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Torino: prove tecniche floydiane?

Post n°37 pubblicato il 06 Novembre 2006 da graziejas


I lavori in corso lungo la parte più travagliata della A4 non hanno impedito di raggiungere in poco tempo Torino. La città piemontese, fiore all'occhiello del barocco si è subito presentata in tutta la sua glacialità. Mi piace. Camminavo sotto i lunghi e fastosi porticati tra un negozio e un altro (tutto in stile floydiano naturalmente) e mi sembrava di essere in un posto diverso dal solito, più spazioso, meno opprimente della megalopoli in cui vivo.
Ma il vero motivo di questa trasferta era quello di provare sino alla nausea in sala prove le canzoni che poi sarebbero state suonate al super concerto che ci aspetta il prossimo week end in quel di Livorno. In realtà si è rivelato molto più di questo. Una pizza in compagnia, un pomeriggio passato nella sala prove del quartiere più underground (e io ci sguazzo nel grunge metropolitano) torinese, e tante, ma non troppe, facce nuove.
La sera era il Po a dominare le aree intorno a noi, la luce soffusa di una città che non chiedeva altro che di riposare, con le sue foglie sparse in un inverno preannunciato. Faceva freddo a Torino nella casa collinare, in una delle zone più borghesi (eufemismo forse...) del capulougo piemontese. Non era la casa degli spiriti, era fredda, ma molto accogliente: le strimpellate in piena notte in una fusione floydiana di trans assoluto e razionalità devastante.
La notte non tardava a calare, ma per noi sembrava sempre giorno... come ai bei tempi! Pareva un santuario quella stanza: poster, foto, gagliardetti e bandiere granata! Fatto sta che non si tergiversava fino a notte fonda, si suonava in maniera discreta ad oltranza, corpo e mente permettendo.
L'indomani era tutto finito: un bauscia resta sempre un bauscia e allora si torna a Milano. L'inter strapazza l'Ascoli a san siro e poi tutti a casa perchè...

... quella sera avevamo ospiti a cena...

ma questa è davvero un'altra storia!

A-Rod

 
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