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Finanziamenti personali a tasso fisso o variabile: cosa scegliere?

Post n°12 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da Natale01
 

 

All’interno del sistema bancario italiano, la maggioranza dei finanziamenti personali viene erogata con la previsione di un tasso di interesse fisso. Un elemento che permetterà al titolare del prestito di poter prevedere al meglio quale sarà l’onerosità complessiva dell’operazione, grazie all’invariabilità delle condizioni di economicità che influenzeranno l’importo delle rate.

In altri termini, l’applicazione del tasso di interesse fisso sui finanziamenti personali permetterà all’istituto di credito di prevedere un programma di rimborso del capitale costituito da rate di importo certo e costante nel tempo, e ponendo così il debitore nell’ideale situazione di poter pianificare le proprie uscite monetarie nel tempo.

Tuttavia, nonostante l’appena ricordata prevalenza di finanziamenti personali a tasso di interesse fisso, non mancano, nel panorama italiano, prestiti a tasso di interesse variabile, di norma indicizzato all’Euribor a uno o tre mesi: si tratta – come intuibile – di linee di credito dall’onerosità complessiva incerta, dipendente dall’andamento del parametro di riferimento.

Ma quale scelta è più conveniente? In linea di massima, i rischi di subire “sorprese” negative derivanti dagli incrementi dei tassi di mercato, sono inferiori nei finanziamenti personali rispetto a quanto accadrebbe sui mutui: i prestiti sono infatti erogati per durate di norma non eccedenti i 6 o i 7 anni, contrariamente a quanto avviene con i mutui ipotecari, dove le durate possono superare i 20 o i 30 anni: il minor arco temporale mette relativamente al riparo il debitore da rischi straordinari, poiché il cliente dell’istituto erogante dovrà necessariamente fare i conti con un orizzonte di incertezza minore.

Al di là di ciò, anche per i finanziamenti personali, vale sempre la solita, vecchia regola: scegliere un prestito a tasso variabile è indicato solo se – a fronte del beneficio di poter godere di eventuali periodi di deprezzamento dei tassi – si vuole (e si può) correre il rischio di pagare rate di importo più salato, nell’ipotesi inversa, senza subire squilibri economici e patrimoniali.

 

 
 
 
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