Ali d'aquila
persone cristiane lesbiche, gay, bisessuali, transessuali di Palermo
DALLA "CARTA DEI VALORI" DEL GRUPPO ALI D'AQUILA
Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.
Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.
Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.
Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro.
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[...] al gruppo Alidaquila è stata fatta la proposta esplicita di provare a sperimentare, nel piccolo, il "metodo della condivisione".
Pare che abbia funzionato! tanto che il metodo è stato fatto proprio dal gruppo, e, all'interno della propria programmazione, Alidaquila ha deciso di offrire - ai membri del gruppo che lo vorranno - ogni quattro settimane, un breve incontro serale, al massimo di un paio d'ore, tenuto col "metodo della condivisione" (per adesso senza la dimensione conviviale-mangereccia).
Forse la proposta incontrava un bisogno esplicito di dare tempo energie e cura alla mutua conoscenza, alla condivisione dei vissuti, a un ascolto più profondo che non tocchi solo la dimensione intellettuale ma anche il cuore e le emozioni, la "pancia" oltre che la testa, in un contesto protetto e caloroso, di cura vicendevole, con la garanzia che non verranno espressi giudizi e che quel che si mette in comune resterà lì, consegnato gratuitamente ai presenti, senza che poi si torni a "lavorarci sopra" in altro tipo di dinamiche. Questo bisogno è andato emergendo con chiarezza nel primo anno e mezzo di attività da parte di tutti, anche da parte delle nuove persone che s'andavano inserendo in Alidaquila. Come scrivono i gruppi di condivisione, non si tratta di un setting terapeutico, ma se il livello di ascolto sarà alto, anche persone portatrici di problematiche di varia natura, beneficeranno di un ambiente confortante ed evolutivo.
Nel corso del 2010 (che è stato il 2° anno solare di attività di Alidaquila) da marzo a novembre Alidaquila ha già tenuto almeno 3 incontri di condivisione nello stile di Comunità e famiglia (+ 1 di presentazione), incontri che hanno intercettato l'interesse di una buona fetta di Alidaquila (una decina/dozzina di presenze per incontro, in media). La nostra gratitudine va a un generoso volontario dei gruppi di condivisione ACF e membro della comunità di S. Francesco Saverio, il quale s'è messo a disposizione per farci conoscere il metodo passo passo, e accompagnare, a mò di tutor, gli incontri mensili di condivisione di Alidaquila per l'anno sociale in corso, condividendo alla pari questo frammento del nostro percorso e tirandosi in ballo personalmente.
Ci sono stati, inoltre, un paio di incontri tra alcune ali d'aquila e singoli e coppie partecipanti a Comunità ACF in Lombardia e Piemonte e al "gruppo di condivisione" già esistente a Palermo.
Il primo incontro d'apertura coi "nuovi" di Alidaquila in Ottobre 2010 si è aperto con un canto legato al tema della serata, preparato dai coordinatori dell'incontro. S'è proceduto poi all'ascolto di due testimonianze sull'argomento prefissato per la serata, il "vissuto" portato da due persone del gruppo (le trovi anche qui e qui). A seguire, come momento di lancio abbiamo usato l'illustrazione dei cartelloni-collage fatti al ritiro, espressioni della creatività del gruppo. Ciascuna persona (vecchia o nuova) poi s'è presentata in modo sintetico al resto del gruppo; essendo in molti, abbiamo invitato ogni partecipante (lasciando un tempo adeguato di riflessione) a individuare due o tre parole o immagini che in qualche maniera potessero disegnare il proprio profilo individuale, e poi a utilizzarle per raccontarsi al gruppo. Il momento di condivisione/presentazione è stato quindi concluso con un attimo di preghiera.
In Novembre, lo stesso Bruno Volpi ha voluto conoscere direttamente donne e uomini di Alidaquila in un incontro conviviale ad hoc sul tema della ricerca della felicità personale e comunitaria (non soltanto della serenità); infine "Progetto insieme", il periodico di ACF, è interessato a raccogliere una testimonianza della risonanza che l'adozione del metodo ha avuto all'interno del gruppo di lesbiche e gay credenti Alidaquila o di altri gruppi simili.
Perciò chi entra a far parte di Alidaquila sa che, se lo vorrà, nell'arco delle attività, è già da oggi garantito ogni quattro settimane* un dopocena... senza dibattito, nella quale poter far esperienza dell'ascolto senza giudizio dell'esperienza altrui, poter incontrare sobriamente le storie delle altre persone, poter provare a stare vicini in modo aperto e, liberamente, se si vuole, poter condividere in prima persona le nostre individualità.
A mò d'esempio, in uno dei primissimi incontri, il volontario ACF ci ha proposto qualche passo de "La vita è l'arte dell'incontro" di Monica Bregola:
"Solo se lascio andare di te ciò che conosco posso incontrarti e conoscerti.
Ti vedo per la prima volta, non impongo limiti, confini, non proietto, non temo. Sono senza confini perché tu possa espandere i tuoi per incontrarci al di là del limite. Tu non sei più 'terra straniera', io non sono più imprigionato nella gabbia dell'io. L'universo è la nostra patria. Siamo cittadini del mondo, compagni di viaggio, compartecipiamo all'umanità.
La personalità tace, con il suo furore, i suoi conflitti, le sue paure; non invoca per sé, non vuole, non desidera.
Nel regno del "Noi" non è più il tempo dei saccheggi.
Io non sono più io, nè tu sei più tu.
Nel "Noi" colgo l'unità di fondo.
Nel "Noi" c'è un'intelligenza superiore che guida che è forza costantemente nuova che costantemente mi rinnova".
Oppure, nell'ultimo degli incontri di condivisione, tenuto oramai più di due settimane fa, nella seconda metà del mese di Novembre 2010, c'è stato proposto un input su
"Noi siamo – le immagini di Sè"
Quello che crediamo di essere
Quello che ci piacerebbe essere
Quello che gli altri credono che noi siamo
Quello che gli altri vorrebbero che noi fossimo
L'immagine che gli altri proiettano su di noi, che suscitano in noi.
Quello che vorremmo sembrare agli altri.
Ciò che noi possiamo diventare... non un modello idealizzato (irraggiungibile), ma quello ideale che mi suggerisce qual è il primo passo che devo fare per raggiungerlo.
- - -
Per una più fedele lettura della presentazione del metodo, converrà leggere questo post, o ancora meglio direttamente il testo originale di ACF.
Avendo Alidaquila deciso di esplorare questo tipo di condivisione, il blog che stai leggendo rimane aperto (anzi: sollecita!) interventi di altri sul metodo e sull'esperienza che Alidaquila o altri gruppi ne stanno facendo, opinioni, aggiornamenti in corso d'opera, e contributi e feedback.
marco
[*a meno che non venga ribaltato il ritmo di programmazione deciso insieme]
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"quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile" (Isaia 40,31)
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CRISTIANI OMOSESSUALI
prima parte:
seconda parte:
testimonianza di Mauro Vaiani, cristiano omosessuale:
VANGELO E OMOSESSUALITA'
intervista a Padre Alberto Maggi, O.S.M. su Chiesa, Vangelo e Omosessualità:
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