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EMERGENZA NUCLEARE.ATTIVIAMOCI!

Post n°63 pubblicato il 07 Marzo 2009 da videoGreenpeace
 

Trino Vercellese, Caorso, Latina e Sessa Aurunca. Da questa mattina nelle cittadine dei 4 vecchi siti nucleari i nostri volontari stanno spiegando alla gente "cosa fare in caso di incidente nucleare". Anche a Roma, in pieno centro, gli attivisti muniti di indumenti e maschere protettive, hanno allestito uno stand anti-nucleare con finti bidoni di scorie radioattive.

Il depliant che i volontari stanno distribuendo, oltre a contenere le critiche di Greenpeace al nucleare, riporta le istruzioni date ai cittadini americani dalla FEMA, l'agenzia federale per la gestione delle emergenze.

Fondamentale - in caso di evacuazione - è allontanarsi quanto più possibile dalla sorgente delle radiazioni.

Queso punto va ricordato a chi dice che, siccome siamo già circondati da centrali nucleari e importiamo energia, tanto vale costruirle in Italia. È falso. I rischi sono tanto maggiori quanto più vicina è la sorgente. È il principio fondamentale della radioprotezione.

Scarica il depliant

 
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NO AL NUCLEARE, L'ITALIA ANCORA CONTRO L'EUROPA

Post n°62 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da videoGreenpeace
 
Foto di videoGreenpeace

“Il nucleare è una fonte costosa, rischiosa e basata su una risorsa, l’uranio, molto limitata. Una scelta scellerata che serve solo a pochi interessi di un settore che il mercato ha già bocciato”. Così il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, commenta l’accordo firmato tra Italia e Francia sul nucleare.

Quest'accordo è a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l’industria nucleare francese, ma non offre all’Italia nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica – tecnologia e combustibile arrivano dall’estero – ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine.

Il Governo continua, infatti, a parlare di nucleare, mentre ha appena firmato accordi europei vincolanti per giungere a una quota del 35 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2020. Il nucleare sottrarrà risorse allo sviluppo delle rinnovabili, oggi ferme al 16 per cento, e il risultato potrebbe essere una nuova procedura d’infrazione davanti alla corte Europea.

Il nucleare non ha risolto nessuno dei suoi problemi, da quello delle scorie alla sicurezza intrinseca alla proliferazione nucleare. Anche raddoppiando l’attuale numero di reattori, cosa che accelererebbe l’esaurimento delle risorse accertate di Uranio che, ai livelli attuali, non superano i cinquant’anni, il contributo del nucleare alla riduzione delle emissioni sarebbe marginale, non oltre il cinque per cento. Con gli stessi investimenti in maggiore efficienza energetica negli usi finali l’effetto di riduzione delle emissioni sarebbe fino a sette volte superiore.

 
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OPERAZIONE TOP-SECRET SVELA TRAFFICO ILLEGALE DI RIFIUTI HI-TECH

Post n°61 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da videoGreenpeace
 

Dopo un'operazione segreta lunga tre anni, abbiamo le prove per denunciare ancora una volta come i rifiuti hi-tech vengano trasportati illegalmente nei Paesi in via di sviluppo. Un dispositivo di tracking con collegamento GPS nascosto dentro un vecchio televisore, ormai non più riparabile, ci ha permesso di seguire tutto il percorso del rifiuto: dalla Gran Bretagna alla Nigeria sotto la falsa veste di bene di seconda mano.

Qualche anno fa, quindi, abbiamo preso una tv rotta e, dopo aver nascosto all'interno il dispositivo, l'abbiamo portata al servizio di riciclo in Gran Bretagna (UK's Hampshire County Council). Ma invece di smantellare la tv in sicurezza in UK, o comunque in Europa, l'azienda di riciclo del Consiglio, BJ Electronics, l'ha esportata in Nigeria, come bene di seconda mano.

Il fenomeno dell'esportazione di rifiuti pericolosi dall'Europa ai Paesi in via di sviluppo si può fermare in un solo modo: le aziende hi-tech devono aumentare i loro sforzi per raccogliere e trattare in modo sicuro i propri rifiuti elettronici.

Guarda l'audio gallery dell'indagine

 
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AMAZZONIA ARROSTO

Post n°60 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da videoGreenpeace

Con il videoblog di un attivista italiano dall'Amazzonia e un rapporto-scandalo, Greenpeace denuncia la diretta relazione tra l'espansione dell'allevamento bovino e il dilagare della distruzione della foresta amazzonica. Il polmone del mondo nello stato del Mato Grosso è la regione con il più alto tasso di deforestazione. Il 79,5% delle aree recentemente deforestate in Amazzonia è stato destinato al pascolo.

Greenpeace chiede al Governo brasiliano di ridurre drasticamente la deforestazione e raggiungere l’obiettivo "Deforestazione zero" in Amazzonia entro il 2015 anzichè stimolare l’espansione delle attività legate all’allevamento. Ma tutti noi possiamo fare qualcosa per proteggere l'Amazzonia. Semplici regole da seguire nella nostra vita quotidiana per ridurre l'impatto sul polmone verde del pianeta:

1. CONSUMATE MENO CARNE BOVINA
Per produrre un chilo di carne bovina vengono emessi in atmosfera circa 13kg di CO2. Questo significa che mangiare un chilo di carne equivale alle emissioni prodotte da un passeggero su un volo aereo di 100 chilometri o, ancora, esattamente il doppio di quanto emesso per produrre la stessa quantità di carne di pollo o maiale.

2. CONTROLLATE L'ORIGINE DELLA CARNE, DELLA SOIA E DELLA PELLE NEI PRODOTTI ACQUISTATI
Promuovete, anche tra amici e conoscenti, codici di condotta individuali riducendo la quantità di carne bovina consumata, controllando l'origine della carne, della pelle e della soia presente nei prodotti acquistati comunemente.

3. PARTECIPATE A "DEFORESTAZIONE ZERO"
Unitevi all'appello di Greenpeace per il raggiungimento dell'obiettivo "Deforestazione Zero" nell'Amazzonia brasiliana entro il 2015. Sostenendo la causa "Forest Love" e visitando il sito "Deforestazione zero" sarete informati e aggiornati su tutte le attività della Campagna Foreste.

 
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L'EUROPA PROPONE UN PARACADUTE PER IL CLIMA MA NON CI METTE UN EURO

Post n°59 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da videoGreenpeace
 

La Commissione Europea ha proposto nuove misure di riduzione dei gas serra e appoggio finanziario per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo. Una proposta lodevole ma debole. All’ultimo minuto, infatti, la Commissione ha deciso di rimuovere qualsiasi indicazione specifica per il sostegno economico che l'Europa è pronta a offrire.

Insomma la Commissione non ha avuto il coraggio di sostenere le sue buone intenzioni con le cifre economiche necessarie a prevenire impatti climatici catastrofici. Ora spetterà ai Ministri europei dell'Ambiente e delle Finanze di implementare la proposta con un impegno finanziario adeguato.

Secondo Greenpeace tali risorse dovrebbero ammontare almeno a 110 miliardi di euro l'anno, da qui al 2020, di cui 25 miliardi dovrebbero essere a carico dell'Unione europea. Il sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo dovrebbe essere così suddiviso:
- 40 miliardi di euro/anno per lo sviluppo di fonti rinnovabili
- 30 miliardi di euro/anno per ridurre la deforestazione e i suoi effetti sulle comunità locali
- 40 miliardi di euro/anno per misure di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici

I periodi di recessione vanno e vengono, ma il clima è in caduta libera e non possiamo permetterci di aprire il paracadute troppo tardi. Se le nazioni industrializzate falliranno nell'aiutare i Paesi in via di sviluppo, gli effetti sociali ed economici dei cambiamenti climatici saranno irreversibili in tutto il mondo.

 
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PHILIPS: RICICLA I TUOI RIFIUTI HI-TECH!

Post n°58 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da videoGreenpeace
 
Foto di videoGreenpeace

È Philips il destinatario della nuova cyberazione lanciata oggi in Italia da Greenpeace. Oggetto: "Philips gestisci i tuoi rifiuti elettronici!". Chiediamo alla multinazionale dell'hi-tech un impegno completo sul piano ambientale. "Sense and semplicity" – come recita il suo slogan - nel recupero e riciclo dei prodotti che vende.

In questi giorni, Philips sta prendendo in considerazione un cambiamento della sua politica. Ora è il momento giusto per aumentare la pressione sull'azienda! Chiediamo a tutti voi di firmare la cyberazione. Perchè in tanti possiamo fare la differenza.

Chiediamo alla multinazionale olandese due impegni concreti:
- offrire ai propri clienti servizi globali di ritiro dei prodotti a fine vita
- finanziare le operazioni di riciclo a cui ogni nuovo articolo messo in commercio sarà sottoposto una volta diventato obsoleto.

Clicca qui per scrivere a Gerard Kleisterlee, amministratore delegato di Philips

 
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UN TERRENO CONTRO L’ESPANSIONE DELL’AEROPORTO DI LONDRA

Post n°57 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da videoGreenpeace
 
Foto di videoGreenpeace

Possiamo fermare i cambiamenti climatici. Ma non certo raddoppiando le dimensioni del più grande aeroporto del mondo, quello di Heathrow a Londra. Per questo è da tempo che Greenpeace, nel Regno Unito, si batte contro l’espansione di questo aeroporto. Dopo diverse proteste, ecco la nuova trovata: l’acquisto del pezzo di terreno destinato alla nuova pista.

Questo terreno non sarà venduto a nessun costo né al governo né a Baa, la società che amministra l’aeroscalo londinese. Tra gli acquirenti anche l'attrice Emma Thompson.

La terza pista sarebbe destinata ai voli a corto raggio. Ma perché devono esistere voli Manchester/Londra distruttivi per il clima quando il treno impiega due ore per la stessa tratta? Il governo britannico dovrebbe smettere di sovvenzionare l’industria dei voli con miliardi di sterline e usare, invece, questi soldi per rendere i viaggi in treno migliori e più economici.

Per contribuire a fermare i cambiamenti climatici, bisogna evitare l’aereo ogni volta che non è indispensabile. L’impatto sul clima dell’aereo è 10 volte quello di un viaggio in treno.

Per maggiori info

 
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ELETTRONICA VERDE - LA RICERCA CONTINUA

Post n°56 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da videoGreenpeace
 


I nuovi gadget elettronici sono sempre più sottili, più veloci e più funzionali. Ma saranno anche più verdi? Lo scopriamo con la nuova versione del rapporto "Alla ricerca del prodotto elettronico più verde. Atto II" che ha valutato cinquanta nuovi prodotti, tra cellulari e smartphone, televisioni, computer e game console.

Ottiene il punteggio più alto il monitor del computer Lenovo L2440x con 6,9 punti su 10. Ma la ricerca del vincitore è ancora in corso!

Leggi la news

 
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SALVIAMO BABBO NATALE

Post n°55 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da videoGreenpeace
 


Cari bloggers amici,
per agurarvi buone feste abbiamo scelto questo video. Perchè i cambiamenti climatici minacciano proprio tutti...anche Babbo Natale ;-)

Il 2008 è stato un anno intenso. Vittorie sul fronte Clima, Foreste, Inquinamento,
Trasporti, Mare e OGM. Greenpeace è pronta per un 2009 ancora più vincente. Le
sfide da affrontare sono tante e il tempo di agire è subito! Contiamo sulla
vostra partecipazione e soprattutto speriamo che questa community cresca sempre più.


Buone feste

Lo staff di Greenpeace

 
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DALLA 'STAZIONE DI SALVATAGGIO DEL CLIMA'

Post n°54 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da videoGreenpeace
 


Francesco Tedesco, campaigner Clima di Greenpeace, ha passato tre giorni nella “Stazione di salvataggio del clima”, il mappamondo gigantesco costruito dai volontari in una miniera di carbone a Konin in Polonia:


Mi sono lanciato in una trasferta polacca per vedere da vicino come va avanti il Quit Coal Tour nella “Stazione di salvataggio del clima” quaggiù dove il sole tramonta alle 15.40. Greenpeace Polonia si sta dando un bel da fare per sensibilizzare l'opinione pubblica polacca sui cambiamenti climatici ed è da tre settimane che la stazione è in piedi. Questo mappamondo è la metafora del pianeta in pericolo sull'orlo dell'insostenibile uso di combustibili fossili.


La stazione è "abitata" da una trentina circa di persone, alcuni attivisti sono qui da tre settimane e, viste le dure condizioni climatiche e l'impossibilità di farsi una doccia regolarmente, mi chiedo come possano avere ancora energie. Sono principalmente volontari in arrivo da Austria, Slovacchia e altri paesi dell'Est. La sveglia è alle 7.30. Di solito siamo immersi nella nebbia. A colazione si trovano anche barattoli di Nutella - ebbene sì, se la mangiano anche qui - solo che sono congelati, si staccano i pezzi con il coltello.


Il fazzoletto di terra dove è allestito il campo è battuto da un vento gelido. A pochi metri di distanza dal mappamondo, una scarpata di 60 metri segna l'inizio della miniera: un buco di kilometri e kilometri nella campagna polacca che nel mezzo arriva a 150-180 metri di profondità. Lì si intravede una lunga lingua nera di carbone con mezzi meccanici e camion al lavoro tutto il giorno. La temperatura di 5-6 gradi non ferma i lavori, ma alle 16.00 è già buio e si smonta.


Ieri c’è stato il blocco di una centrale a carbone a pochi chilometri dalla miniera. L'azione è partita all’alba e in cima al camino di circa 150 metri è salito anche il grande capo della campagna Energia e Clima di GPI, Mr. Gavin Edwards. Ha preferito ai negoziati (la conferenza sul clima è iniziata ieri a Poznan) la compagnia dei climbers. Non sappiamo quando scenderanno. Tra i climber c'è anche un italiano.


Dopodomani la "Stazione del clima" verrà spostata e rimontata a Poznan per seguire i negoziati più da vicino.

 
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