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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 24 Luglio 2006 da ipazia370_415
 

Dentro la pancia della balena


Eccoci qui, sotto l’enorme arcata della stazione Centrale,costruita nel….
-Lo sai quando fu costruita la stazione Centrale?- chiesi col fiatone.
-Assolutamente no!- rispose Gisella mentre mi spingeva verso la scala mobile.
-Nel dicembre del 1906 fu lanciato il primo “Concorso per la facciata della nuova stazione viaggiatori”. Dopo sette mesi fu approvato,e nel 1931 fu finita ed inaugurata-. Pontificai
-Ludo, dove le leggi ste cazzate ?-.
-Beh, mi pare riduttivo collegarsi in Internet e non togliersi qualche sfizio intellettuale!- Replicai.
-Si…si…si…sapientona, concentriamoci sui più banali utenti della stazione ora -.
Davanti a noi treni da ogni parte. Treni verdi, treni rossi; con le righe coi disegni.Treni fermi treni in movimento.Treni sibilanti sbuffanti, italiani e stranieri.
-Lella, adesso che facciamo come lo troviamo?-.
Una momentanea esitazione le balenò nello sguardo e poi aggiunse:-.Dividiamoci, tu vai a destra io a sinistra, appena scorgiamo un tizio con due crav...-. Si fermò all’improvviso sgranando gli occhioni azzurri, allargò un sorriso da 32 denti ed infine sussurrò:-.Ferma non girartiii e non ti muovere!E’ luiii…hi hi hi hi ! Sta dietro di teeeeeeeee! Fa finta di niente e sii naturale!Ha ha ha ha ! Porta 2 cravatteee!!!!-.
Come far a far finta di niente ed essere naturale? Come non girarsi, ero curiosa come una bertuccia.
-Ludo, se ti muovi ti strozzo!-ringhiò.
-Gisella  tu capisci che non posso restare qui ferma come una scema vero?- Protestai.
-Ha ha ha ha! Raggiungiamo la panchina laggiù. Cerca d’essere naturale-.
Perché di solito com’ero…esagitata?
Guadagnammo la panchina che nel frattempo era stata abbandonata da un manipolo di giapponesi ronzanti, ci sistemammo in modo tale da non essere viste ( da cosa poi, il tizio neppure ci conosceva).
-Allora dov’e dov’è…- chiesi trafelata.
-Guarda là vicino al baracchino delle riviste porno-.
-Non vedo le riviste porno-.
-Eccerto guardi dalla parte sbagliata: guarda là…il giornalaio secco-secco, vedi sta uscendo ora dal baracchino-.
Zizagava con l’indice lo spazio tagliando l’aria in mille pezzetti.
-Ahhh…siii….vero secco come un’acciuga- commentai.
-Allora, dall’acciuga  conta 3 passi a destra ed 1 in avanti, ci sei?-.
-Ci sono - risposi.
Seguivo le istruzioni diligente come una casalinga davanti al frullatore nuovo.
-Ora prosegui lentamente fino a raggiungere la scritta: “PER CONVALIDARE IL BIGLIETTO”,vedi le  due ragazzine e il fustacchione dalla muscolatura in 3D?
Annuii col capo.
-Ha ha ha ha, non è lui! Devia verso la vecchina incazzata col capotreno- proseguì.
-Si ci sono, ma non lo vedo-.
-Cazzo Ludo, sei peggio della cieca di Sorrento!-
Roteavo lo sguardo, mi impegnavo sul serio  ma non riuscivo ad intercettare una sagoma umana con addosso 2  cravatte.
-'Spetta  che ricomincio da capo, alla fine lo trovo….-piagnuccolai.
-Guarda…guarda, sta venendo dalla nostra parte!-
Fu allora che lo vidi.
Alto non era alto ma neppure basso: grasso no davvero  ma neppure magro, avanzava con un incedere altalenante, come chi porta dei pesi nelle tasche cosicchè per mantenere l’equilibrio é costretto ad ondeggiare da destra a sinistra . Dall’età apparente di 45 anni , aveva capelli ricci come cavatappi che ondeggiavano al vento, il naso pronunciato, rotondo e bianchiccio come patata bollita. Portava una camicia scozzese sotto una giacca blu e ovviamente 2 cravatte bicolore orrende!
-Ma guardatelo! Chi direbbe che dietro  quella espressione ci sia un cervello funzionante?- Dissi sbalordita.
-Ha il piglio insicuro e sguardo implorante, sembra stressato. Visto come si agita? -. Gisella tentava la carta della pietà, ma inutilmente.
-Questo, quando parte pare un ottovolante, ci scommetto quello che vuoi! Hai notato come frulla le mani? Devono essere sudaticcie e viscide-
Oramai eravamo lanciate.
-I piedi , ne hai mai visti di così lunghi?-
- Che buffe scarpe. E la borsa, l’hai vista la borsa? Mai visto una borsa tanto sgualcita-.
Cominciammo a ridere d’ogni cosa: la  bocca, le orecchie, la fronte, la giacca, la penna nel taschino. Immaginammo la voce, i modi, gli atteggiamenti, il poveretto fu demolito in 7 minuti e 23 decimi.
-Ludo, siamo perfide!- Gisella rideva fin quasi alle lacrime.
-Meglio svignarsela  prima si accorga di  noi, che ne dici?- suggerii tra le risa. Fuori la stazione la giornata era calda, un sole di mezzogiorno ci sorrideva a picco, tutto sommato era stata davvero una gran bella mattinata.

 
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