Ali d'aquila
persone cristiane lesbiche, gay, bisessuali, transessuali di Palermo
DALLA "CARTA DEI VALORI" DEL GRUPPO ALI D'AQUILA
Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.
Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.
Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.
Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro.
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Adesso basta Eminenza! La finisca di dire assurdità sulle persone omosessuali
Post n°26 pubblicato il 13 Aprile 2010 da gruppoalidaquila
Comunicato stampa del Guado, Gruppo di riflessione e di confronto su «Fede e omosessualità» di Milano, del 13 aprile 2010 Nei giorni scorsi parecchie persone ci hanno chiesto di dire la nostra sugli scandali legati agli abusi sessuali compiuti da alcuni esponenti del clero nei confronti di minori. Abbiamo sempre evitato di intervenire pubblicamente per due motivi: il primo è legato al profondo amore che abbiamo per la Chiesa cattolica, un amore che, nel momento in cui la vediamo in grave imbarazzo a causa dei comportamenti criminali di alcuni suoi preti e delle sciocchezze pronunciate da alcuni suoi dignitari, ci porta a conservare quel silenzio preoccupato di chi vede una persona cara nei guai; il secondo è invece legato alla scelta di non contribuire, intervenendo su vicende che riguardano abusi sessuali su minori, a quell'idea malsana che, alimentata da un'omofobia strisciante, mette in relazione queste vicende con l'omosessualità. Purtroppo ci vediamo ora costretti a intervenire dopo che alcuni quotidiani hanno riportato le dichiarazioni fatte dal Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone durante una conferenza stampa a Santiago del Cile. Sembra infatti che il cardinal Bertone abbia detto che «alcuni studiosi hanno dimostrato che c'è un legame tra omosessualità e pedofilia». Non è la prima volta che un alto dignitario della Chiesa cattolica si avventura sulla strada insidiosa di chi dice delle vere e proprie bestialità citando «alcuni studiosi» non meglio identificati. Per amore di verità vorremmo che finalmente fosse l'ultima. Nella stessa conferenza stampa il cardinal Bertone si è preoccupato di dire (sempre citando «alcuni studiosi» non meglio identificati) che gli abusi sessuali coinvolgono una percentuale di ecclesiastici cattolici che non è maggiore di quella che riguarda altre categorie di persone. Vorremmo allora ricordargli che l'incidenza percentuale degli omosessuali dichiarati e impegnati nel movimento LGBT che sono stati coinvolti nei penosi episodi di cui il cardinal Bertone ha parlato nella sua conferenza stampa è pari a zero. Cosa centra allora un'omosessualità vissuta serenamente e integrata con il resto della propria vita con gli abusi sessuali sui minori? Se il cardinal Bertone non riesce a capirlo proviamo a ricordarglielo noi: «Non c'entra niente! E solo chi è in cattiva fede o è ossessionato dalla nostra diversità, la può ricordare quando affronta un argomento come quello che lei ha affrontato nella sua conferenza stampa di ieri». Nel corso della medesima conferenza stampa sembra che il Segretario di Stato abbia detto che: «È ora di finirla con questi attacchi sempre solo alla Chiesa cattolica». Riprendendo questo suo sfogo gli diciamo con franchezza che anche lui deve finirla di dire assurdità sul nostro orientamento sessuale. |
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intervista a Padre Alberto Maggi, O.S.M. su Chiesa, Vangelo e Omosessualità:
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