Creato da matteo_zambuto il 10/08/2014

RICOMINCIAMO..

Blog a 4 mani di Matteo e Rosaria

 

 

Prova a pensarci....

Post n°8 pubblicato il 29 Agosto 2016 da matteo_zambuto

Premetto che adoro la “Storia”, sono un accanito lettore di libri storici sia essi divulgativi anche un po’ romanzati che dei veri e propri testi leggermente più scientifici, ricchi di particolari che solitamente non sono riportati nei libri scolastici. Oggi voglio proporre un libro non certo recente, ma che letto in qualsiasi momento ci porta attraverso le vie della città eterna. Sto parlando del libro “Una giornata nell’antica Roma”. Il libro è fantastico sia per il linguaggio molto semplice, adatto per qualsiasi fascia d'età, sia per la scorrevolezza e per i contenuti. Sembra proprio di essere nelle vie della capitale. Inoltre si comprende come vivevano i romani che per me sono stati il più grande popolo mai esistito. L’autore guida il lettore attraverso una lunga passeggiata nell'antica Roma. Si avverte la sensazione di camminare in quelle strade, di vedere la magnificenza delle domus patrizie e la miseria delle case abitate dal popolo, di sentire gli odori molesti ed i profumi di cibi e spezie.

Dal relax delle terme alla passione per i combattimenti all'interno del Colosseo, dalle diatribe nel foro ai pranzi fastosi nelle case dei romani più agiati, dagli usi e costumi femminili a quelli maschili. È un libro che si legge con piacere e che arricchisce la conoscenza dell'universo romano di cui tanto si è scritto.

Ora però facciamo una semplice riflessione: il lettore viene avvolto nel racconto, cerca di immaginare questo popolo alle prese con la vita quotidiana, si certo è la reazione più logica. Io consiglio invece di provare a fare dei parallelismi con la nostra vita quotidiana, con le nostre abitudini e vedrete che il risultato è sorprendente per quante similitudini vi sono, per quanto il nostro vivere sia ancora uguale a quello di 2000 e più anni addietro. Non mi dilungo per non annoiare, lascio solo lo spunto per aprire una discussione. 

Vi auguro una buona serata. Matteo

 
 
 

Matteo VS Rosaria

Post n°6 pubblicato il 17 Febbraio 2016 da matteo_zambuto

Io l'ho sempre detto che gli uomini capiscono poco. Io a Matteo voglio molto bene....ma che palla di uomo che è. Mi ha sgridata perchè nel suo profilo maschile ho messo la foto di una donna. Ma dico io...sono mesi e mesi che non ci entra e forse per motivi lavorativi non ci scriverà più, o poco, e lassame fà no? Altra cosa, a me piacerebbe sapere come si fanno i CLICK e lui mi ha detto che sono una stupidina. Ma sarà colpa mia se io le adoro queste cose e se lui da rude uomo qual'è adora le macchine e le moto? Comunque se qualcuno sa darmi due dritte, io ne sarei ben felice.

 

 
 
 

Paure

Post n°5 pubblicato il 14 Febbraio 2016 da matteo_zambuto

Ho paura della felicità

ho paura di illudere

ho paura di amare troppo

ho paura di non dare abbastanza

ho paura di perdere il controllo

ho paura di aprire quella porta

Non posso essere tanto fragile. Non così tanto e non proprio adesso che il mio cuore è in fiamme.

Rosaria

 

 
 
 

Frantumi

Post n°4 pubblicato il 23 Agosto 2014 da matteo_zambuto

Leggere appaga e fa crescere la mente, ora voglio insinuare nella vostra mente
la voglia di leggere questo libro. Lo scrittore arrivato a cinquant'anni senza
conoscere le sue vere origini, neppure il proprio nome, la data di nascita o
l'identità dei genitori, l’autore è riuscito soltanto di recente a raccontare
una serie di ricordi frammentari, di spezzoni di memoria, di "frantumi",
appunto. Degli anni della sua infanzia, trascorsi prima nei lager polacchi e,
nel dopoguerra,in un orfanotrofio e con i genitori adottivi in Svizzera, ora
egli rivede, con stupore, alcune scene, preservate esattamente come le visse:
per metterle meglio a fuoco, è anche ritornato nei luoghi del suo passato, dove
ha ritrovato la baracca in cui era stato rinchiuso insieme ad innumerevoli
altri bambini, e nella campagna tra Cracovia e Katowice, dove in epoca nazista
sorgeva un campo di concentramento. L’autore espone queste "schegge di memoria
dai contorni duri, affilati come lame, che ancora oggi a stento riesco a
toccare senza ferirmi", senza rielaborarle né interpretarle, in uno stile
essenziale e asciutto, presentando così, con impietrita allucinazione ma anche
con straordinaria naturalezza, la sua esperienza nei lager. Il termine della
prigionia non sancisce però la fine dell'incubo: il piccolo protagonista deve
imparare a "adattarsi alla normalità" del tempo di pace, quando, scampato allo
sterminio, si trova sballottato, in un ambiente ostile, dove gli adulti, pur
sfamandolo e proteggendolo, non gli risparmiano incomprensione e sofferenze, e
dove si rende conto di essersi "perso la propria liberazione". Tra i moltissimi
-forse troppi- libri sulla persecuzione nazista degli ebrei, questo è
assolutamente unico e merita di stare accanto a quelli di Anne Frank, Primo
Levi, raconti scritti da persone consapevoli che quella in atto era una guerra:
qui invece c’è un bambino che ignora cosa stia succedendo, che crede che il
mondo oltre il recinto non esiste e che considera il lager la sua casa.: ci
aiuta a capire e a ricordare uno degli aspetti più mostruosi dell'olocausto, lo
sterminio dei bambini.
Si questo è l’ennesimo libro sull’Olocausto… ma stavolta c’è qualcosa di
diverso. Sono i ricordi di un bambino. E sono ricordi terrificanti., Le
descrizioni, fredde, chiare, spietate, colpiscono allo stomaco proprio perché
narrate in prima persona da un bambino.

Vi auguro una buona lettura. Matteo

 
 
 

L'AMORE E' UN ARTE

Post n°3 pubblicato il 16 Agosto 2014 da matteo_zambuto

Le vacanze sono il momento in cui ci si rilassa, si cerca di fare un qualcosa che nel vortice quotidiano non si riesce mai o quasi a fare. Sotto l’ombrellone riprendendo in mano un libro che avevo letto tanti anni fa in età adolescenziale, il libro in questione è “L’arte di amare”. Potrei aggiungere che è interessante, affascinante, illuminante ma credo che nessun aggettivo eguagli l’esperienza della sua lettura.

Parla d’amore, come avrete già dedotto dal titolo, ma anche se l’argomento suona banale, non lasciatevi trarre in inganno: chiunque abbia avuto a che fare con questo sentimento sa bene quanto possa essere ingarbugliato. Forse qualcuno potrà pensare: “C’è qualcosa da imparare in fatto di amore? E se sì perché dovrei prendermi la briga di impararlo? Si ama e basta, così come viene”. Purtroppo è una credenza diffusa e sono in tanti quelli che preferiscono non porsi domande neppure quando la loro relazione di coppia inizia a traballare oppure la solitudine di essere un single non convinto li deprime quotidianamente.
Le domande su un argomento come l’amore sono rischiose perché le risposte potrebbero costringerci a cambiare il nostro atteggiamento o la prospettiva da cui siamo abituati a guardare la vita.
Chi sta ancora aspettando il principe azzurro (o la sua versione femminile) alzi la mano! Chi si lamenta perché il proprio partner non è esattamente come se l’era immaginato alzi la mano! Chi soffre accanto a una persona perché ormai è abituata, ha paura della solitudine, teme di non trovare niente di meglio… alzi la mano.
Spesso crediamo che l’amore sia qualcosa che riceviamo confezionato in un certo modo e non possa essere altrimenti. Se così fosse e il pensiero vi fa soffrire, allora L’arte di amare è il libro che fa per voi.

La lettura di queste pagine potrebbe essere una delusione per chi si aspetta una facile istruzione sull’arte di amare. Questo volumetto, al contrario, si propone di dimostrare che l’amore non è un sentimento al quale ci si possa abbandonare senza aver raggiunto un alto livello di maturità. Vuole convincere il lettore che ogni tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità; che la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio. Senza queste virtù è impossibile amare veramente.

L’autore parte dal presupposto che l’amore sia un’arte e in quanto tale richieda sforzo e saggezza. La maggior parte delle persone, al contrario, non pensa ci sia qualcosa da imparare sull’amore perché in realtà ritiene che “amore significhi essere amati, anziché amare”. Facile intuire dove questo approccio porti perché siamo circondati da relazioni in cui dolore e sofferenza la fanno da padroni.

Ci sono tante forme di pseudo-amore e spesso sono proprio queste forme a caratterizzare la nostra vita sentimentale. Non è semplice rendersene conto e soprattutto riconoscere la solitudine come amica piuttosto che nemica.

Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d’amare.

Quando si parla d’amore di solito si pensa all’amore erotico e romantico, ma in realtà ci sono diversi tipi d’amore che l’autore analizza in profondità come l’amore materno, l’amore per se stessi e l’amore spirituale. E non solo, perché l’amore oggi sembra essere diventato un sentimento schiavo delle richieste e dei ritmi della società in cui viviamo: spesso amare diventa un obiettivo imprescindibile nella vita che porta l’individuo a sposarsi, avere dei figli e promuovere lo stesso schema di generazione in generazione.

In questo concetto d’amore e matrimonio lo scopo principale è di trovare un rifugio a un insopportabile senso di solitudine. Nell’amore si è trovato, alla fine, un rifugio alla solitudine. Si forma un’alleanza a due contro il mondo, e questo egoismo a due è scambiato per amore e intimità.

 

Incuriositi? Spero di sì. Matteo

 
 
 
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CIAO MATTEO, COMPLIMENTI PER IL POST. UNA BUONA SERATA ED...
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Non lo so neppure io come si fa e quindi sono stupidina...
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vero, ma non ne ha pił voglia
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