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Rieccomi dopo la vacanza a cuba

Post n°12 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da handy72

SECONDA PARTE...

2- Guardalavaca – Villaggio sovietico

 

Partenza all’alba. Viaggio lunghissimo, ci fermiamo appena per fare i nostri bisogni, e nei posti meno probabili. Una fermata memorabile è davanti alla fabbrica di Nickel. Scavalchiamo tubi giganteschi per nasconderci…Al tramonto arriviamo al “Club Amigo Atlantico Guardalavaca” All inclusive… e ne facciamo buon uso. Spazzoliamo il cibo come cavallette, chiaramente dietro incitazione di Patrizio che, arrivando per primo (ore 7!!!!!) riesce a trovare il meglio.Mojitos a perdifiato, visto che non dobbiamo pagarli! E anche rum liscio, e piña colada, e cocktail vari.Commento del barman con piglio incazzato: siete italiani vero?, Si, come lo ha capito? Perché siete indisciplinati. Sto zitta e me ne vado, mi vergogno. E anche stasera si balla con musica dal vivo e poi in discoteca. Cambio stanza: con Salvatore. Scrivo dietro dettatura: Meraviglioso omo siculo, omo sapiens, razza siciliana.

3. Guardalavaca – La tempesta e l’ospedale

Pioggia torrenziale, incazzatura collettiva. Come zombie ci dirigiamo verso il mare e ovunque si possa andare per non perdere la giornata. C’è un mercatino di artigiani proprio fuori il villaggio e tutti compriamo come disperati. In spiaggia incontriamo uno scultore che intaglia animali su tronchi giganteschi portati dal mare. E le sculture rimangono lì.Pomeriggio in infermeria, sia Claudia che Antonella hanno gonfiori vari… ma vengono rassicurate e curate.Salvatore arriva alle ore 6.45 am. NOTTE BRAVA a Guardalavaca paese!

4- Cayo Coco – Resort Krystal Laguna – Troppo bello!

Altro viaggio di trasferimento lunghissimo. Per pranzo, in pullman, mangiamo i panini fatti con tutto ciò che abbiamo razziato a colazione.

Arrivo notturno e molto travagliato in albergo (ci siamo persi più volte) e Patrizio commenta: Non è questo, è troppo bello….

Stanze, anzi, suite, meravigliose. Antibagno e salottino di entrata.

Patrizio arriva per primo a cena e si becca una delle sette aragoste.

Si mangia molto bene, siamo in Europa, non più a Cuba. C’è di tutto e ti cucinano anche sul momento.

I Gian Gian danno in escandescenza perché non riescono a uscire dal resort: “Sepolti vivi, siamo ostaggi.”

Serata ballabile in disco per alcuni e spettacolino per altri. E comunque i mojitos non mancano mai, anche se qui si pagano.

5- Playa Pilar – Il Paradiso

Mattino sveglia presto per fare foto, mare mosso.

La più bella giornata del viaggio. Sarà perché iniziamo a bere sin dalle 10.45 del mattino e andiamo avanti fino alle 16.00?

Siamo in spiaggia e il bar è nostro. I locali ci riforniscono anche di cibo oltre che di alcool… e ci amano molto.

Giornata assolata ma fredda, bagno forzato per me e circonvenzione di ubriaca da parte di Salvatore, l’ho capito dalle innumerevoli foto che mi arrivano via mail!!!! Ricordo molto poco, e preferisco così.

E la giornata di “E adesso va verso il mare, e fa finta di pensare” di Patrizio riferito a un bel maschio del terzo gruppo… invidia!!!!

Non so cosa abbiamo fatto la sera, oltre che cenare e andare in giro per il villaggio, bevendo, naturalmente.

6- Il rientro a La Habana

La più lunga e faticosa giornata di trasferimento. Ceniamo tutti insieme in un locale con musica dal vivo: musicisti novantenni,  strumenti sconosciuti ma ritmo very cuban. Festeggiamo compleanni di Mietta e Lorena.

Stanza buia e senza finestre.

7- La Habana – Giro in carrozzaGiornata libera. Si parte con buone speranze di vedere tutto e si finisce per fare acquisti. Dobbiamo pur finire i CUC che ci rimangono no?

Cattedrale, il centro storico, Hotel Ambos Mundos, mercato artigianato, giro in carrozza, aperitivo al Floridita con Daiquiri. Un bel finale per Cuba.

Il gruppo Music parte. Addii commossi. Io torno a dormire con Mietta e la stanza è più accettabile.

8- La Fortezza – Difficile ritorno in città

 

Giro in pullman organizzato dal mitico Patrizio. Prima tappa la Fortezza, foto di gruppo e Cadillac bianca per i turisti. Non si riesce a rientrare in città, c’è un incidente e il tunnel è bloccato. Ci lasciano passare perché siamo turisti, ma dobbiamo fare una strada più lunga. Salvi.

Seconda tappa il malecòn, patrimonio Unesco.

Terza tappa quartiere Vedado: camminiamo verso la famosa gelateria ma c’è una coda interminabile. Rientro in albergo e pranzo alla Cattedrale. L’ultima aragosta.Si parte, tristi ma soddisfatti. Soprattutto per gli affetti trovati.

E adesso sono qui a scrivere questo diario perché nessuno di noi riesce a staccarsi dagli altri e dal momento magico che abbiamo vissuto. Ci telefoniamo di notte perché non riusciamo a dormire. Di giorno per raccontarci qualunque cosa. Ci mandiamo sms. Abbiamo aperto una chat su Google e un deposito foto. Organizziamo raduni a breve e a lungo termine. Ci sentiamo orfani di un sogno e ci dichiariamo amore eterno. Riusciremo a ritornare normali? Spero proprio di no.

 

 
 
 
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