Ali d'aquila

L'incontro con l'arcivescovo? «Non s'è entrato nelle questioni». Proposto di fare la veglia in una chiesa non cattolica.


da un articolo di Giulio Giallombardo su SICILIAINFORMAZIONI.com di Venerdì 13 Maggio 2011A che cosa è servito l'incontro con l'arcivescovo? Quel cancello chiuso alla veglia contro l'omofobiaUna veglia di preghiera sincera e discreta per tutte le vittime dell'omofobia, di fronte ad una chiesa illuminata, ma con i cancelli chiusi. La navata deserta all'interno e una comunità trasversale e silenziosa fuori, riunita per ricordare chi ha pagato la propria diversità con la vita. Alla fine il veto della Curia non ha fermato la veglia contro l'omofobia che si è svolta ieri sera in piazza della Pace a Palermo, davanti alla chiesa. Com'è noto, agli organizzatori, ovvero la Comunità di San Francesco Saverio, la Chiesa Valdese di via dello Spezio, la Chiesa Evangelica Luterana, il gruppo Ali d'aquila e la Comunità Kairòs, era stato vietato dall'arcivescovo di P
alermo, Paolo Romeo, e dal vescovo ausiliare, Carmelo Cuttitta, di riunirsi in preghiera all'interno della chiesa. La decisione della Curia è stata presa in base al paragrafo 17 della "Lettera ai vescovi sulla cura pastorale delle persone omosessuali", dove si richiede "attenzione" riguardo "l'uso di edifici appartenenti alla Chiesa" da parte dei gruppi di preghiera omosessuali. In questo caso, i "sovversivi" sono quelli di Ali d'aquila, gruppo interconfessionale di cristiani gay e lesbiche. Così ieri è arrivato il momento della preghiera. La veglia si è svolta in un clima sereno e di grande partecipazione: c'erano almeno duecento persone presenti. P. Cosimo Scordato, che il giorno prima aveva accompagnato una delegazione del gruppo Ali d'aquila dall'arcivescovo Romeo e dal vescovo Cuttitta, su loro stesso invito, ha espresso soddisfazione, lasciando però trapelare un velo di rammarico per la decisione della Curia. «L'incontro con l'arcivescovo - ha detto il prete - si è svolto in un clima sereno, la sua posizione però non è cambiata, ed è rimasto l'amaro in bocca per non aver potuto pregare all'interno della chiesa. Speriamo si sia aperto uno spiraglio per un autentico confronto».L'invito dell'arcivescovo aveva riacceso le speranze per un ripensamento, ma così non è stato, anche se - secondo gli organizzatori - si è trattato di un momento di conoscenza reciproca. «Non si è entrato in modo particolare nelle questioni che hanno fatto esplodere il caso, - racconta Fabio del gruppo Ali d'aquila, presente all'incontro con l'arcivescovo Romeo - lui ha accennato al motivo della sua scelta e si è detto dispiaciuto per le polemiche che si sono create». Durante l'incontro, l'arcivescovo avrebbe anche proposto agli organizzatori di fare la veglia in una chiesa valdese, come l'anno scorso, ma l'obiettivo del gruppo era quello di poter pregare all'interno di un luogo di culto cattolico. «Sentiamo il bisogno di aprirci ad altre realtà, non di chiuderci in noi stessi», ha concluso il rappresentante di Ali d'Aquila.A questo punto ci si chiede cosa abbia spinto l'
arcivescovo Romeo a voler incontrare il gruppo di preghiera "sovversivo", se poi i cancelli della chiesa sono rimasti chiusi. Al di là della "conoscenza reciproca", ognuno degli interlocutori è rimasto pressoché nelle stesse posizioni. Vorremmo sbagliarci, ma quello dell'arcivescovo sa più d'invito formale, arrivato per gettare acqua sul fuoco delle polemiche, che d'inizio di un autentico dialogo.