte: spaziosa solcata da alcune sottili rughette dette d'espressione.
Occhi: neri, piccoli, vivaci, mobili-
Naso: ondulato.
Bocca: morbida, dentizione presente, lingua abnormemente sviluppata,
arrotolata su se stessa, mobile
Mento: normale è presente una certa ruvidità al tatto.
Collo: nella norma
Torace: ampio, capezzoli presenti 2…
Braccia: asimmetriche ( tennis)
Mani: sottili e mobili, unghie integre, assenza totale di collosità.
Ombelico: infossato
Parti intime: presenti( tutte)
Si rileva di sesso maschile, normodotato, rilevante peluria riccioluta.
Gambe: n2
Piedi: scarpe n. 43, dita ed unghie rotonde, il pollice in evidenza con unghia piatta parzialmente rosicchiata.
Dalla descrizione appare evidente un particolare anatomico che contraddistingue il soggetto, cioè una la lingua abnormemente sviluppata.
È chiaro che un’approfondita analisi è d'uopo, onde evitare un errore diagnostico.
Ma passiamo direttamente al paziente, cosi ama descrivere le sue fantasie.
Dottoressa io ho diversi tipi di fantasie , il più ricorrente riguarda le donne e certamente più di una. Mi abbracciano, mi toccano, mi tirano fuori quel mio "coso" infernale e se lo sfregano tra quei loro grossi seni dalla pelle di lucertola. Continua concitato, la pressione gli sale, il volto assume un espressione ebete: Non so dove l'ho letto, ma il sesso “o è un’attività, o una condanna “.E allora io sono un condannato a morte!
Dottore al solo pensiero mi suda il cervello.
Vedo donne ovunque, sopra di me, sotto di me, appese al soffitto come grosse mortadelle di Bologna, mi allungano le braccia vogliose bramose violente.
Scoppia la voglia di rotolarmi come un animale a due sessi o anche tre, con tutte quelle che mi passano vicino, anche la moglie del pescivendolo che puzza d'aringa.
Continua: per tutto il tempo io ascolto, ascolto il mio "coso" tutto teso fremente bramoso,poi finalmente quando sono a casa la sera , poco prima di andare a letto,mi concedo alle più sfrenate fantasie, abbasso i pantaloni del pigiama per stanare la belva e dargli finalmente voce, ma ecco l'elastico si aggroviglia, mentre armeggio mi scappa la ciabatta sotto il letto,l'unghia del pollice si spezza( succede il 99% delle volte ) , mia moglie che mi chiama ....Dottore a questo punto tra me e me impreco al soffitto litanie diaboliche.
Vola una due, alla volta anche tre bestemmie a denti stretti, recupero la ciabatta per l'eventuale fuga, strappo di colpo le sbarre di quella prigione di stoffa liberando il puledro imbizzarrito e immagino, immagino, immagino ...d'essere in bagno.
Mi vedo dall'alto guardare in faccia il muro di piastrelle grigio-perla con occhi stralunati, che io definisco arrapatissimi.
Sto con le ginocchia inginocchiate e le caviglie attorcigliate, sono uno Yogi tibetano che nell'ombra materializza la sagoma flessuosa di una donna dai capelli scuri, lunghi, filiformi; lei è sensuale come la réclame di una cosa da leccare e mi sta davanti è tutta per me.
Lentamente s' accuccia si agita ansimando contro la vasca da bagno è come un'anguilla appena tolta dall'acqua.E' irresistibile dottoressa mi creda.
Scendo dal soffitto veloce e agile come un cobra.
Lo Yogi tibetano che c'è in me si trasforma nel più fruibile Rocco Siffredi nostrano. Sputo il resto della sigaretta ormai spenta che mordicchiavo tra denti e mi organizzo.
Le mie mani mutano, ora sono lunghi tentacoli e la salivazione è quella di un trombettista jazz.
Mi fiondo su di lei che rassomiglia di più ad una torta di compleanno piena fragole che ad un’apparizione sesso-protoplasmatic-gnostica.Allungo le dita , pardon i tentacoli, infilandole dappertutto. Scorrono sulle natiche bianche e rotonde, le insinuo un barbiglio da pesce gatto in mezzo alle cosce frugandola delicatamente a cercare i peluzzi riccioluti, eppoi appena più in là il bagnaticcio sotto un ridottissimo triangolino di stoffa blu notte.
La mia fantasia vola come un pallone metereostatico pieno d’elio: io stesso sono fatto di gas.
A questo punto di solito mi viene sete, fame, voglia di assaggiare tutto di lei che si porge in totale abbandono.
Invece sta prendendo l'iniziativa e lo cerca, e lo vuole con foga sempre maggiore.
Me lo prende nella mano, lo accarezza, ci gioca Dottoreeeeeeeeeeeee........
Non so perché ma ogni volta sistematicamente mi viene voglia di ridere, ma resto serio...anzi serissimo, lei aspetta lì tremula e calda come una frittella appena fatta.
Ora mi scosto,la giro le afferro i seni appesi come due pere mature.
Sono sopra di lei le ansimo di felicità addosso, sbavo leccandole la nuca, le sposto i capelli con la bocca sputacchiandone una un po’, mordicchio tutt'intorno come un lupo affamato. La mia enorme ed oblunga lingua le cinge il collo a mo di sciarpa, la lecco e la sfrego , la sfrego e la succhio mangio palpo sudo , la pressione mi sale, il cuore batte.Sto per morire , lo sento!
Il paziente in evidente stato confusionale si asciuga la fronte sudata e continua nel suo racconto.
Amo usare la mia lingua dottoressa, ed essa è amata dalle donne, cosi come a me piace che loro usino la loro su di me in ugual misura.
Smanio per le ammucchiate etero-omo-bi-zoo-sessuali e mi aiuto con fantasia o con i giornaletti e spesso anche col Pc.
Poi sento una specie di marea che mi sale mi sale mi sale ...da qui fin li, cioè mi spiego meglio:dalle budella alla testa eppoi ancora alla pancia alla testa , poi fa un giro strano passando per le orecchie, divento tutto rosso e scoppio.
Un liquido caldo le scivola addosso e lei ( quella di prima..la visione ) se lo spalma come crema pasticciera sul viso sui capelli imbigodinati ,sul seno prosperoso ,poi lo porta voracemente alla bocca ingoiandolo come farebbe una lucertola con un moscerino.
Non mi chiedo se le piace, ma a questo punto appago il mio appetito.
Srotolo e riavvolgo a seconda del caso,la mia enorme lingua per fare quello che fa il calabrone , cioè succhiare, tutto quello che ancora mi resta di lei ,cespuglietto e bacche comprese.
Sono davvero bravo lo sa?
Ho la naturalezza di quelli che quando si fermano al semaforo rosso scendono e scopano la signorina della Panda bianca targata Milano prima che ridiventi verde,cosi non ho il tempo di prendere le cose sul serio o di pensarci troppo.
Nella mia mente riecheggiala l'eco della mia voce che dice: baby vero che ti sto facendo impazzire?
Nessuna violenza :Quindi nessuna vergogna.
Mi viene voglia di cioccolata calda , degli arancini di riso del Mc Donald, di pizza secca che mi ricorda tanto casa.
Penso al mio stomaco che tra due anni strapieno di buchi come un campetto di minigolf.
Dottore, non faccia quella faccia da luna paciosa ,ho sempre voglia di cibo quando sto con una donna.. è grave?
Fin qui la 1 parte della seduta... dottoressa Vattelepesca Samantha
Anche per me era troppo per la prima sera, con una scusa salutai il “porcello” e chiusi tutto bofonchiando.
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L'appuntamento
Il giorno seguente Gisella mi accompagnò a casa con la sua macchina.
-“Sarà uno spasso”- disse, mentre aprivo la porta del mio appartamento.
“- Dai accendi, potresti incontrate qualcuno che ti piace davvero.
In effetti, la possibilità non mi era sfuggita.
Avevo già pensato che ci potessero essere persone diverse dal “Marcello-er-porcello”, persone sensibili, uomini e donne in attesa di un principe o di una principessa come me, da salvare.
Gisella intanto s’era appollaiata accanto al monitor mangiucchiando triangoli di pizza margherita , rideva beata per la mozzarella che colava sulla mia tastiera “ergo-economica” tanto reclamizzata da Alce-che-fuma.
Demmo il via rituale dell’apertura di Windows.
Microsoft Chat.
Stanza : ”Italia”.
Scorrevamolalistadegli utenti:Gattoinfrak,Serpe,Biancaspuma, LavandinoBeat, Ulk, Zumpapa,UomoRagno, Polipetto,GrandeGnocca,poi ne scorgemmo uno interessante:Cravattaxte
-“ Questo le vende o le fabbrica”- disse Gisella eccitata.
-“ O è un cretino qualsiasi ”- aggiunsi io.
-“ Dai dai, daiiiiiiiiiiiiiiiiiii…chiamaloooooooooo ”.- Continuava martellante la mia socia.
Cilccai sopra e una finestra si aprì, scrissi: -”le cravatte mi affascinano…gli uomini di più”-.
Frase che più banale non si poteva, ma lui dopo qualche secondo rispose: -”ciao bimba, io di cravatte te ne posso prestare quante ne vuoi:dammi il tuo indirizzo e te le porto di persona!”-
A quel punto la mia amica scoppiò in una fragorosa risata tanto che la pizza le andò di traverso cominciò a tossire così forte che mi preoccupai.
Rideva e tossiva sputava e ispirava ritossiva sibilando come un bollitore da the.
In quei convulsi momenti Lella con la mano indicava il video,pareva il dito di Dio della cappella Sistina.
Indicava me, poi di nuovo al video…poi di nuovo me, dopo un po’ capii: Cravattaxte aspettava una risposta: avevo lo schermo oscurato dai suoi messaggi.
-“Nuvola perché ti fai attendere, rispondi, di dove sei cara?”-
Cara a me? Ma se neppure lo conosco. Potrei essere la sorella gemella della donna cannone! Come si permette questo piazzista di foulard , pensai.
-“ Ehm, io sono Milano “-scrissi.-“Mi chiamo Ludovica…”-
-“E tu?”_
Intanto la mia amica s’era impossessata della tastiera stava scrivendo :-”caro Cravattaxte sto passando un brutto periodo, ho tanta voglia di conoscere gente nuova persone interessanti tu sarai tra queste?”-
“ Tesoro sono l’uomo che fa per te :il cielo mi manda!Se vuoi ci possiamo pure incontrare io sono di Pavia;a proposito mi chiamo PierLuigi, rappresentante di cravatte. Amo il mio lavoro, viaggio molto e oramai so riconoscere le persone dal loro panorama corporeo”-.
-“ Fantastico PierGiorgio, ma che significa esattamente spiegami”-
Proseguì: -“ Bhe, ognuno di noi ha un suo paesaggio fisico personale, un po’ come te che sei fatta di monti…e laghi…e pianure...e cascate…e foreste...e strapiombi…e dirupi…e praterie…e colline…e scogliere…e prati erbosi...e boschi verdeggianti….e…
Cavolo, dopo dieci minuti aveva elencato minuziosamente tutta la varietà geologica della crosta terrestre, con annessi Pigmei Baka, Ratti-Canguri e Volpi Avicole del Galles e tutti applicati a me.
-Oh, sei davvero un tipo interessante PierSilvio”-continuò la Nuvola-Lella.
“ Ma sei cretinaaaaaaaaaaaaaaaaaa…. piantalaaaaaaaaaaa….fermatiii” urlai alla bastarda che ridendo a crepapelle continuava a scrivere: -“Quanto mi piacerebbe conoscerti meglio,anch’io amo la natura, pensa ho due criceti nani , una raccolta di piante grasse sul terrazzo ed una suocera che ulula tutte le sere.”-.
Al Cravattaro non parve vero e aggiunse:
-“Nuvola-Ludovica vedo che abbiamo così tanto in comune, pure la suocera ; ci dobbiamo incontrare assolutamente!
Che dici di sabato alla stazione centrale verso le 10.00?”-
Senza riuscirci, tentai di fermare la bramosia della mia compagna ma inutilmente perché riuscì ancora a digitare: - “ Sarebbe perfetto ma…come ti riconosco?”-.
-“Porterò due cravatte. E tu? ”-.
-“Lenti a contatto verdi”-
-“Bene. Non ci possiamo mancare!”-
La bastarda l’aveva fatta grossa, se ne stava pancia all’aria dalle risate,
rossa come una ciliegia matura , orgogliosa delle sue azioni nefaste.
-“ Yuhuu! PierFrancesco,non vedo l’ora.”-
Salutammo veloci e spegnemmo il Pc.
Gisella mi guardava sorridendo tutta concitata mentre tentavo di spiegarle che quel tipo non sarebbe stato capace di gestire una bicicletta : altro che incontro!
-“ Ludo dai che ci divertiamo, non fare la guastafeste come al solito”–
-“Scopri la Messalina che c’e in te”-sibilò.
-“Ma quale Messalina, io uso ancora il pigiama con gli orsetti!”-
“Eddaiiiii….che facciamo di male infondo? Andiamo in stazione, lo guardiamo di nascosto e se ci piace lo avviciniamo, vedrai sarà divertente”.-
S’era fatto tardi, accompagnai Gisella alla porta e mi infilai a letto frastornata.
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-E’ domani , lo sai?-dissi a Gisella.
Eravamo sedute in cucina da lei, tamburellavo le dita sulla tavola di formica ritmicamente.
-Sabato è il grande giorno. Nervosa?- Chiese serafica.
-Si, un pò, ci dobbiamo proprio andare? - Dissi.
-Già …dobbiamo! Non capisco perché ti preoccupi tanto -. Commentò aspirando una boccata di fumo dall’ennesima sigaretta.
-I maschi sono esseri semplici dalle necessita elementari, probabilmente non aspetta altro -.
- Si, ma se non ci fosse? -replicai.
-Ci sarà, ci sarà...bhe noi ci saremo! E’ troppo divertente non me la perderei per niente al mondo!-
Gisella era tanto eccitata quanto ingenua: questo tizio avrebbe potuto essere chiunque, assassino… ladro… maniaco…pervertito… drogato…nano... pirlaaaaa!
Si, doveva essere di necessità un pirla, perché solo un pirla poteva pensare ad un appuntamento al buio con una sconosciuta e per giunta incontrata in chat.
Avrei potuto essere grassa…brutta…pelosa…stupida…puzzare di fritto-misto…essere una ninfomane-in-cerca-di-cibo…una vampiressa o una pirlaaaaaa come mi sentivo in quel momento.Insomma TUTTO!
-Guarda che è inutile rimuginarci sopra, oramai è fatta: noi ci saremo!- Sentenziò .
Quella sera andai a letto prestissimo immaginando un’ipotetica sveglia alle 9.00.
Ovviamente non fu così.
DRIiiiiiiINNNNnnnnnNNNNN…driiiiiiiiiNNNNnnnn…
-Pron-pront-pronto-chi-è? Risposi con voce impastata dal sonno -
-Ha ha ha ha...chi vuoi che sia il principe azzurro?
Sveglia pigrona, sono le 8 .00 e tutto va bene.Ha ha ha ha...salta giù dal letto, abbiamo una marea di cose da fare.
Su… rispondi…Ludoooooooovicaa!!!!!! -
-Ma-porca-miseria – imprecai
- Sono le ottooooo che vuoi da me, lasciami stare Gisella ti prego abbi pietà delle mie stanche ossa - piagnuccolai.
-Ludo è sabato mattina sss-v-eee-g-l-i-aaaa. Ha ha ha ha...sono alla fermata tra mezzora ok?-.
Un secondo dopo aveva riagganciato.
Cazzo:l’APPUNTAMENTO!
C'era appena il tempo per una doccia veloce ed un restauro parziale: molto parziale.
Mentre mi infilavo nei jeans strettissimi, sul fuoco la caffettiera sputava caffè termonucleare.
Persi 3 kg in 10 minuti e 3 anni nei rimanenti 10, con i restanti 180 secondi corsi alla fermata della metrò con in mano il biglietto del filobus ( questa del biglietto del filobus in mano non ebbe mai spiegazione lociga).
Incontrai Gisella in v.Oldofredi, assieme condividemmo un percorso oserei dire di guarra cosi riassunto:1) Incrocio corteo uomini esagitati svestiti o meglio, vestiti eccentricamente, cioè mezzi nudi reclamizzanti il diritto al matrimonio gay.Nella confusione mi sentii chiedere:-ma le hai le tette,di che colore porti lo slip,mi fai conoscere tua sorella?-
2) Scontro-incontro con classi di 3° e 4° elementare della scuola privata "Maria Bambina” dilaganti sull’erba del parco pubblico a mo di tzumami o locuste impazzite.
3) Litigata furiosa tra 2 innamorati, dove lui spieagava lei, l’esigenza intima di “scoprire una nuova-dimensione-spazio-temporale in solitaria .Lei urlava lui, se durante il sonno fosse stato posseduto da un alieno o morso da una zanzara elefante perché stavano assieme da soli due giorni e a letto da uno:quindi era proprio un grande stronzo!.
4) Contatto purtroppo fisico, con un branco di femministe allo stato brado dalle gonnellone multicolori, armate di chitarre, tamburelli e mestoli.
-Dai, scappiamo prima di finire in questura-urlai.
La stazione si scagliava enorme e protettiva davanti a noi come una gigantesca torta meringa,vi entrammo come un coltello nella crema.
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Dentro la pancia della balena
Eccoci qui, sotto l’enorme arcata della stazione Centrale,costruita nel….
-Lo sai quando fu costruita la stazione Centrale?- chiesi col fiatone.
-Assolutamente no!- rispose Gisella mentre mi spingeva verso la scala mobile.
-Nel dicembre del 1906 fu lanciato il primo “Concorso per la facciata della nuova stazione viaggiatori”. Dopo sette mesi fu approvato,e nel 1931 fu finita ed inaugurata-. Pontificai
-Ludo, dove le leggi ste cazzate ?-.
-Beh, mi pare riduttivo collegarsi in Internet e non togliersi qualche sfizio intellettuale!- Replicai.
-Si…si…si…sapientona, concentriamoci sui più banali utenti della stazione ora -.
Davanti a noi treni da ogni parte. Treni verdi, treni rossi; con le righe coi disegni.Treni fermi treni in movimento.Treni sibilanti sbuffanti, italiani e stranieri.
-Lella, adesso che facciamo come lo troviamo?-.
Una momentanea esitazione le balenò nello sguardo e poi aggiunse:-.Dividiamoci, tu vai a destra io a sinistra, appena scorgiamo un tizio con due crav...-. Si fermò all’improvviso sgranando gli occhioni azzurri, allargò un sorriso da 32 denti ed infine sussurrò:-.Ferma non girartiii e non ti muovere!E’ luiii…hi hi hi hi ! Sta dietro di teeeeeeeee! Fa finta di niente e sii naturale!Ha ha ha ha ! Porta 2 cravatteee!!!!-.
Come far a far finta di niente ed essere naturale? Come non girarsi, ero curiosa come una bertuccia.
-Ludo, se ti muovi ti strozzo!-ringhiò.
-Gisella tu capisci che non posso restare qui ferma come una scema vero?- Protestai.
-Ha ha ha ha! Raggiungiamo la panchina laggiù. Cerca d’essere naturale-.
Perché di solito com’ero…esagitata?
Guadagnammo la panchina che nel frattempo era stata abbandonata da un manipolo di giapponesi ronzanti, ci sistemammo in modo tale da non essere viste ( da cosa poi, il tizio neppure ci conosceva).
-Allora dov’e dov’è…- chiesi trafelata.
-Guarda là vicino al baracchino delle riviste porno-.
-Non vedo le riviste porno-.
-Eccerto guardi dalla parte sbagliata: guarda là…il giornalaio secco-secco, vedi sta uscendo ora dal baracchino-.
Zizagava con l’indice lo spazio tagliando l’aria in mille pezzetti.
-Ahhh…siii….vero secco come un’acciuga- commentai.
-Allora, dall’acciuga conta 3 passi a destra ed 1 in avanti, ci sei?-.
-Ci sono - risposi.
Seguivo le istruzioni diligente come una casalinga davanti al frullatore nuovo.
-Ora prosegui lentamente fino a raggiungere la scritta: “PER CONVALIDARE IL BIGLIETTO”,vedi le due ragazzine e il fustacchione dalla muscolatura in 3D?
Annuii col capo.
-Ha ha ha ha, non è lui! Devia verso la vecchina incazzata col capotreno- proseguì.
-Si ci sono, ma non lo vedo-.
-Cazzo Ludo, sei peggio della cieca di Sorrento!- Roteavo lo sguardo, mi impegnavo sul serio ma non riuscivo ad intercettare una sagoma umana con addosso 2 cravatte.
-'Spetta che ricomincio da capo, alla fine lo trovo….-piagnuccolai.
-Guarda…guarda, sta venendo dalla nostra parte!-
Fu allora che lo vidi.
Alto non era alto ma neppure basso: grasso no davvero ma neppure magro, avanzava con un incedere altalenante, come chi porta dei pesi nelle tasche cosicchè per mantenere l’equilibrio é costretto ad ondeggiare da destra a sinistra . Dall’età apparente di 45 anni , aveva capelli ricci come cavatappi che ondeggiavano al vento, il naso pronunciato, rotondo e bianchiccio come patata bollita. Portava una camicia scozzese sotto una giacca blu e ovviamente 2 cravatte bicolore orrende!
-Ma guardatelo! Chi direbbe che dietro quella espressione ci sia un cervello funzionante?- Dissi sbalordita.
-Ha il piglio insicuro e sguardo implorante, sembra stressato. Visto come si agita? -. Gisella tentava la carta della pietà, ma inutilmente.
-Questo, quando parte pare un ottovolante, ci scommetto quello che vuoi! Hai notato come frulla le mani? Devono essere sudaticcie e viscide-
Oramai eravamo lanciate.
-I piedi , ne hai mai visti di così lunghi?-
- Che buffe scarpe. E la borsa, l’hai vista la borsa? Mai visto una borsa tanto sgualcita-.
Cominciammo a ridere d’ogni cosa: la bocca, le orecchie, la fronte, la giacca, la penna nel taschino. Immaginammo la voce, i modi, gli atteggiamenti, il poveretto fu demolito in 7 minuti e 23 decimi.
-Ludo, siamo perfide!- Gisella rideva fin quasi alle lacrime.
-Meglio svignarsela prima si accorga di noi, che ne dici?- suggerii tra le risa. Fuori la stazione la giornata era calda, un sole di mezzogiorno ci sorrideva a picco, tutto sommato era stata davvero una gran bella mattinata.
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Inviato da: vedovanera.bella
il 15/10/2008 alle 15:33
Inviato da: provacitu
il 16/09/2006 alle 16:41